NLP (Natural Language Processing): cosa può fare… nella smart factory
Quello tra l’uomo e la macchina è un rapporto (di amore e odio) che ha radici lontano nel tempo: lo troviamo in nuce, già dai tempi dell’idea di Golem.. a Frankeinstein, fino alla fantascienza più recente (quale nerd non ha adorato “2001: a space odyssey”?).
Dal punto di vista estetico siamo arrivati a traguardi incredibili. L’immagine che segue è recentissima. Si tratta di un automa animato da Festo; il corpo è stato creato dalla compagnia che lavora per il Musee Grevin.
Che dire? Abbiamo fatto passi da gigante dai tempi di Hal9000 del sopra citato capolavoro di Kubrick..
Un momento.. Ma siamo veramente certi che abbiamo fatto passi da gigante? 🤔
Pensiamo ci bene.
Cos’era sorprendente (e tremendamente avanti nel 1968!) in “2001: a space odyssey”?
Non certo l’estetica del computer. Anzi, potremmo dire che non aveva una forma.. finiva col coincidere con la navetta spaziale.. era “tutto intorno”.
L’aspetto veramente “visionario” era il suo interagire con gli esseri umani.. persino il tone of voice.. ed infine, persino la sua empatia.. i suoi sentimenti.
Ecco: il Natural Language Processing, ovvero il trattamento informatico del linguaggio naturale, è oggi (ancora) l’ultima frontiera degli studi sull’Intelligenza Artificiale, l’ultimo capitolo di questo (ormai) secolare rapporto tra l’uomo e la macchina.
La visione
La navetta di 2001: A space Odissey è la visione perfetta dell’ambiente industriale del futuro.
In questa visione, l’uomo (il manager, l’operatore) e il sistema (il dipartimento, il plant) si collocano diversamente rispetto al passato: il “sistema” non è fuori, ma è intorno all’uomo, lo “avvolge”: un robottino mobile pronto a rispondere a tutte le domande dell’uomo? Un device in tasca? Smart speakers diffusi nello stabilimento?
Il limite è la nostra fantasia.
Sparirebbero tutti gli attuali “touch point” sotto forma di pulsanti, interfacce varie, pannelli da 10 pollici, utilizzati per dichiarare fermi macchina, scarti e quant’altro…
Che ne dite se potessimo interagire con le macchine, con i device di campo.. con l’intero processo.. usando la parola?
Poter chattare col sistema, interrogarlo, al fine di risolvere un problema, di prendere una decisione.
Avverrà il passaggio da un sistema iper connesso (secondo il modello IoT) ad un sistema “diffuso”, sempre in ascolto.
Due parole sul linguaggio naturale
Con l’espressione “linguaggio naturale” non si indica semplicemente il linguaggio umano. Lo si intende nella sua espressione quotidiana di tutti i giorni, distinguendolo quindi dal linguaggio formale (del quale fa parte anche il linguaggio del computer).
Le difficoltà che incontrano gli studiosi del linguaggio naturale consistono nell’affrontare tutta una serie di ambiguità e sottintesi, che il linguaggio formale non prevede. Per non parlare di modalità comunicative come ad esempio l’ironia e il sarcasmo, modalità che finiscono col mettere in crisi anche persone affette dalla sindrome di Asperger, una forma particolare di autismo, nonostante, mediamente, questi soggetti risultino essere particolarmente “intelligenti”.
Esistono ad oggi alcune applicazioni pratiche, che utilizziamo anche quotidianamente:
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E tante altre che ora non vogliamo approfondire perché non è questo l’obiettivo di questo articolo.
L’obiettivo di questo articolo è “scatenare” una riflessione, anzi una visione, sul possibile utilizzo del NPL in ambito industriale.
Immaginiamo un po’ di NLP.. nella nostra fabbrica
Un responsabile di stabilimento ha un solo obiettivo.
Molti tra coloro che leggeranno questo articolo, hanno proprio questo ruolo in azienda e non temo di essere corretto se riassumo (brutalmente, pardon) tutto il loro lavoro dicendo che questo obiettivo è l’eliminazione degli sprechi.
Questo tendere incessante verso questo obiettivo, negli anni l’abbiamo chiamato Continuous improvement, un miglioramento reso possibile sia da migliori performance (garantite da una organizzazione migliore e da tecnologie sempre più innovative), sia dalla riduzione degli sprechi.
Questo è anche il motivo per cui i principi della lean production risultano ancora attuali, magari indossando nuove vesti più fresche (vedi il World Class Manufacturing), o abbracciando la digital transformation, però il caposaldo è sempre quello: lotta allo spreco. Di tempo, di risorse energetiche, di risorse umane, di risorse meccaniche, di denaro e di salute.
Negli anni, abbiamo visto il digitale entrare nelle fabbriche, siamo entrati nella 4° rivoluzione industriale e ciò ha avuto e sta tutt’ora avendo una ricaduta virtuosa su ogni fase della catena del valore: abbiamo risparmiato carta, snellito il processo, raccolto dati, risolto problemi, individuato gli sprechi con estrema cura e lavorato solo su quelli, abbiamo connesso, condiviso, estrapolato.. tutto questo, fondamentalmente, a beneficio di una più profonda conoscenza di tutto il nostro business.
Di cosa abbiamo bisogno ancora?
I vantaggi del NLP in ambito industriale
L’utilizzo dell’NLP in ambito industriale può presentare diversi vantaggi strategici:
Conclusioni
Non c'è sviluppo senza una visione.
Tutto ciò che abbiamo immaginato, può essere reale. Anzi, sarà reale.
In 2001: a space odyssey, film del 1968, due astronauti utilizzano uno schermo sottile e nero per visualizzare dati. Un tablet.
Questa che abbiamo mostrato è la nostra visione.
E voi che visione avete? Come vi immaginate lo stabilimento industriale del futuro?
Questa newsletter vuole essere un punto di contatto attraverso cui comunicare, ricevere e condividere visioni... del futuro!
Un caro saluto.
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