L'importanza della vita vera

L'importanza della vita vera

Ho trascorso dieci giorni in Giappone, tra Tokyo e Kyoto. Ne ho apprezzato la bellezza, la tradizione, la cultura, l'educazione. Ogni centimetro di questa terra parla una lingua sconosciuta in molti paesi, la responsabilità. Essere responsabili di se stessi e degli altri. Qui il concetto di società è molto forte. Ma soprattutto sono forti le tutele dell'azienda per cui si lavora. A patto di dare tutto per la propria azienda. 

I lavoratori giapponesi dedicano la maggior parte della vita all'AZIENDA. Ed ecco così che anche il dopolavoro per loro diventa lavoro perché, quando non si lavora in ufficio, l'AZIENDA organizza bevute, uscite o karaoke per creare un gruppo coeso di lavoro. Bello vero? Peccato che per loro sia solo lavoro! 

Non si esce dall'ufficio prima del capo. Si arriva sempre prima dell'orario di inizio. Non esistono ritardi o permessi. Non esiste il concetto di smart working. Perché a Tokyo si vive per lavorare. I salari sono più alti così come le tutele. Ma a che pro? Una vita migliore? Certo! Ma si ha davvero il tempo per vivere una vita oltre il lavoro? 

La cosa che mi ha sempre affascinato dell'America è il modello Google. Il modello Virgin. Dove il lavoro non è sinonimo di costrizioni. Dove durante le riunioni si fa brainstorming e non a gara per chi si addormenta prima perché significa che si è così stanchi per le ore trascorse in ufficio. 

E allora il viaggio in Giappone mi ha insegnato una cosa importante. Il lavoro è una parte fondamentale della vita. Ma la vita è un'altra cosa. La vita è lì fuori. Viaggiare, trascorrere il tempo con le proprie persone, leggere, studiare, passeggiare, mangiare fuori, guardare il mare. Tutto questo è la vita vera. Momenti che potranno ispirarci a lavoro, che potranno darci la spinta giusta, il motivo, la value proposition... Quindi, non dimentichiamo mai il nostro tempo. Perché quello non ha valore. Perché la domenica è fatta per riposarsi. Perché "la vita non si misura attraverso il numero di respiri che facciamo, ma attraverso i momenti che ci lasciano senza respiro" (Maya Angelou).

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