Nuovo Codice Appalti: cosa accadrà in Sicilia?

Nuovo Codice Appalti: cosa accadrà in Sicilia?

La pubblicazione sul Supplemento Ordinario n. 10 alla Gazzetta Ufficiale 19/04/2016, n. 91 del Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (c.d. Nuovo Codice Appalti), oltre a revisionare integralmente il corpo normativo relativo ai lavori pubblici, sta creando non poche problematiche sia a livello nazionale che regionale.

L'immediata entrata in vigore del D.Lgs. n. 50/2016 sta già creando notevole "imbarazzo" in quelle stazioni appaltanti che avendo già preparato le carte per la gestione delle gare, si ritrovano a doverle riscrivere ai sensi della nuova disciplina. L’articolo 216 del nuovo Codice ha, infatti, stabilito che le nuove disposizioni si applicano alle procedure e ai contratti per i quali i bandi o avvisi con cui si indice la procedura di scelta del contraente siano pubblicati successivamente alla data della sua entrata in vigore del Codice stesso. Quindi, tutte le gare pubblicate a partire dal 20 aprile 2016 dovranno rispettare il decreto legislativo n. 50 del 2016.

Speciale Codice Appalti

La situazione della Regione Sicilia

In Sicilia la situazione si mostra anche più ingarbugliata, perché essendo una regione a statuto speciale si era recepito il vecchio corpo normativo con la Legge 12 luglio 2011, n. 12 che recepiva in modo dinamico le disposizioni previste dal D.Lgs. n. 163/2006 e dal D.P.R. n. 207/2010. Con l'abrogazione integrale del D.Lgs. n. 163/2006 e parziale del D.P.R. n. 207/2010, la Sicilia si trova in un limbo normativo in cui non si capisce quale legge debba oggi regolare i lavori pubblici.

Di questo problema ne ho parlato con l'arch. Elio Caprì, presidente di Assoarching(Associazione regionale liberi professionisti architetti e ingegneri) e esperto del settore.

Arch. Caprì è entrato in vigore il nuovo Codice degli Appalti. La vostra Associazione, Assoarching, insieme ad altre, aveva proposto alcune modifiche al testo; sono state accolte?

L’altro ieri sera incontro per caso sull’aereo che sta tornando a Palermo da Roma, uno dei deputati siciliani eletti al Parlamento e facente parte della maggioranza di governo; a questo deputato, come ad altri, abbiamo spiegato, discusso e fatto pervenire delle proposte di modifiche al testo del Nuovo Codice.
Il deputato sorridendo mi dice: “Architetto risolti i tuoi problemi con la nuova legge?
Rispondo educatamente reprimendo diverse reazioni poco civili: “Guarda che specialmente in Sicilia si bloccherà tutto per diverso tempo e poi non erano i miei problemi ma i problemi di una categoria professionale che continua ad essere esclusa dal mercato del lavoro”.
L’episodio dimostra qualche cosa. La nostra incapacità di far comprendere ai nostri interlocutori politici che norme approssimative o errate non mortificano solo la nostra categoria ma tutto il settore dei lavori pubblici e alla fine tutta la collettività. Ed inoltre che vengono approvate dal Parlamento norme di importanza fondamentale per la nostra economia senza che i deputati si rendano conto dell’effettivo impatto di tali norme.
E per rispondere alla sua domanda, nessuna delle proposte e degli emendamenti proposti sono stati inseriti nel testo pubblicato.

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