Nel 2017 prendiamoci più rischi
Buona parte della mia vita da consulente assicurativo e finanziario l’ho vissuta intorno al rischio.
Da una parte nel mettere in guardia persone ed aziende dai rischi che avrebbero potuto compromettere la situazione.
Dall’altra, soprattutto come consulente finanziario, ho dovuto fare fronte alla naturale avversione al rischio delle persone; nessuno vuole davvero rischiare.
Negli ultimi anni però, come tutti d’altronde, ho dovuto ripensare il concetto del rischio.
L’unica cosa costante è il cambiamento è una frase con la quale tutti abbiamo dovuto fare i conti. Sarà anche una cosa scontata ma cambia davvero le regole del gioco.
Piaccia o no la strada è questa e sarà difficile tornare indietro.
Crescita vs rischio
Nella vita di ogni giorno, come professionista, come imprenditore, come persona, sai che una decisione importante presuppone il rischio.
Già il concetto di libero professionista e imprenditore è naturalmente rischioso.
Quando circa 20 anni fa, dopo essermi brillantemente laureato, ho deciso di dedicarmi al mondo assicurativo e finanziario e farlo come libera professione… beh sembrava una scelta temeraria.
Perché non un bel posto fisso in banca?
Oggi potrebbe sembrare che non sia cambiato nulla ma in realtà il cambiamento è enorme.
Lasciare un lavoro stabile, dopo anni, per una posizione più allettante è una cosa sempre più frequente.
Certo il rischio c’è ancora ma ormai lo sai, hai imparato che c’è tantissimo rischio anche nello status quo; nel pensare che le cose non cambino.
Pensa se domani ti capitasse l’opportunità di lasciare la piccola azienda nella quale lavori per una posizione gratificante in una start-up.
Potresti ancora manifestare l’avversione al rischio e scegliere di rimanere, di non cambiare. Potresti pensare che è rischioso lasciare qualcosa di stabile ma probabilmente non avresti davvero questa certezza.
In un anno o due le cose potrebbero rovesciarsi clamorosamente: la tua piccola azienda potrebbe chiudere sommersa dalla concorrenza e quella start-up strampalata potrebbe diventare un colosso mondiale.
Siamo nel campo delle ipotesi ma non è certamente la prima volta che le persone pagano queste scelte.
Prendere pochi rischi, sarà strano dirlo, ma non conviene più.
E’ davvero tempo di rischiare.
Ne parla Karen Firestone in un libro emblematico che ho appena letto “Even the Odds: Sensible Risk-Taking in Business, Investing, and Life”.
L’idea di Karen è quella che nonostante le persone predichino l’avversione al rischio e sembrino comportarsi di conseguenza, in realtà ciò che si considera un comportamento sicuro contiene più incertezza di quanto sospettato”.
un breve estratto puoi trovarlo in questo post su hbr.org
COME PRENDERSI PIÙ RISCHI CONSAPEVOLMENTE?
Nel libro Karen non incita a prendersi rischi in maniera folle ma suggerisce di farlo in maniera oculata. Di fermarsi a pensare, di raccogliere dati ed informazioni per:
- capire quanto è davvero rischioso ciò che riteniamo rischioso
- capire quanto è davvero sicuro ciò che riteniamo sicuro
Non è un suggerimento particolarmente innovativo ma è pieno di significato e mi trova d’accordo.
Ragionando sul tema, sul prendersi rischi, però ho trovato anche molto di quella che da sempre è stata la mia idea del campo assicurativo e della previdenza.
Ne parlo quasi tutti i giorni e da un anno nel mio blog: “non succede, ma se succede… siate preparati”.
L’idea è quella che quando investi il tuo denaro, se sei coperto dagli imprevisti puoi “rischiare” di più (e quindi nel tempo guadagnare di più).
Ed è proprio quello che succede lì fuori. Secondo una recente indagine del CINEAS, le medie imprese italiane che adottano un metodo di gestione integrato e trasversale dei rischi presentano una redditività maggiore del 38% rispetto a quelle che non lo fanno.
Sì, non è un refuso, TRENTOTTO PER CENTO!
L’idea è anche che più ti prendi dei rischi, più dovresti essere protetto dall’incertezza.
Anche questo può sembrare banale ma funziona.
Soprattutto permette di ragionare in modo nuovo sui concetti di assicurazioni e previdenza.
Non si tratta di essere pessimisti o di pensare che le cose brutte debbano capitare a te.
Si tratta di serenità, di avere un piano B e di potersi permettere di rischiare.
Perché per qualcosa di migliore, già oggi ma domani sempre più, dobbiamo prenderci dei rischi.
A presto, Alberto
p.s.1 se non ci vediamo o non ci sentiamo... Buone Feste e non mettere troppo a rischio il girovita! 😉
p.s.2 se vuoi approfondire qualcosa o hai qualche domanda, che ne dici di una chiacchierata insieme?
Collegati con me su LinkedIn per concordare una breve telefonata o una call su Skype.
O prendere un caffè insieme se ti trovi a Catania.
"Consulente finanziario ed assicuratore. Sono un tipo ottimista. Così ottimista che non posso pensare che il domani sarà meno bello di oggi. Proprio per questo bisogna pensarci!"