Millenials: come si rapportano a lavoro e comunicazione

Millenials: come si rapportano a lavoro e comunicazione

Il 74% della generazione nata tra il 1980 e il 2000, i cosiddetti Millennials, è sempre connessa ad internet, prevalentemente da mobile. Stiamo parlando di circa 8,3 milioni di ragazzi.

Mi sembra evidente come questa generazione includa, nella propria vita e nelle proprie abitudini, uno sguardo ampio e globale sul mondo. Che si tratti di relazioni interpersonali, che si tratti di acquisti o di informazione, tutto è filtrato e gestito in un primo momento attraverso uno smartphone.

I giovani “nativi digitali”. Non sono solo nati in un ambiente già digitalizzato, che gli ha permesso di sviluppare una forma mentis adeguata e flessibile, ma rappresentano la prima generazione globale, che spende in media due ore al giorno su internet tramite smartphone. Fruiscono di contenuti digitali direttamente in mobilità, infatti in ogni fascia oraria i Millennials connessi da mobile sono circa 3 volte quelli connessi da PC. Ad accompagnare questa evidenza, c’è un altro dato a mio avviso interessante: per questa generazione, internet supera per contatti e accessi la televisione in qualsiasi fascia oraria (persino tra le 21 e le 24).

Come cambiano le forme di comunicazione. Osserviamo cambiamenti sia in entrata che in uscita. Qualsiasi azienda che voglia parlare a questa generazione deve tener conto dei mezzi e delle piattaforme utilizzate dai Millennials per poterli raggiungere in maniera efficace ed efficiente. Parliamo di Social Network e di forme di comunicazione rapide, affascinanti e molto mirate. Questa generazione si informa, acquista (il 69% di loro sceglie autonomamente i prodotti ed i servizi da consumare tramite il web), socializza e comunica tramite smartphone. Basterà pensare che circa 1,6 miliardi di utenti attivi mensili di Facebook appartiene a questa generazione. Per loro, comunicare è anche condividere.

Questo approccio alla tecnologia si riflette sul mondo del lavoro. In primis in termini di ricerca del lavoro, filtrata attraverso piattaforme come LinkedIn. A livello globale, circa 87 milioni di Millennials sono su LinkedIn e valutano un’azienda anche in base a come si presenta su questo social e, in generale, sul web. Ma anche all’interno dell’ambiente lavorativo hanno un approccio “digital”: sono abituati alla flessibilità, pur avendo bisogno allo stato attuale di più sicurezze, a pensare in maniera dinamica, interconnessa, a spaziare sui contenuti anche grazie al supporto di internet.

Da un punto di vista strategico, questa generazione può rappresentare un target prioritario, capace di cogliere e adottare rapidamente innovazioni di prodotto e servizio. Analizzando un’interessante ricerca di Erwan Paccard, Director di Omnichannel Strategy di Dynatrace, si capisce che il 37% dei Millennials usa il proprio dispositivo per acquistare direttamente quando si trova in negozio, mentre il 67% lo fa per confrontare prezzi, leggere recensioni, scaricare coupon.

Un dato ancora più interessante è che più di 8 su 10 abbandona l’acquisto se il sito mobile o le app sono lenti o non sono in linea con le aspettative (es. presenza di bug). E come si comporta, poi, questa generazione se non è soddisfatta della sua esperienza online dell’azienda? Il 51% di loro ne parlerà male sui social network.

 Dati alla mano, risulta basilare per le aziende considerare queste dinamiche, preoccupandosi di rendere responsive il proprio sito e di offrire ai clienti un’esperienza adeguata alle loro aspettative. Se teniamo presente che solo il 68% dei Millennials dichiara di riutilizzare sito e app che non li hanno soddisfatti, la perdita di possibili prospect o clienti è significativa.

Definire strategie di crescita che tengano conto di questa generazione non è consigliato, è d’obbligo.

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