L'innovazione richiede coscienza.

L'innovazione richiede coscienza.

Da 15 anni in azienda abbiamo fatto grossi e continuativi passi avanti. Abbiamo acquistato macchinari che ci hanno permesso di essere indipendenti nella produzione di tutti i prodotti che oggi immettiamo sul mercato, e stretto relazioni con clienti e fornitori che ci permettono di essere presenti in tanti paesi. Abbiamo altresì cercato di organizzare al meglio la nostra supply chain di modo da servire i nostri clienti nel rispetto delle loro aspettative non solo sul prodotto ma anche sul servizio acquistato. Ci siamo avvalsi del digitale opportunamente dove è stato possibile, e abbiamo desistito dove invece era ancora il caso di essere analogici.

Ogni volta che abbiamo implementato la nostra produzione, abbiamo analizzato e studiato meticolosamente il nostro settore di riferimento e il mercato tutto, e abbiamo sempre, credo come è giusto che sia, provato ad osservare la società con la stessa concentrazione, cercando di immaginare in ogni momento gli scenari a venire, i progressi e i regressi.

Credo di poter dire che ogni volta che abbiamo introdotto un nuovo prodotto Caffè Carbonelli lo abbiamo fatto innovando quel tipo di prodotto che sino a quel momento i consumatori erano abituati ad acquistare da altri brand in determinati formati e tagli non riuscendo ad immaginare che lo stesso potesse presentarsi anche in altro modo magari offrendogli maggiore comodità.

Avremmo voluto riuscirci in maniera più netta anche rispetto all'impatto sull'ambiente per quanto siamo attenti al tema della sostenibilità, ma non sempre abbiamo potuto. Uno dei paragrafi del mio libro si concentra sulla "dilatazione dei tempi per le mpmi" e, appunto, sulla questione sostenibilità le piccole aziende sono quasi sempre costrette a seguire i passi delle grandi in attesa che tutta la filiera sia pronta. Ci faremo trovare pronti, ma ahimè sappiamo che non possiamo essere i precursori pur volendo e pur avendo le idee chiare su ciò che c'è da fare.

In ogni caso qualche soddisfazione ce la siamo tolta anche su questo aspetto: penso linea delle capsule compatibili Nespresso e Lavazza a modo mio, ad esempio, dove abbiamo investito per eseguire una produzione di capsule autoprotette. Questo vuol dire che non hanno bisogno di involucri di alluminio o plastica esterni a protezione delle singole dosi. E appena i fornitori saranno pronti e garantiranno la resa sul prodotto, renderemo anche compostabili i singoli supporti per il caffè.

L'innovazione però siamo riusciti sempre a portarla su tutte le nostre referenze, talvolta stravolgendo le abitudini non solo dei consumatori ma anche degli altri produttori: molto spesso è capitato che tante aziende, anche molto più grandi della nostra, abbiano seguito le nostre intuizioni su un nuovo formato di pack ad esempio o su un nuovo taglio da dare ad una referenza. Nel nostro piccolo e per le nostre possibilità abbiamo usato il design sempre a supporto del marketing nella sua totalità, a servizio del prodotto, del prezzo e quindi dei bisogni dei consumatori, dei metodi di distribuzione e delle proposte promozionali.

Abbiamo sempre innovato, e quando non lo abbiamo fatto è stato per scelta. Perché era magari opportuno restare nelle proposte più standard e tradizionali.

Questa lunga riflessione è stata dettata da due cose: la prima è che, per l'ennesima volta, osserviamo che alcuni competitor hanno cambiato taglio e formato delle loro referenze allineandosi alle nostre proposte. E per l'ennesima volta ne andiamo solo semplicemente fieri, senza polemica alcuna e senza condanna alcuna. Ho sempre pensato che se qualcuno è capace di ispirare dei cambiamenti è probabilmente perché viene considerato un esempio da seguire, e quindi viene inserito tra i migliori, i riferimenti positivi. Quindi siamo orgogliosi.

La seconda è che qualche giorno fa, in una bella e lunga discussione su clubhouse, partecipata da tanti professionisti del marketing e da tanti imprenditori, quasi stava passando il messaggio che nei settori tradizionali sia impossibile innovare attraverso operazioni di puro marketing (ma probabilmente perché si ha una concezione distorta del marketing), e soprattutto sia impossibile farlo se conduci una piccola impresa in un oceano di squali.

E nulla, mi faceva piacere condividere con voi il fatto che ogni tanto è anche bello sentirsi fieri del proprio lavoro. Occorre solo avere sempre la consapevolezza dei propri limiti e delle proprie potenzialità.

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