Migliorare i rapporti coi collaboratori  - X, Y, Z... generazioni a confronto -

Migliorare i rapporti coi collaboratori - X, Y, Z... generazioni a confronto -

Il mondo del lavoro ha ancora molte zone inesplorate, poco conosciute o trascurate. Migliorare il clima aziendale, favorire la comprensione tra le persone è una via sicura per aumentare risultati e profitti. Non una grande novità, posta in questi termini. Tuttavia, permane ancora in tante società una cultura del lavoro fondata sulla “pressione psicologica” e l’imposizione di ordini calati dall’alto, senza contraddittorio, scambio di informazioni e collaborazione. Tecniche che portano qualche risultato nell’immediato, ma che alla lunga sono inevitabilmente controproducenti. Tecniche che oltremodo sono datate e che quindi denotano una certa arretratezza culturale dell’azienda stessa.

Gli atteggiamenti sbagliati, che frenano o impediscono la crescita, sono molteplici. Uno dei più grandi fattori limitanti è quello di ragionare come se le persone fossero tutte uguali o tutte uguali a noi. Sesso, nazionalità, origini, età fanno di noi delle persone con aspettative, modo di porsi e capacità di analisi anche molto differenti.

I modelli, i riferimenti e i meccanismi mentali ed emotivi che portano ognuno di noi a prendere ogni giorno tantissime scelte e decisioni sono diversi in quanto sono il frutto della nostra esperienza. Sono la conseguenza del luogo in cui siamo cresciuti, delle amicizie che abbiamo coltivato e anche del periodo in cui siamo nati.

Una delle sfide più impegnative da affrontare oggi è quella di far coesistere 4-5 generazioni nello stesso posto di lavoro contemporaneamente. Sfida ancora più complessa in quanto gli ultimi anni hanno visto un’accelerazione sempre più rapida del progresso e di conseguenza del modo di crescere e di formarsi dei giovani.

Oggi si parla molto dei millennials, che tanti, anche sui media, confondono con quelli nati nel nuovo millennio. I millennials sono, invece, coloro che nel nuovo millennio sono diventati maggiorenni. Assodato che non si possono indicare delle date nette tra un prima e un dopo, quando si parla di cambiamenti culturali e sociali, si definiscono millennials i nati dall’inizio degli anni ’80 fino a circa il 1996.

Chi è venuto al mondo dopo appartiene alla generazione Z, o Centennials, mentre la precedente si chiama Generation X.

Questi sono gli archi temporali tra le generazioni come sono universalmente accettate, con qualche anno di differenza a seconda della fonte.

·        Silent Generation   1928-1945 (Grande Depressione e II Guerra Mondiale)

·        Baby Boomers  1946-1963 (Boom economico e delle nascite)

·        Generation X  1964-1980 (Con il 1964 la natalità inizia a diminuire – ‘68)

·        Millennials  1981-1996 (Cresciuti con lo sviluppo delle tecnologie Hi-tech – Caduta del muro di Berlino)

·        Generation Z  1997 in poi (Nati con l’Hi-Tech – Non hanno ricordi dell’11 settembre)

A complicare un po' le cose esistono anche gli Xennials, nati tra il 1977 e il 1983 quando le moderne tecnologie non esistevano ancora. Tecnologie che sono arrivate in seguito, durante la loro adolescenza, quando gli Xennials hanno imparato ad usarle. Infine, “starebbe” per nascere la generazione alpha, che “dovrebbe” comprendere quelli nati dopo il 2010 circa, ma non ancora “ufficializzati”. È comunque la generazione che crescerà insieme ad uno sviluppo impressionante dell’intelligenza artificiale (AI) e si confronterà sul lavoro con le prime conseguenze degli accordi economici della via della seta.

Una generazione, infatti, non può essere definita solo in base ad una data. Quelli nati, ad esempio nel 1975, appartengono alla classe e non alla generazione del 1975. Si parla di generazione quando i nati in un certo periodo hanno vissuto un cambiamento o una novità talmente forte da “generare” un modo di vivere e di vedere le cose molto diverso da prima.

I prossimi articoli che scriverò saranno dedicati ognuno ad una di queste differenti generazioni, per capirle e comprenderle meglio. Per vederne i punti di forza e i limiti, così da trovare punti di contatto con chi ha un’età diversa, e limitare i motivi di attrito e di incomprensioni.

Ci tengo a precisare che l’essere umano ha delle caratteristiche, delle necessità e prova dei sentimenti che si sono formati ed evoluti lungo tanti secoli. Questi tratti permangono saldi in tutti noi, non cambiano velocemente, anche se il progresso corre sempre più rapido. Essere gentili e prestare attenzione e rispetto fa piacere e rende felici chiunque, sia un Baby Boomer che un Centennial. Tanti poi non si ritrovano in queste categorie, ed è giusto così.

Ciò che mi ha indotto ad occuparmi di questo tema è che è meglio capire come viene vista dall’esterno, dai media, sui social e nel sentire comune ogni generazione e come ogni generazione accetti o sia infastidita da come viene inquadrata e catalogata. Non bisogna poi sottovalutare la possibilità che adolescenti cresciuti dentro certi stereotipi (sei un millennial depresso, sei un X generation spaesato e senza identità) poi si convincano della loro veridicità e li facciano in parte loro.

Lo scopo è quello di conoscersi meglio per collaborare meglio, evitando di sprecare tempo ed energie in inutili muri contro muri.


Giordana Risi

International Certified Soft Skills Trainer | Creo con te l’approccio più adatto verso le altre persone per ottenere la fiducia che ti occorre per portare avanti i tuoi progetti e la tua carriera | Founder of Imagement

5 anni

Un tema molto attuale e interessante dal punto di vista della sociologia dei consumi.

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