Nuovi inizi...all'orizzonte!

Nuovi inizi...all'orizzonte!

Prima di partire per un lungo viaggio, portati la voglia di non tornare più

La più grande scoperta del secolo scorso è stata che un uomo o una donna possono cambiare il proprio destino, il proprio futuro, cambiando le proprie immagini mentali. Lo ha sostenuto verso fine ‘800 un certo Williams James, filosofo e psicologo americano, e tutti noi, in ogni momento della nostra vita, possiamo sperimentare quanto sia vera, portentosa questa affermazione.

Se pensiamo al primo giorno in una nuova azienda, ad esempio, cosa ci immaginiamo? L’inizio di una nuova avventura professionale richiama prepotentemente l’archetipo dei nostri “inizi importanti”: il primo giorno di scuola, un momento ufficiale di inaugurazione di un percorso formativo in un contesto senza particolari punti di riferimento, con tante facce nuove attorno, svariate eteree dichiarazioni di intenti, una montagna di aspettative e anche un piccolo fardello di preoccupazioni e paure. Rispetto al primo giorno di scuola, però, un esordio professionale ci vede soli ad affrontare il nuovo, senza compagni di classe a condividere con noi il senso di spaesamento e l’urgenza di trovare una propria soddisfacente collocazione il più presto possibile. Forse è anche per questa ragione che il carico di ansia aumenta: percepiamo infatti con nitidezza il rischio di diventare l’unica nota stonata all’interno di un’armonia collaudata o di essere rigettati con fastidio, come una spina che si è intrufolata proditoriamente sotto pelle.

Ma, allora, chi ce lo fa fare? In fondo, non si tratta di un ciclo di istruzione obbligatoria, ma di un percorso che abbiamo scelto, perché ci si è accesa una luce nel cuore, perché qualcuno ci ha aiutato a comporre l’immagine del sogno che non avevamo ancora avuto il coraggio di formalizzare da soli. Il nostro “compagno di banco”, il nostro alleato più grande si chiama #motivazione e noi non possiamo proprio permetterci di perdercelo per strada. Non è un passaggio banale perché, se è vero che ci siamo innamorati del progetto e della nostra immagine riflessa nel nuovo contesto operativo, passerà certamente del tempo prima che possiamo davvero stendere le prime pennellate sulla tela e, nel frattempo, rimarranno a farci compagnia solo le ansie e le preoccupazioni demotivanti. Il trucco consiste forse nell’innamorarci ogni giorno di un particolare, un dettaglio che ci faccia intuire, pre-vedere il quadro generale, dimenticando magari per un attimo la fatica dell’incedere quotidiano. In questo senso non mi riferisco soltanto ad un particolare professionale, come una mail ben scritta o un intervento sagace in riunione, ma alludo anche alla sfera relazionale, dove si può ad esempio apprezzare una piacevole conversazione alla macchinetta del caffè oppure un sorriso inatteso, perché le aziende sono organizzazioni ad alto contenuto social, soprattutto da quando le tecnologie digitali disponibili su device personali ci hanno trasformato in nodi ambulanti di un network planetario.

E cosa non dobbiamo dimenticare di mettere nello zaino?

Uno dei grandi padri fondatori della filosofia lean, Taiichi Ohno, ci ha insegnato che gli “esseri umani sono straordinari: il loro ingegno non conosce limiti! Tutte le persone posseggono l'ingegno in maniera eguale. La differenza nasce a seconda che si riesca o meno a esternare questo ingegno.” Dobbiamo quindi fare attenzione non tanto alle regole comportamentali di tanti pseudo-galatei del perfetto neoassunto, che postulano l’ascolto assoluto, un illimitato spirito di adattamento, un’estrema cautela, la teutonica puntualità e, possibilmente, tratti di straordinaria eleganza sia nel look sia nel modo di esprimersi, quanto puntare ad assicurarci la dotazione di strumenti utili per scrivere il copione del nostro sogno professionale.

In primis, l’#Entusiasmo, che è comburente per lo sviluppo del proprio talento, perché capace di favorire l’innesco di dinamiche relazionali positive e atteggiamenti facilitanti la collaborazione e il team work.

Se l’entusiasmo è una condizione d’esistenza per innescare la propria scintilla, serve però #Amore per farla diventare un fuoco e assicurarsi che questo non si spenga. Cosa significa operare con amore? Il grande poeta Khalil Gibran risponde così: “È impregnare ogni cosa che plasmate con un soffio del vostro spirito.” Si tratta quindi di lasciare traccia di noi in ciò che facciamo con cura, dedizione, partecipazione … passione. Sì, perché quando ci buttiamo con tutti noi stessi in un progetto, non possiamo fallire.

Veniamo quindi all’ultimo strumento da mettere nello zaino: la #Persona in tutta la sua interezza, con il suo bagaglio di competenze, esperienze, interessi, legami, connessioni, passioni, attitudini, pensieri. L’idea che il successo professionale sia sostanzialmente determinato da una focalizzazione assoluta sull’esercizio di tecniche e competenze specialistiche è ormai del tutto tramontata per lasciare posto al concetto di “persona aumentata”, ovvero un moderno professionista che ricorre spesso al pensiero laterale e si avvale di una strumentazione variegata per portare valore all’interno dell’organizzazione. Le connessioni personali che sviluppiamo tra vita extra lavorativa e vita professionale non ci devono limitare, ma favorire. Fu così che i fratelli Wright passarono alla storia come inventori dei primi velivoli: appassionati di osservazione della natura e vita all’aria aperta, i due inventori compresero dallo studio delle tecniche di volo del grifone come costruire una macchina che potesse librarsi e virare in aria. Allo stesso modo fu la passione di Arthur Fry per il canto nel coro della chiesa ad indirizzarlo verso la notorietà: in 3M un collega di Fry, nel tentativo di creare un adesivo potente, aveva già prodotto anni prima il film colloso del post-it, ma nessuno ne aveva individuato un potenziale di utilizzo concreto. Fu Fry il primo a capirne l’utilità, provando ad applicarlo al Libro degli Inni per tenere il segno mentre cantava.

Così, se nello zaino, all’inizio di un nuovo percorso professionale, ci ricorderemo di portare tutti noi stessi, non rischieremo di rimanere mai in panne o di deludere chi ci ha scelto per l’immagine mentale, il sogno che siamo riusciti a fargli intravvedere.


Marco Mazzucco

Group CIO / Chief Digital & Innovation Officer at Davines Group

6 anni

Molto bello Silvia, e molto ben scritto! Mi piace l'ottimismo e l'entusiamo che trasmette, da prendere e inserire nel "bagaglio" con cui affrontare ogni sfida

Lucilla Rizzini - PCC Coach

Corporate Executive Coach Dinamico & Consulente di leadership, motivazione e benessere| Intercultural trainer | Trekking Coach | Direttrice Scuola di Coaching dinamico(™️)

6 anni

Silvia Preti, lo zaino, leggero ma con dentro tutto ciò che serve per il viaggio. Ho imparato a farlo tanti anni fa ed ogni mattina mi chiedo "cosa metto oggi nello zaino che ieri non c'era?". Grazie per aver rammenta la semplice importanza del suo contenuto.

Stefano Livoti

Operations, Quality & Logistic Management🏆 Change, Digital Transition & Process Improvement leader🏆 Team & People Development, Human Resource Management🏆 Kaizen manager 🏆 Sustainable & Circular Economy 🏆

6 anni

Un articolo visionario, nel senso che apre nuovi orizzonti. Non ne vedo tanti, in particolar modo qui. E ringrazio Paolo Cervari "as usual" per averlo portato (anche) alla mia attenzione.

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