Lo “Tsunami” del Linguaggio Binario

Lo “Tsunami” del Linguaggio Binario

La Rivoluzione Digitale o meglio Rivoluzione Informatica è iniziata nei lontani anni ’50 con la nascita dei primi calcolatori elettronici, nascono le “memorie digitali”. E’ proseguita a strappi nel tempo fino ai giorni nostri, ma la potenza dello “tsunami” del linguaggio binario ebbe inizio negli anni ’90 con la nascita del World Wide Web (primo sistema di condivisione delle informazioni), ovvero quando i bit sono entrati giorno dopo giorno nella vita di ogni individuo, lavorativa e privata.

L’era digitale ha mutato profondamente l’approccio alla cultura, al lavoro, al tempo libero, il rapporto tra le persone, il rapporto con lo Stato. La trasformazione in tutti i suoi particolari dettagli ha mutato enormemente la comunicazione tra gli esseri umani ed è sotto gli occhi di tutti; provate ad osservare attentamente le azioni delle persone in un vagone di un treno o metropolitana e poi contrapponetela al momento giocoso di due cani in un parco, dovreste notare nette differenze comunicative.

I cambiamenti sociali degli ultimi 20 anni ci stanno portando con una certa velocità a utilizzare e interagire con mezzi tecnologici che fino a qualche anno fa non ci saremmo mai immaginati di poter toccare con mano. Nel giro di pochi anni saliremo sulla nostra automobile a cui comunicheremo la destinazione modello “taxi”, un insieme di bit prenderà il volante e ci condurrà in una sede lavorativa, al supermercato, in una località di vacanza e cosa faremo durante il viaggio? In pieno relax saremo certamente su un dispositivo a leggere, condividere, e inviare informazioni…a comunicare.

I forti mutamenti della società, l’elevato numero di dati generati in rete e le esigenze da parte dei consumatori di interagire sempre di più online richiede ai professionisti dell’offerta di esibire processi veloci e molto sicuri soprattutto per quanto riguarda la protezione dei dati.

Nei giorni nostri, non a caso, protagoniste indiscusse sono la tematica della blockchain e della protezione delle informazioni che circolano sulla rete e “sopra” le nostre teste.

La blockchain è un database distribuito sul web e chiunque può prelevarlo, è il Libro Contabile in cui sono registrate le transazioni fatte in Bitcoin (moneta elettronica). Le transazioni vengono distribuite sui nodi che convalidano le informazioni inserendole nel primo blocco libero e un sistema di marca temporale impedisce che lo stesso blocco di informazioni venga utilizzato per 2 acquisti oppure che venga cancellato. I blocchi collegati tra loro formano una catena logica di informazioni, ogni blocco aggiuntivo rafforza quello precedente. Il metodo funziona per un motivo che può sembrare banale ma non lo è, tutti i partecipanti che contribuiscono alla catena guadagnano. Sentirete parlare sempre di più dei “minatori”, ma volutamente non spiego chi sono e vi lascio la curiosità.

E’ intuitivo e importante che la protezione dei dati, legata alla blockchain ma in generale a tutte le informazioni che “viaggiano” in rete, è un forte cambiamento culturale che è necessario affrontare e realizzare per garantire il mondo della rete rendendolo più affidabile. Nel vecchio continente, infatti, è presente dal 2016 con scadenza fissata a maggio 2018 il Regolamento con il quale la Commissione Europea standardizza e rafforza la protezione dei dati personali dei Cittadini.

La rete, Internet, definiamola come meglio crediamo è l’attore principale della rivoluzione storica. Non dimentichiamoci, però, che guardarsi negli occhi senza usare BIT è un momento, un’occasione che non può essere sostituita.

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