MANGIATORI DI BUFALE
Che cosa induce chi dubita persino della rotondità della Terra a prendere come atto di fede che la sorella di Laura Boldrini faccia soldi con i migranti o che due ambulanze di Bari siano in mano all’Isis?
Il paradosso della modernità è che, più uno diffida di chi e di ciò che conosce, più si lascia intortare dal primo che passa. E più si sputa sulle verità ufficiali, più si divorano quelle ufficiose senza neanche prendersi la briga di controllarle (bastavano due tasti del computer per scoprire che la sorella della Boldrini faceva la restauratrice e soprattutto che è morta).
C’entra la perdita di prestigio delle cosiddette «autorità»: un derby di Roma fu sospeso per la presunta morte di un tifoso fuori dallo stadio, nonostante il prefetto in persona avesse rassicurato le curve che si trattava di una bugia. E c’entra l’orizzontalità della Rete, dove davvero «uno vale uno»: nel mezzo di una polemica sull’unità d’Italia, a un amico capitò di spedire al suo interlocutore l’opinione di Benedetto Croce e l’altro replicò postandogli il parere sgrammaticato dell’ospite di una tv locale, che evidentemente ai suoi occhi valeva almeno quanto quello dell’illustre filosofo.
Ma forse il motivo principale è psicologico. Una persona diffidente tende a credere alle calunnie che riguardano coloro verso i quali prova rabbia e paura, immigrati e politici in primis. Nelle bufale cerca la conferma di un pregiudizio che ha già. Il suo implacabile ragionamento suona più o meno così: la Terra sarà pure rotonda, ma se lo sostiene la Boldrini, allora è sicuramente quadrata.
Massimo Gramellini