NOTE DI POLITICA
SICUREZZA E INTEGRAZIONE
La Sicurezza nel suo aspetto repressivo verrebbe meno se se fossero coltivati gli obiettivi di crescita personale e affrontate da ciascuno le specifiche responsabilità. Non è accettabile che si trascurino doveri, compiti, incombenze per arrivare a una società in cui i comportamenti siano condizionati dalla forza pubblica o da interventi variamente coercitivi. Il pensiero potrebbe vertere, per esempio, a ridurre il bisogno di repressione fornendo valide alternative alla restrizione carceraria; non è accettabile uno scenario di società fatte di muri, steccati, controlli. Se necessario si facciano, ma la rieducazione dev'essere inerente alla persona, attraverso iniziative di carattere morale ed etico. Quindi lavorare ancora sull'individuo, sulla famiglia, sulla scuola e ogni altro organismo che concorra al fine comune.
L'Integrazione va vista come processo atto a favorire la convivenza, per cui noi saremo sempre meno ciò che ora siamo e gli immigrati saranno sempre meno ciò che ora sono, ma insieme saremo sempre più qualcosa di diverso. L'obiettivo è che possiamo tutti essere, in futuro meglio di ciò che siamo, capaci di convivere in una struttura migliore. Occorre rendere possibile questo processo attraverso il lavoro, la scuola, le attività culturali, lo sport, lo spettacolo, la partecipazione politica, il soddisfacimento delle esigenze primarie.
L'integrazione degli adulti è impegno difficile, ma ancor più è quella dei giovani, con i rischi e gli allettamenti che ben conosciamo. A questo proposito puntiamo ancora su Centri di incontro, di integrazione: luoghi dove pensare, progettare, realizzare e quindi verificare i risultati dell'attività svolta nella collaborazione delle varie e differenziate attitudini. Quanti sono i cittadini che potrebbero aggregarsi intorno a un progetto, per attivare capacità, sensibilità, contribuendo all'innalzamento culturale e alla coesione sociale...