Media italiani: vecchiume o novità?
Di Rodolfo Veneziani

Media italiani: vecchiume o novità?

Portobello, Techetè, La Dottoressa Gió, I migliori anni, Renzi Arbore e la sua cricca, fiction ambientate negli anni ‘50 che ricalcano i vecchi sceneggiati... la TV italiana è sempre più persa in un passato mitico.

Per quanto riguarda i segmenti di spettatori, a differenza di quanto si possa credere il 48% degli intervistati fra i 25-34enni e il 58% fra i giovanissimi under 25 dice di vedere ogni giorno la RAI (Fonte CENSIS). 

Poi c’è la pubblicità che riprende i soliti e vecchi stereotipi, la musica e le polemiche contro la Trap, la radio che riemerge anche grazie agli smartphone, i giornali in crisi. I social, i canali digitali e le smart tv pur se in crescita costante, non sembrano intaccare nella sostanza il tradizionalismo di fondo della cultura italiana, anzi sembrano confermarlo e amplificarlo in una gigantesca echo chamber. Il medium insomma non sembra influenzare più di tanto il messaggio.

La domanda mi sorge quindi spontanea: sono i grandi network italiani e in generale i media a non voler cogliere le nuove tendenze e ad osare o sono gli italiani (giovani e non) a non voler uscire dal proprio guscio fatto false sicurezze?

Ma forse questa domanda ne nasconde un’altra più profonda: i media devono solamente rispecchiare il volere delle loro audience o possono tentare di introdurre qualche novità, forzare un po’ la mano e aprirsi al futuro?

Damiano P.

Product Designer • Design Leadership • Project and Team Management • Knowledge Explorer

5 anni

Rodolfo ti poni dei quesiti interessanti, e hai riportato dati che difficilmente avrei riconosciuto. La tua domanda è interessante e vorrei capire come vedresti i media dei prossimi 10 anni e quali pensi siano le innovazioni da riportare alla televisione "tradizionalista" italiana.

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