L'innesto digitale nel cultural journey

L'innesto digitale nel cultural journey

Il Piccolo Teatro Grassi ha accolto il 19 gennaio '17 il convegno Beni e Attività Culturali: l'Alba del Rinascimento Digitale dell’Osservatorio sull’Innovazione digitale nei beni e nelle attività culturali (Politecnico di Milano), restituendo alla platea gli esiti della ricerca quanti- e qualitativa compiuta su una campione di 476 musei italiani nel 2016: una mappatura, quindi, della vita digitale di queste istituzioni e della loro relazione con i pubblici attraverso l'analisi di siti web, principali account social ed indicatori di engagement con il pubblico.

Il report della ricerca, distribuito ai partecipanti a fine convegno, ed approfonditi articoli on line post-convegno, tra cui segnalo Patrimonio culturale 3.0, lo stato dell’arte di “Siti” (rivista dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco), fotografano dettagliatamente lo stato di avanzamento e di salute digitale del nostro ricco patrimonio museale (quasi 5.000 musei censiti in Italia nel 2015! fonte: ISTAT).

Immergendoci in questi abbondanti dati, quali sono le lessons learned?

Quali le sfide, le opportunità, i traguardi che l'innesto di tool digitali nel mondo dell'arte e della cultura possono apportare nel panorama italiano?

Se da un lato i primi passi di questa innovazione digitale sono stati compiuti, come si evince anche dal sottotitolo della ricerca l'alba del rinascimento digitale, dall'altro si legge a pag. 3 del report «occorre [...] comunicare il proprio patrimonio in un modo nuovo, che lo renda più prossimo alle esigenze di conoscenza ed esperienza di cittadini e turisti.»

Stefano Della Torre (Comitato Scientifico di questo Osservatorio) inaugura infatti il convegno dando un senso profondo all'innovazione, intesa come un confronto con il nuovo, consapevolezza di rischio e resistenza, ma anche apertura verso nuove opportunità, nuovi orizzonti nel futuro: un'innovazione, quindi, cognitiva, che va oltre la tecnologia tout court, in cui il digitale facilita la condivisione dei beni ed il coinvolgimento del pubblico, tendendo così alla valorizzazione.

Guidati da Michela Arnaboldi (Direttore Scientifico dell'Osservatorio) e grazie agli approfondimenti di Eleonora Lorenzini (Coordinatrice della Ricerca), appaiono così luci (es. un sentiment dei visitatori sostanzialmente positivo captato in rete) ed ombre (es. scarsa attrattività, luoghi percepiti come poco comprensibili, ridotte competenze), dettando nel contempo il percorso da seguire per creare valore attraverso lo strumento digitale, riportato nell'immagine qui sotto e sintetizzato nell'espressione Esperienza della Conoscenza.

Strategia, pianificazione, implementazione e monitoraggio dell'efficienza (interna) ed efficacia (verso le relazioni esterne) sono le colonne portanti del percorso d'innovazione, che coinvolge quindi attività di back (es. catalogazione) e front office (interazione con stakedolder/storyholder), in cui la raccolta, l'intreccio e la fruizione dei dati in un'ottica Internet-of-People sono i driver di trasformazione per innestare nuovo valore nel capitale culturale d'oggi, un potente alleato che affianca l'istituzione museale nei vari processi (interni/esterni, prima/durante/dopo la visiting experience), arrivando ad una democratizzazione della cultura.

La ricetta di questa innovazione cognitiva si compone di diversi ingredienti, da quelli tecnologici tout court a quelli più umani: tra questi, ad esempio, spicca l'interprete digitale del patrimonio artistico, che collega la tradizione con l'innovazione, mentre tra i primi, tool quali Augmented & Virtual Reality (progetto di racconto immersivo VR dell'Ara Pacis a Roma), RFID, NFC e Bluetooth fanno vibrare con intensità le corde emotive del visitatore e gli permettono di sentirsi protagonista della "visiting experience", estendendo, grazie al supporto digitale, una simile esperienza anche ai diversamente abili (es. guida multimediale sensibile all’ambiente al Parco Naturale Veglia Devero).

Testimonial significativo di questo "mettere al centro dell'esperienza" il visitatore è la mostra FARE GLI ITALIANI, in scena a Torino nel 2011 in occasione dei 150 anni d'unità nazionale (progetto, allestimento scenografico e tecnologico by Studio Azzurro): il mosaico tecnologico è qui composto anche dal tassello dell'RFID (Radio Frequency Identification), che permette appunto l'identificazione univoca di ciascun visitatore, con la possibilità di selezionare i propri punti di interesse, approfondirli, ripercorrerli a fine mostra e riviverli anche in rete.

Altro importante indicatore della spinta propulsiva impressa dal digitale emerso dalla ricerca dell'Osservatorio è la capacità di «generare community, ad esempio a livello territoriale, veicolando contenuti» (pag. 10 del report): è il caso, ad esempio, della mostra Storie dell'Impressionismo, in scena in questi mesi a Treviso, per la quale Linea d'Ombra ha confezionato ricchi materiali informativi, tra cui kit di benvenuto, quaderni e racconti delle opere esposte, contestualizzati anche nel territorio della Marca Gioiosa, scaricabili dal sito dell'evento e divulgati anche via newsletter.

Concludo questa panoramica che mixa riflessioni personali ed esiti della ricerca dell'Osservatorio sull’Innovazione Digitale nei Beni e nelle Attività Culturali con una nota bibliografica a tema: oltre al report citato all'inizio del post, segnalo il saggio Comunicare il Museo Oggi. Dalle Scelte Museologiche al Digitale (a cura di Lida Branchesi, Valter Curzi e Nicolette Mandarano, Skira Editore, Milano, 2016), dedicato al ruolo della comunicazione per intercettare, attrarre, coinvolgere il pubblico nell'era digitale, restituendo al museo il suo valore (e ruolo) educativo: buona lettura!


Paola Baronio

Giornalista, blogger, web content manager, ghost writer

7 anni

Post interessantissimo Paola. Mi spiace di avere mancato il convegno ma il tuo articolo è ricco di spunti.

Roberto Morelli

ROBERTO MORELLI IMAGERY

7 anni

Grazie Simo ! Davvero interessante

Simonetta Pozzi

VR/AR, Metaverse marketing consultant | autrice "Women in the Metaverse" | Presidente AIF Piemonte e Valle d'Aosta | Storytelling mentor e formatrice | Social media & MKTG consultant | socia AISM | Amo la tecnologia

7 anni

Post molto interessante Paola Visentin! Lo segnalo anche a Roberto Morelli per il tema VR e AR.

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