L'ORDINE NASCOSTO
(La vita segreta dei funghi)
"Ci sono istanti nell'amore umido in cui il Paradiso è geloso di quel che possiamo fare sulla Terra"
Hafiz
Prologo:
Alzai lo sguardo verso la cima dell'albero. Dal suo tronco spuntavano felci e orchidee, mentre la chioma svaniva in un intreccio di liane.
Sopra la mia testa, con un verso stridulo, un tucano volò via dal ramo su cui era appollaiato e un gruppo di scimmie urlatrici cominciò ad agitarsi producendo un lento fracasso. Aveva appena smesso di piovere e dalle foglie cadevano improvvise cascatelle d'acqua. Una foschia bassa indugiava sul terreno.
Le radici si allontanavano tortuose dalla base dei tronchi e svanivano nel folto tappeto di foglie che ricopriva il pavimento della giungla. Battevo ripetutamente per terra con un bastone per allontanare i serpenti. Una tarantola corse via e mi inginocchiai per seguire il tronco dell'albero e le sue radici in una massa spugnosa dove le più sottili si compattavano in uno spesso intreccio rosso e marrone, teso come le corde di una chitarra. Nell'aria aleggiava un forte odore. Le termiti si arrampicavano lungo quel labirinto e un millepiedi si avvolse su se stesso, fingendosi morto. La mia radice svanì nel terreno, e cominciai a ripulire l'area intorno al punto in cui era scomparsa con una paletta da giardiniere. Aiutandomi con le mani e con un cucchiaio, tolsi lo strato superiore di terra e, scavando con quanta più attenzione possibile, svelai lentamente il percorso della radice, che partiva dall'albero e procedeva sinuoso appena sotto la superficie del suolo.
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Dopo un'ora ero avanzato di circa un metro. La mia radice era ormai più sottile di un filo e aveva iniziato a proliferare in modo incredibile. Non era facile seguirla, poiché si intrecciava alle sue compagne, così mi sdraiai a pancia in giù e affondai la faccia nella bassa trincea che mi ero costruito. Alcune radici avevano un intenso odore di noci, quello di altre era legnoso e amarognolo; le radici del mio albero, quando le grattavo con le unghie, emanavano invece una nota speziata e resinosa. Grattai e annusai ogni centimetro per diverse ore: volevo essere certo di non avere perso la traccia.
Man mano che il giorno avanzava, i filamenti spuntavano sempre più numerosi dalla radice che avevo svelato; ne scelsi alcuni e li seguii fino alle estremità, dove si infilavano in frammenti di foglie o rametti marcescenti.
Li raccolsi e li immersi in una fialetta piena d'acqua per ripulirli dal fango, quindi li osservai con una lente d'ingrandimento. Le radichette si ramificavano come alberelli e la loro superficie era ricoperta da un leggero strato fresco e appiccicoso. Erano proprio quelle delicate strutture che volevo esaminare. Da queste radici, il reticolo di un fungo si allacciava al suolo e alle radici degli alberi vicini. Senza questa "rete fungina" il mio albero non sarebbe esistito. Senza altre reti fungine simili nessuna pianta esisterebbe in nessuna parte del mondo.
Tutta la vita sulla terraferma, compresa la mia, dipende da questi reticoli. Tirai piano la radice e sentii il terreno muoversi.
(Merlin Sheldrake, biologo e scrittore, è ricercatore presso lo Smithsonian Tropical Research Institute, studioso di microbiologia, ecologia, filosofia della scienza. I suoi interessi spaziano dalla storia etnobotanica dell'Amazzonia al rapporto tra suono e forma nei sistemi basati sulla risonanza. È da sempre affascinato dalle relazioni che si instaurano tra gli esseri umani e i microrganismi che popolano il pianeta.
Tradotto in diverse lingue, L'ordine nascosto ha vinto vari premi, tra cui il Wainwright Prize per la scrittura sulla conservazione globale della biodiversità e il Royal Society Science Book Prize.)