MINACCE EVOLUTE: QUALE SICUREZZA PER I DRONI?

MINACCE EVOLUTE: QUALE SICUREZZA PER I DRONI?

Gli aeromobili a pilotaggio remoto (APR) o Unmanned air system (UAS), comunemente detti droni, sono un esempio perfetto di come l’evoluzione delle tecnologie di volo, abbinata alla possibilità odierna di importare e gestire grandi quantità di dati oltre che di comunicarli in tempo reale in rete, permettono di esplorare campi di utilizzo completamente nuovi e di acquisire vantaggi competitivi importanti.
Quali sono però gli aspetti da prendere in attenta considerazione prima di utilizzare questi dispositivi?
Fatti recenti balzati agli onori della cronaca hanno messo in luce i possibili rischi associati ad un utilizzo poco accorto o spericolato dei droni: ad esempio, quest’inverno un drone è caduto a breve distanza dallo sciatore austriaco Marcel Hirscher durante una gara di slalom a Madonna di Campiglio. Invece lo scorso ottobre un drone è atterrato nel prato della Casa Bianca, nonostante l’area fosse stata dichiarata “no-drone zone” con una campagna mediatica in giugno e multe salate, fino a 25.000 dollari.

Dobbiamo quindi preoccuparci per un uso non conforme e troppo diffuso dei droni? Qual è oggi il livello di sicurezza dei droni?

I timori associati alla sicurezza dei droni sono oggi collegati alla loro diffusione su larga scala: sempre più economici da acquistare, semplici da far volare, difficili da intercettare, esiste oggi realmente la possibilità che singole persone, anche involontariamente o per seguire una moda (come è quella di  condividere sui social le riprese fatte “in volo”), siano poco attente ai rischi associati e alle norme che ne regolano l’utilizzo.

Il volo telecomandato storicamente ha avuto origine in contesti in cui si doveva operare senza piloti o personale sui velivoli: ad esempio, voli in zone pericolose, radioattive,  e altre condizioni ostili per gli uomini. .....

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Manuel Di Casoli

Global Security Advisor

8 anni

Nel Cantiere di Expo, a suo tempo, ben 2 droni certificati come supersicuri sono precipitati miseramente. Meno male che li facevamo volare solo a Sito chiuso... Meglio vietare, fino a prova di un livello credibile di sicurezza. L'incolumità delle persone, allo stato, non è sufficientemente garantita.

In Italia quando non si capisce si vieta. E' questo lo spirito del regolamento. Sono così comparsi vari attori che hanno messo su un bel business da tutto questo, ma la sicurezza è un altra cosa. Io come pilota mi fido già poco di un super certificato comandante di linea che potremmo scoprire a nostre spese non è capace di uscire da una vite. L'ATR72 di Conca di Crezzo e l'Airbus Airfrance schiantatosi in pieno Atlantico ne sono un esempio. Chi rilascia le certificazioni per i droni non sempre ha tutte le competenze del caso. La maggior parte dei droni interessati da questo polverone solo solo dei piccoli giocattoli che se usati per lavoro sarebbero dovuti semplicemente rientrare nella normativa per il lavoro aereo, senza rompere le scatole agli aeromodelli che già volavano in zone segregate al di fuori dei centri abitati.Come pilota ed aeromodellista trovo che il nostro paese sia rimasto al palo nel settore aeronautico grazie a burocrati incompetenti e governanti "sinistrati".

Luca Tenzi

Esperto di sicurezza internazionale and resilienza delle organizzazioni, relatore e docente e autore sulla convergenza tecnologia della sicurezza

8 anni

Articolo molto utile. Non sono un esperto ma sono sempre sorpreso di leggere articoli che parlano di 'Droni" etc. Il controllo remoto di aereomodelli, veicoli e imbacazioni esiste dagli anni 60 (aereomodelli ).... ma nessuno sembra capire che una legge sui "droni" deve prendere in considerazione o escludere in maniera chiara il modellismo e deve coprire tutti i mezzi a controllo remoto, terresti, aerei e marini. Una differenza sostanziale tra modelismo e "droni" è la distanza nella gestione remota

Debora Casalini

Marketing assicurativo - La mia mission è comunicare l'importanza di curare e capire l'assicurazione come strumento per contenere perdite economiche nel business e far conoscere le competenze e il brand di Margas

8 anni

Nell’uso civile, “drone” spesso equivale alla parola “multirotore” o “multicottero”. Grazie ai progressi fatti dalle schede di controllo, i multirotori sono macchine volanti molto stabili, relativamente facili da pilotare ed in grado di trasportare apparecchi di ripresa video (tipo GoPro), permettendo di eseguire riprese aeree di qualità con un investimento relativamente modesto. L’Enac, a fine 2013, ha emesso un regolamento per questa tipologia di apparecchiature volanti, chiamandoli “APR” – Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, e prevedendo l’obbligo di assicurazione droni per la Responsabilità Civile entro il 30.4.2014. Il Regolamento è è stato aggiornato nel 2015: http://goo.gl/EyiYlZ Per completare l'esaustivo post di Elena che giustamente è incentrato sui rischi che il drone rappresenta, aggiungo una nota sulle opportunità, per chi li usa, di tutelarsi. Se non dalla malafede, certo, almeno dall'incidente. Anche per il Terzo danneggiato l'informazione può essere utile perché un velivolo ben assicurato può garantire un risarcimento. Esiste la possibilità in effetti di coprire i danni a terzi come i danni che il drone dovesse subire a causa di un malfunzionamento o incidente. Bisogna solo farsi consigliare. Nel 2014 abbiamo avuto modo di strutturare una soluzione per una serie di droni Aeronavics.

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