NEWSLETTER DI CASTANICOLTURA SOSTENIBILE n. 1 del 15 gennaio 2018 FASE DI SVILUPPO DELLA PIANTA: Riposo vegetativo
NEWSLETTER DI CASTANICOLTURA SOSTENIBILE
n. 1 del 15 gennaio 2018
FASE DI SVILUPPO DELLA PIANTA: Riposo vegetativo
Per informazioni meteorologiche consultate il link
http://www.arpa.emr.it/sim/?previsioni/regionali
Un bilancio dell’annata 2017: una stagione difficile
Il 2017 è stata una annata eccezionale dal punto di vista climatico caratterizzata da una diffusa siccità estiva
che ha messo in forte difficoltà i castagneti di molte aree produttive. Abbiamo già commentato i dati forniti
da ARPAE che hanno segnalato come la
temperatura estiva del 2018 sia stata la più
alta dal 2003 e come la piovosità sia stata la
minore in assoluto nel periodo controllato
(2001-2017). Purtroppo la combinazione fra
temperature massime superiori alla norma
e bassa o nulla umidità ambientale hanno
causato una sensibile sofferenza alle piante
e un sensibile calo produttivo.
Nella parte più bassa (<400 metri slm) la
produzione è stata quasi nulla per la forte
cascola di ricci avvenuta durante l’estate.
Nelle zone più alte e più fresche la
situazione è più varia. Si passa da aree in cui
il danno è stato molto elevato con perdite
di produzione del 60/70% ad altre in cui la
produzione è stata sufficiente anche se di
scarsa pezzatura. Unico dato generalmente
positivo la buona e in alcuni casi ottima
qualità del poco prodotto disponibile.
Ai danni provocati da questa estate torrida vanno purtroppo sommate le catastrofiche conseguenze provocate dalla nevicata dello scorso 13 novembre che ha provocato danni strutturali ai castagneti da frutto dell’Appennino di tale entità da mettere in discussione la sopravvivenza stessa di moltissimi impianti.
I danni sono stati causati dal rapido accumulo di neve molto bagnata e quindi pesantissima (in 6-7 ore sono caduti da 40 a 90 cm.) che, depositandosi sulle foglie, ha provocato la rottura di molte branche, anche di grosse dimensioni (diametro 20/30 cm) e, in alcuni casi, il collasso delle piante. I primi sopralluoghi hanno permesso di quantificare, in alcuni casi, una perdita di chiome e branche tra il 30 e il 50% che ha interessato indifferentemente sia le piante più adulte, comprese quelle secolari, sia quelle di più recente impianto (10/15 anni).
GESTIONE AGRONOMICA DEL CASTAGNETO:
Oltre alle normali operazioni di potatura, nei castagneti da frutto danneggiati dalla nevicata sarà necessario cercare di porre rimedio al danno strutturale. Occorre pertanto effettuare un rimodellamento della chioma di tutte le piante che sono state gravemente danneggiate. Non si tratta quindi di una potatura ordinaria ma di un intervento molto più complesso e costoso che necessita dell’intervento di operatori qualificati ed anche di una adeguata visione della pianta e del castagneto. Si parte con la rimozione del materiale sospeso o rotto, avendo cura di evitare ulteriori danni. Dove possibile si cercherà di salvare il ramo o una sua parte in modo che possa ributtare; occorre poi procedere sui rami sani con una potatura di contenimento, se necessario anche drastica, che porti la chioma ad essere più regolare ed ad avere una ripresa vegetativa più uniforme. Per le scosciature che hanno interessato il tronco si può cercare di rimodellare la ferita, per favorirne la cicatrizzazione, ripulendo le schegge ed i tessuti esposti ed uniformando i margini della lesione, dandole un orientamento verticale.
In generale non occorre trattare con mastici od altro le ferite: la correttezza dei tagli eseguiti dovrebbe garantire la buona chiusura interna dei tessuti ed il blocco o rallentamento dei fenomeni di carie del legno, mentre il cancro della corteccia raramente attacca i tagli invernali e di grosse dimensioni. Sulle piante giovani più danneggiate, potranno essere necessari anche interventi drastici di capitozzatura per farle ripartire da zero. Vanno comunque tenuti sempre presenti i criteri generali che stanno alla base della potatura del castagno: mettere le chiome nelle migliori condizioni di luce, eliminare il secco, modellare la chioma in maniera equilibrata e rispettare il valore monumentale e paesaggistico dei soggetti più grandi.
