Ministero della Istruzione e del Merito, qualche considerazione
L'aggiunta della parola merito al nome del ministero della istruzione all'inizio mi ha stupito, ma la ho trovata abbastanza logica.
Per me il merito è l'insieme delle capacità e della volontà che si mettono nel fare le cose e di abitudine sono focalizzato sul risultato di qualsiasi cosa una persona faccia per ottenerlo.
Poi gli amici mi hanno fatto riflettere: ho notato come il concetto di merito e di meritevole siano molto focalizzati verso la volontà messa nel fare qualche cosa, verso la fatica.
In realtà a me la cosa non torna, io insegno all'ultimo anno della magistrale al Politecnico di Milano, la quinta scuola di design nel mondo, la nostra laurea e il relativo voto sono per i professionisti che licenziamo una parte importante del biglietto da visita con il quale si presenteranno ai clienti e considero questa una grande responsabilità.
Un giorno parlando della tesi bellissima di uno studente mi sono sentito dire "Bellissima, ma non è merito suo, è naturalmente portato per la materia e la ha fatta senza grande sforzo".
In certe situazioni mi viene speso in mente una battuta della mitica pellicola I soliti ignoti: "E chi se ne frega non ce lo metti?".
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Quando valuto uno studente io valuto le competenze e le conoscenze che ha acquisito seguendo il mio corso, se poi intuisco anche che ha studiato con molto sforzo posso pensare di dargli uno o due punti in più, ma nulla di sostanziale.
Le persone non sono tutte uguali e inevitabilmente in ogni ambito ci sono studenti che facilmente riescono e altri che fanno una grande fatica, ma secondo me non per questo vanno premiati più di tanto. Uno di quelli che considero un grande successo nella mia carriera di professore fu una studentessa di informatica alla quale dopo tre volte che si presentava diedi un 18 in Sistemi uno, esame piuttosto facile. Finito l'esame la invitai a bere un caffè e le spiegai che secondo me non era fatta per la materia. La rincontrai anni dopo medico e mi abbracciò ringraziandomi per averla aiutata a prendere la decisione di cambiare facoltà e fare qualche cosa di più adatto al suo modo di pensare.
Del resto provate a pensarci un attimo. Preferireste farvi aprire la pancia da un chirurgo che si è specializzato facilmente perché dotato di eccezionale manualità o di uno che non la aveva, ma che con tanto esercizio è riuscito a raggiungere un risultato accettabile? Preferireste al prossimo volo un pilota che dall'inizio aveva il volo nel sangue o da uno che faceva grande fatica e atterrare correttamente, ma poi con tanto esercizio ha imparato?
Se proprio vogliamo chiamiamolo Ministero della Istruzione, della Professionalità e del Merito, ma forse Istruzione era più che sufficiente.
O no?