Occhio non vede… paesaggio non duole!
Tratto da camoscibianchi.wordpress.com. Fotoinserimento dell'elettrodotto nelle Valli di Lanzo. Sono stati utilizzati dei tralicci di una linea a 380 kV invece che tralicci per una linea 132 kV che sono alti quasi la metà.

Occhio non vede… paesaggio non duole!

È arrivato il momento di cominciare un vero e proprio confronto, oserei dire addirittura una sfida, tra gli elettrodotti aerei e quelli interrati, per verificare quale delle due tipologie sia meno impattante.

La prima partita si gioca sul campo del paesaggio. Come abbiamo imparato negli articoli precedenti, paesaggio e ambiente sono due cose diverse e, quindi, vanno analizzati in modo distinto.

Se ricordate, nell’articolo precedente abbiamo visto che il paesaggio si basa sulla percezione la quale è, per definizione, mutabile e molto spesso soggettiva. Tuttavia, è innegabile che alcune percezioni paesaggistiche siano comuni: ad esempio, credo che ci troviamo tutti d’accordo nell’affermare che la Costiera Amalfitana offre delle vedute mozzafiato, oppure che le cime delle Dolomiti sono incantevoli.

È per questo motivo che alcune parti del territorio sono tutelate. Questo significa che qualunque cambiamento che l’uomo volesse apportare in queste aree deve essere autorizzato dagli organi competenti dello Stato e prevede il parere vincolante della Sovrintendenza.

Come tutti (o quasi) ci troviamo d’accordo sul giudizio in merito alla Costiera Amalfitana o sulle Dolomiti, allo stesso modo dobbiamo ammettere che un traliccio inserito in un paesaggio di pregio risulterebbe un intruso. Pensate ad esempio a come apparirebbe il ghiacciaio della Marmolada se ci conficcassimo un traliccio proprio sulla cima!

Pertanto, per consentire anche ai tralicci di inserirsi in contesti paesaggistici tutelati, esistono delle tecniche per renderli meno impattanti, come la colorazione verde quando sono inseriti in zona boscosa, l’utilizzo di particolari tralicci più stretti o l’utilizzo di pali tubolari (ancora più stretti) al posto dei tralicci.

Tuttavia, è chiaro che queste tecniche possono solo mitigare l’impatto paesaggistico, ma non possono certo rendere trasparenti i tralicci, incontrando spesso la resistenza della popolazione che li vede comunque come degli intrusi nel proprio territorio.

Succede così che, ad esempio, da quasi dieci anni, nella Valli di Lanzo, in provincia di Torino, si attende l’approvazione del progetto di una linea elettrica aerea di quasi dieci kilometri che servirebbe a trasportare l’energia elettrica prodotta da alcune centrali idroelettriche. Oppure, sull’isola d’Elba, si sta aspettando da quasi quindici anni che un elettrodotto vetusto e inadatto alle attuali esigenze venga sostituito con uno nuovo.

Immagine tratta da italynews.it. Fotoinserimento poco veritiero di quello che sarebbe dovuto essere l'elettrodotto sull'isola d'Elba. I tralicci sono decisamente sovradimensionati.

Detto questo appare evidente quale sia il principale limite delle linee aeree sotto l’aspetto paesaggistico: per quanto si possano camuffare, si tratta di oggetti visibili che vengono percepiti come intrusi (mentre i loro vantaggi, come potenziamento della rete elettrica per scongiurare i black out o il trasporto di energia rinnovabile non sono visibili).

Per quanto riguarda invece le linee interrate (che hanno la stessa funzione delle linee aeree), c’è una sola considerazione da fare: in quanto interrate, non si vedono e quindi, sotto l’aspetto puramente paesaggistico, vincono sempre a man basso contro i tralicci.

Alla fine del primo round, quindi, linee interrate – linee aeree: 1 – 0.

bruno zotti

telecomunicazioni, cabling, networking

3 anni

ci sarebbe da considerare anche il campo elettromagnetico irradiato, i tralicci sono alti e le onde di campo calano con il quadrato della distanza, interrandole servono profondità elevate oppure schermature, soluzioni entrambe molto costose.

Luca Venturi

General Management | Sales | MKTG | Strategy | Telecom | Digital | Area DACH e Italia | MBA

3 anni

Grazie Matteo Zanatta Ottimi spunti, trasferibili 1:1 anche nelle reti di accesso, che si tratti di reti elettriche in BT o MT o di reti TLC. Quante brutture che ci tocca riscontare nelle vie e piazze delle nostre citta': https://www.iatt.it/wp-content/uploads/2019/11/Luca-Venturi.pdf

Edoardo Fiorucci

Professore Ordinario di Misure Elettriche ed Elettroniche - Full Professor presso Università degli Studi dell'Aquila

3 anni

capacità di servizio di una linea interrata? 40 km di linea in cavo a 380 kV... corrente trasmessa 0. poi la facciamo una bella triencea di 3 metri di larghezza, ispezionabile in mezzo ai siti paesagistici e archeologici? ma che scherziamo? ci passano MW di potenza li dentro...

Fabrizio D'Adda

Ingegnere elettrico abilitato alla professione settore industriale sezione A, CSP-CSE, Professionista antincendio, TCA

3 anni

Peccato, ci ho fatto 2 tesi sulle linee aeree

Minto Luciano

Presidio Processo di Messa in Sicurezza Impianti per Lavori e Prove presso Terna SpA

3 anni

Si però nell'impatto si deve tener conto anche degli effetti elettrici sulla rete...

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