Malgrado i richiami di Beppe Grillo all’unità, prende corpo la scissione nel Movimento 5 Stelle.

Malgrado i richiami di Beppe Grillo all’unità, prende corpo la scissione nel Movimento 5 Stelle.

Nonostante il tentativo di far passare la rottura sulla fiducia al governo guidato da Mario Draghi per una operazione non organizzata, si darà origine a una frammentazione parlamentare per la quale i filogovernativi e i movimentisti hanno ormai preso strade diverse.  ALLA CAMERA DEI DEPUTATI è nata la componente ex M5s del gruppo misto “L’alternativa c’è”, con 13 deputati dissidenti che presto potrebbero aumentare, se si considera che i parlamentari pentastellati espulsi a Montecitorio sono 21. Presto si assocerà anche Paolo Romano. La sua decisione è stata comunicata al termine di una riunione che si è tenuta oggi a Montecitorio e la richiesta dovrebbe essere comunicata dai deputati al termine dell’esame del Milleproroghe. ”La nostra per ora é un’associazione e non si parla di partito ma presto se ne parlerà, che con i suoi parlamentari “darà un aiuto modesto e paziente alla costruzione di una opposizione in Italia. L’obiettivo è quello di stare all’opposizione con Fratelli d’Italia, unico partito finora ad aver negato il suo sostegno all’esecutivo guidato da Mario Draghi. Noi vogliamo essere un’alternativa credibile per dare voce a tutti gli italiani che non si sentono rappresentati da questo governo. Non solo quindi un’alternativa al M5S. Ognuno di noi porterà le proprie competenze all’interno di questo progetto e la nostra sarà un’opposizione costruttiva. La nostra ambizione è quella di crescere. Questo progetto non è nato guardando ad Alessandro Di Battista, anche se il suo supporto sarebbe molto gradito. Se vuole dare una mano siamo contenti ma in prima linea ci siamo noi in Parlamento: dobbiamo dimostrare di saper fare opposizioni. Penso che, sicuramente, a breve arriveranno altri parlamentari. L ‘obiettivo è agire al più presto e arrivare in tempo utile per contendere a FdI le presidenze delle delle Commissioni di garanzia, che ora sarebbero tutte del partito di Giorgia Meloni. Vorremmo dire qualcosa sulla Vigilanza Rai e anche su Copasir e Cassa depositi e prestiti”. Al SENATO, invece, le strategie sono diverse: gli espulsi, contestando il provvedimento deciso dal capo politico pro tempore Vito Crimi, si preparano alla battaglia legale per contestarne la legittimità. Dall’altra parte ci sono quelli che tentano di creare un gruppo sotto il simbolo dell’Italia dei valori di Antonio Di Pietro. 

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