naufragio nella notte (assurditè)

naufragio nella notte (assurditè)

Trovi il mio contributo qui: https://www.siamounmagazine.it/le-uscite-della-settimana-6/


Chiara Balzan è la voce di Assurditè, una elegante e romantica cantautrice che ha dato prova delle sue doti canore vincendo “Miglior performace della serata” al concorso Musicultura 2021, calcando il palco del MI AMI e quello dei festival italiani e attraverso la nomina di “artista del mese” di febbraio 2023 di MTV New Generation con “Pressione Bassa”.

A settembre ha rilasciato l’omonimo EP e recentemente, oltre il singolo appena citato, ha pubblicato “Amore&casino” e il 5 maggio “Figlie della Luna”.

E’ una giovane artista che si è lasciata sedurre da essenze musicali come Ella Fitzgerald e Chet Baker, per cui risulta quasi impossibile non trovare quei semi di malinconia, sparsi qua e là, ed è così naturale assaggiare la frizzantezza della notte.

A scandire il tempo di quest’ultima fantasia è lo sguardo placido della luna.


Esso si posa leggero e quieto, con tutta l’intenzione di intendere i suoi segreti, che tali rimangono all’ascoltatore.

Non è ben chiaro il messaggio di dispiacere che vuole confessare al suo pubblico.

Il corpo celeste, invece, riconosce il suo stato d’animo e ne segue il moto dello spirito fino ad accompagnarla.

Lascia la casa per avviarsi chissà dove, vestita di chissà cosa. Non sappiamo chi vuole essere stanotte.

Se non altro ne conosciamo tutta l’intenzione di voler essere figlia della luna.

Una meraviglia tutta femminile quella di identificarsi, e quasi volersi confondere, con il misterioso satellite.

Non c’è tempo di fermare questa corsa senza fine, “brilla ogni forma, ogni curva”.

“Brindo questa notte, quella prima e quella dopo”: “dimmi che ore sono, che non vedo come sono”.


Vorrebbe specchiarsi, ma forse non ce n’è bisogno. “Dentro vetri rotti, vedo la mia immagine”.

Che dolce disastro.

L’impossibilità di controllare il tocco luminoso della sua bocca non la fermerà mai, per niente al mondo.


Alla ricerca di una sensazione qualsiasi, tocca il fondo, si guarda dentro, cercando di decifrare il suo umore simile a un “cielo instabile”, ed inciampa. La gonna è troppo lunga.

Senza storia e senza età, eroina di un sogno, farfuglia parole a caso (“questa non è una città”), “cammino storta al mio ritorno”.

Non so più come si fa a stare bene”, “non so più come si fa, non lo so più”.

Chiede soltanto di stare in disparte e sognare. Non vuole mica la luna.


Una volta il suo nome d’arte era “Enivrez vous”, che, per citare Baudelaire, significa “ubriacatevi” di poesia, di vino e di virtù.

Per mantenere la promessa dei naufraghi della notte, qualche goccio di Grey Goose la abbaglia.

Le sembra di rivedere qualcosa ancora. La luce del buio rende convincente questa sua tenera illusione.

La luna le sta sussurrando qualcosa. L’amore non viene mai una volta sola, Chiara.

O forse era Cesare Cremonini... A questo punto non ha più importanza.


A cura di Giorgia Celentano ★

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