Nei primi mesi del 2022 i costi di energia sono suppergiù triplicati rispetto allo scorso anno. E il peggio deve ancora arrivare
Nel 2021 MICROingranaggi spendeva ogni mese, di energia elettrica, una cifra che consideravamo ragionevole, grazie a un contratto sottoscritto da una rete di acquisto organizzata da A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie di cui facciamo parte e che ci consentiva, fino a qualche tempo fa, di beneficiare di un prezzo bloccato.
Nei primi mesi di quest'anno i costi sono suppergiù triplicati.
Nei mesi che ci aspettano ipotizziamo che l'incremento delle bollette sarà decisamente significativo indipendentemente dallo scenario che si prospetterà.
Ecco, questa è la nostra situazione.
Una situazione che immagino sia analoga a quella di un po' tutte le imprese del nostro e di altri paesi.
Uno dei problemi più grandi è che però questa crisi energetica non riguarda tutti i paesi. Ciò significa che moltissime aziende non possono girare gli extra costi sui clienti in quanto le commesse verrebbero annullate e girate verso fornitori di altri stati dove questi extra costi non ci sono.
Cosa fare quindi?
Considerando che il delta fra il costo dell'energia durante la notte e quello durante il giorno è minimo in relazione all'importo attuale, una valutazione che potrebbe essere avere senso fare è quella relativa al fotovoltaico.
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L'idea di investire in un impianto fotovoltaico mi passa per la testa da una quindicina di anni, ma per una ragione o per l'altra c'erano sempre state priorità diverse.
Oggi, per ovvie ragioni, questa valutazione è diventata una priorità.
Purtroppo ci sono dei rallentamenti dovuti alla difficoltà anche solo ad avere preventivi, poiché il mondo dell’edilizia è ancora drogato dagli incentivi al punto che la reattività è quasi nulla.
In ogni caso, analizzando i dati dei nostri consumi energetici, abbiamo avuto conferma del fatto che, in MICROingranaggi, il picco massimo lo raggiungiamo durante le ore diurne – tra le 8 e le 18 per la precisione – quindi la scelta del fotovoltaico è indubbiamente interessante.
Con quelle che sono le tecnologie attuali un impianto fotovoltaico ha una durata media di 15 anni e il punto di breakeven che hanno dato a un'azienda come la nostra è intorno ai sei. Altro punto a favore di questo investimento, ma naturalmente le valutazioni da fare sono tante. Molti gli aspetti da considerare (dalla posizione dello stabile all'orientamento del tetto e via dicendo) e, di conseguenza, anche pro e contro.
Sostanzialmente...
PRO: costo più basso dell'energia, maggiore sostenibilità ambientale.
CONTRO: dipende. I contro andrebbero valutati immobile per immobile, perché ci sono delle condizioni tecniche che devono essere rispettate.
In ogni caso, fotovoltaico o meno, quello che mi preoccupa maggiormente (e che credo preoccupi anche la gran parte di voi) è che
Meccanico
2 anniÈ un bel problema, è un investimento importante. Seguendoti, ipotizzo che riuscirai a trovare una soluzione. Forza e Coraggio.
Consulente Strategico Senior | Specialista Cina | Impianti Industriali, Automazione, Certificazioni | 30 anni
2 anniIn montagna sé colti da tempesta si scava una truna, vi si accuccia dentro, coprirla con un telo e attendere che passi. Credo che la questione energetica, nata verso la fine del 2020 non possa perdurare per sempre. Una possibile opzione da valutare è quella di creare soluzioni ponte, affinché passi la tempesta, con sub forniture da paesi con costi energetici non intaccati dal problema. Europa dell'est, Eurasia, Asia.... sono. aree con clusters tecnogici che se ben gestiti possono offrire forniture che in questo frangente permettono la sopravvivenza. Perdere un cliente poi non lo recuperi più.....
Direttore Generale | Direttore Operation | Direttore stabilimento | Business Development Manager | Process Reeingineering | Specialista Nuove Tecnologie
2 anniNon è risolutivo ma -per ridurre il "moltiplicatore x3"- può essere utile installare un impianto fotovoltaico di autoproduzione energia elettrica. Alle attuali condizioni di mercato (acquisto impianto PV e acquisto energia), un impianto in grado di produrre il 50-60% del proprio fabbisogno si ammortizza in tre anni, forse anche meno.