LOVE + DEATH + BOOK (CITY)
Nella settimana in cui con Bookcity il libro diventa protagonista della vita culturale di Milano, città che legge più di tutte le altre in Italia secondo i dati pubblicati proprio in apertura dell’edizione, ho avuto un intenso weekend tutto dedicato ai libri.
Ho iniziato il venerdì pomeriggio quando, alla mia consueta lezione agli studenti IED, ho avuto come ospite Mauro Morellini che ha ribadito agli studenti come sempre di più lavorare in editoria, anche per un aspirante graphic designer, significhi fare i conti con qualcosa che non è più soltanto un volume con una copertina e delle pagine stampate all’interno, ma che sempre più si sta trasformando in un contenuto che deve essere gestito su più piattaforme, seguendo la tendenza sempre più presente di storie che si disintegrano, disperdendosi in modo di essere fruite su più canali. Morellini Editore segue questa strada ormai da tempo. Con Extended Book che ormai dal 2020 consente ai lettori delle sue guide e dei romanzi di narrativa che ha in catalogo (sì, anche il mio…) di fruire contenuti extra e continuamente aggiornati e con l’utilizzo della piattaforma Loquis, dove i contenuti delle guide si trasformano in podcast ascoltatili anche mentre si visitano le città descritte nel libro.
A cambiare i libri e la loro fruizione, però, non sono soltanto le possibilità offerte dal digitale: anche i social media stanno cambiando profondamente il rapporto fra i libri e il loro pubblico. Se da una parte il successo dei booktok ha portato molte librerie a utilizzare l’hashtag del fenomeno creando angoli dedicati fra i loro scafali, alla fine di ottobre Bytedance, che di Tiktok è il proprietario, ha annunciato una partnership con l’editore indipendente Zando per la produzione di libri fisici. Le stampe di autori con un forte seguito su TikTok hanno raggiunto nel 2024 la ragguardevole cifra di 41 milioni di unità, con una crescita del 23% sull’anno precedente causata anche dal fatto che gli influenze di libri preferiscono avere fra le mani o sullo scaffale un vero libro da mostrare.
Il desiderio di integrare sempre di più la presenza fisica e quella digitale è stata poi fra gli argomenti che più hanno interessato gli autori che hanno partecipato al piccolo workshop dedicato alla promozione dei libri sui social media, che ho tenuto per Editrice Bibliografica nel pomeriggio di sabato. Le community di lettori che si formano durante i tour per la promozione di un libro possono nascere e crescere proprio sulle piattaforme, grazie anche a un uso accurato delle ads, e le due tipologie di canale possono integrarsi anche in molti modi differenti. Sempre durante la lezione di venerdì, Mauro Morellini ha lanciato il progetto “Morellini Book Club”: un gruppo di lettura dedicato al catalogo dell’editore, che si ritrova online ogni due mesi su Zoom dialogando con l’autore del libro.
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E alla fine di questa settimana particolarmente impegnativa per il mondo milanese che ruota intorno al libro, possiamo dire che Bookcity Milano è un grande Book Club che acquista fisicità durante i giorni della manifestazione, facendo incontrare autori e lettori per riflettere su temi di estrema attualità, ma anche per riscoprire figure che meriterebbero più attenzione, come quelle delle donne raccontate domenica mattina a Palazzo Morando nei libri della collana “Femminile Singolare”, sempre di Morellini Editore e diretta da Sara Rattaro e Anna Di Cagno: vedere la sala gremita ascoltare le storie di grandi protagoniste come la “mia” Maria Gaetana Agnesi, Jeanne Hebuterne, Rose Valland Virginia Apgar e Ruth Handler è stata una bella emozione.
Riuscire a far radunare le persone e le discussioni intorno al libro è anche il progetto di uno dei podcast più interessanti che sto seguendo da qualche tempo, quello di marino Sinibaldi intitolato “Timbuctu - Il podcast che parla con i libri”. Perché con i libri si può intrecciare un dialogo costante, e grazie ai libri si può parlare davvero di tutto. Non è un caso che i sistemi meno libertari vedano nei libri un nemico da combattere. L’associazione PEN America, una organizzazione no-profit che si occupa di protezione della libertà di espressione attraverso la diffusione della letteratura e dei diritti umani, ha raccontato che i libri messi all’indice nelle biblioteche scolastiche statunitensi sono passati dai tremila del 2023 ai diecimila di quest’anno. Fra i titoli messi all’indice anche classici come “Per chi suona la campana”, “Anna Karenina”, “Mattatoio 5”, “1984” e perfino “On Writing” di Stephen King. Non male, per un Paese che negli ultimi decenni si è presentato come un esportatore di democrazia, ma i libri sanno essere più forti di qualunque censura e costrizione.
Come recita una frase che ho lritrovato di recente nella storica libreria milanese “Il Domani”: “Libertà libertà… hinn domà i liber che resten liber anca quando hinn ligàa” (libertà libertà, sono solo i libri che restano libri/liberi anche quando sono legati. E come in Fahrenheit 451, se ci proibiranno di leggere alcuni libri (magari anche togliendoli da quelli che nutrono la conoscenza delle intelligenze artificiali) li manderemo a memoria. Sempre che nel frattempo Elon Musk non arrivi a spiare le parole che abbiamo nel cervello utilizzando il suo Neuralink.