Questa potatura straordinaria andrà comunque valutata pianta per pianta e non è possibile dare indicazioni se non generiche in quanto ogni soggetto va interpretato sul posto e nel contesto on cui vegeta. Va comunque ricordata la grande capacità di recupero del castagno che permette una certa duttilità nelle scelte.
Il grosso del materiale di risulta andrà smaltito per non ingombrare il castagneto, mentre per la ramaglia occorre ricordare le attenzioni previste nella lotta contro il cinipide: vanno evitate per quanto possibile le bruciature e va cippato solo il materiale di grosse dimensioni quando non diversamente utilizzato.
DIFESA FITOSANITARIA:
1. Vespa cinese (Dryocosmus kuriphilus)
In regione la situazione è generalmente buona con scarsissima presenza di galle provocate dalla Vespa cinese (D. kuriphilus). Si segnalano soltanto alcune riprese delle infestazioni molto localizzate dove però è stata riscontrato sempre un buon grado di parassitizzazione.
Si ricorda che è fondamentale non bruciare e non trinciare il materiale derivante dalla potatura con le galle secche dell’anno precedente. Analogo discorso va fatto per le foglie che andrebbero rastrellate ed accumulate ma non distrutte, in modo da salvaguardare quelle gallate. In queste galle sopravvive Torymus sinensis, l’antagonista della Vespa cinese. Si consiglia di lasciare questo materiale riunito in fasci o cumoli in castagneto o sui suoi bordi per almeno un anno, in modo da non ostacolare la lotta biologica. Ovviamente qualsiasi trattamento insetticida nuoce anche al parassitoide e ne può limitare la diffusione naturale.
Un eccesso di “pulizia” potrebbe portare, purtroppo, ad una ripresa delle infestazioni.
2. Lotta alle Tortrici (Cydia fagiglandana e C. splendana)
Quest’anno per la lotta alle Tortici (responsabili del cosiddetto “bacato”) per la prima volta è stato possibile impiegare il disorientamento sessuale “ECODIAN CT” che ha ottenuto la Registrazione dal Ministero della Salute (Decreto n. 17002 con validità dal 28 APRILE 2017 al 25 AGOSTO 2017). Si prevede che il prodotto ottenga la stessa autorizzazione eccezionale anche nel 2018 in vista di una registrazione definitiva che dovrebbe avvenire nel 2019.
Nel 2018 ECODIAN CT è stato utilizzato in diverse realtà dell’Emilia-Romagna con risultati complessivamente positivi. Mediamente si è avuta una riduzione del danno attorno al 50%. Si tratta di un risultato importante perché, in alcuni casi, il metodo è stato utilizzato in castagneti spesso molto piccoli (<1ha) e posti in pendii molto scoscesi. Anche in impianti diversi dalla tipologia ideale l’effetto di riduzione del danno è stato ben visibile.
In altre regioni ci sono stati sia risultati positivi sia indicazioni meno confortanti, per cui l’efficacia del metodo richiederà ancora altre prove per una corretta valutazione. Sarà necessario anche ottimizzare la tecnica di utilizzo soprattutto per quello che riguarda il posizionamento ideale del filo impregnato di feromoni in rapporto al volo degli insetti fitofagi sul nostro territorio. Il filo infatti ha una durata di emissione di feromone attorno ai 70-80 giorni e, attualmente, si consiglia di installarlo al momento della prima cattura effettuata con le trappole a feromoni.
Meno bene sono andate le applicazioni effettuate con nematodi entomopatogeni che in un anno particolare come il 2017, sono state penalizzate dall’assenza pressoché totale di precipitazioni. L’assenza completa di acqua piovana, infatti, ha impedito la sopravvivenza nel terreno di questi organismi. Per questo metodo di lotta si conferma la criticità del clima
Questa newsletter viene inviata ai soci dei Consorzi castanicoltori. Per i non soci è possibile riceverne una copia inviando una mail a questi indirizzi: conscastanicoltori@libero.it
Redazione a cura di:
Massimo Bariselli e Nicoletta Vai – Servizio fitosanitario Regione Emilia-Romagna
Giovanna Montepaone – Consorzio fitosanitario di Modena
Giorgio Maresi - FEM S. Michele all’Adige