"Ma chi me lo fa fare?!"
Il tema della fatica costante è stato al centro di molti dei discorsi che ho intessuto nelle ultime settimane con le professioniste, imprenditrici e manager che incontro quotidianamente in azienda e nei miei percorsi di empowerment.
Non è raro infatti che molte di loro, donne che siamo solite definire "tutte d'un pezzo", super competenti e determinate, si aprano con me e mi parlino dei momenti di profondo sovraccarico fisico e emotivo che stanno attraversando.
A volte arrivano addirittura a mettere in discussione le scelte professionali fatte, fino a pensare di ridimensionare il proprio ruolo in azienda o di disinvestire nella loro attività da freelance o da imprenditrici per ridurre il carico di responsabilità.
Le domande che le tormentano sono:
Vale la pena fare tutti questi sacrifici?
Arriverà un momento in cui raccoglierò i frutti della scelta di aver messo me e le me ambizioni lavorative al primo posto?
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Non ti nego che anche per me questi mesi siano stati particolarmente sfidanti: sto attraversando un periodo lavorativo intenso, nel quale ho dovuto limitare alcune delle attività che mi piacciono e mi fanno stare bene per mancanza di tempo.
Nonostante questo, non rinnego nulla dei miei 5 anni di attività autonoma e sono convinta di aver fatto la migliore scelta professionale possibile per me.
Che cosa sarebbe di me, oggi, se 5 anni fa fossi rimasta a coordinare la didattica al CFP invece di darmi l'opportunità di cambiare vita mettendo a frutto il mio potenziale e la mia missione?
Sarei forse più soddisfatta e meno stanca di quanto sono oggi?
Sono certa di no, anzi!
Sarei solo più frustrata e scontenta di me e starei ancora vivendo di rimpianti e di rimuginii mentali.
E quando ritorno a questo pensiero, la stanchezza di alcuni momenti lascia spazio ad un immenso sorriso e a tanta gratitudine!
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Nel recente saggio di Andrea Colamedici e Maura Gancitano dal titolo: Ma chi me lo fa fare?, ho ritrovato questa stessa riflessione: abbiamo la necessità di trovare un punto di equilibrio tra la ricerca del senso della nostra vita e la tutela della nostra salute psico-fisica.
Secondo i due filosofi il senso di affanno che molte persone vivono è dato dall'aver separato il lavoro dalle relazioni che contano e dal voler "vivere" a compartimenti stagni, separando il lavoro e la vita personale, che invece sono due dimensioni complementari e non opposte.
A me piace dire che IL LAVORO E' PARTE INTEGRANTE DELLA VITA, uno dei modi per viverla con PIENEZZA, non qualcosa che le si oppone o che la ridimensiona. (O almeno, non dovrebbe,...)
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Ciò non vuol dire che dobbiamo costruire la nostra identità unicamente nel lavoro, ma che può essere importante percepire il lavoro come un aspetto della nostra vita in cui coltivare relazioni positive e stimolanti, allineate ai nostri valori.
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E questa infatti è la cosa principale di cui sono grata e felice oggi.
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Anche la storia di svolta di ROBERTA ti sarà d'ispirazione in questo senso: durante 3MesiXSvoltare, che ha intrapreso come esperienza di valutazione della sua attività di consulente finanziaria ad un anno dal lancio, ha compreso quanto fosse necessario per la sua realizzazione portare sé stessa e i suoi valori nel suo lavoro, lasciando andare quelle prassi tipiche del settore che non sentiva di condividere nel profondo.
E tu ?
Cosa puoi dire della tua vita e di come vivi il tempo e lo spazio del tuo lavoro?
Ti stai dedicando ad una professione in cui riesci a vivere relazioni appaganti e ad esprimere la tua vera identità?
Se la risposta è NO, ti consiglio di ripartire dai tuoi valori: hai ben chiaro quali siano quelli che ti muovono?
Anche se li hai già indagati in passato, ti suggerisco di riguardali a distanza di tempo, perché i valori possono cambiare nella vita: quelli che avevi identificato sono ancora importanti per te?
Magari hai solo bisogno di ricalibrare la bussola: sappi che è legittimo farlo.
L'importante è non trascurare i campanelli d'allarme che ti fanno percepire un disallineamento e, se non riesci a riallinearti da sola, rivolgerti a una guida professionale che possa aiutarti a ridefinire la tua visione e la rotta da seguire per il futuro.
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Se pensi che quella guida possa essere io, rispondi a questa mail per candidarti al programma 3MesiXSvoltare: ho ancora 2 posti per l'edizione estiva e sto già assegnando gli slot disponibili per settembre.
Ti abbraccio,
Cristina