Oggi viviamo in un mondo dove l’apparenza, la necessità di sentirsi accettati e l’autorealizzazione hanno una valenza maggiore rispetto al passato
Oggi viviamo in un mondo dove l’apparenza, la necessità di sentirsi accettati e l’autorealizzazione hanno una valenza maggiore rispetto al passato, e questo ci porta (anche) a prendere delle decisioni di acquisto dal gusto sempre meno razionale e sempre più emozionale. Certo, c’è chi ne è più condizionato chi meno, ma tutti siamo “vittime” del nostro status di animale sociale. Chi afferma diversamente sta mentendo a se stesso, ed il fatto che molti di noi scrivano su Linkedin, Facebook, Twitter, ne è una prova lampante.
Così come ne è una prova la semplice realtà delle cose quotidiane. Senza voler generalizzare né semplificare nulla, vi propongo un breve dialogo tra un imprenditore poco convinto della necessità di avere una funzione marketing, ed un marketer:
“possiede la macchina?”
“si, una Mercedes Classe E”
“perché l’ha acquistata?”
“che domande, per spostarmi, venire a lavoro, uscire”
“bene, quindi il bisogno che ha pensato di soddisfare è quello dello spostamento, del trasporto”
“si, penso di si”
“qui vicino c’è una stazione dei treni ed una dell’autobus. Può comunque spostarsi. A cosa Le serve la macchina?”
“è più comoda. Posso spostarmi più velocemente. Posso andare dove voglio senza aspettare”
“anche la Panda è comoda. Anche la Matiz o la Smart. Possono portarla a lavoro o dove meglio crede. Ma lei ha comprato una Mercedes. E mi ha anche detto marca e modello senza che io glielo chiedessi. Perché?”
“a me piacciono le macchine più grandi”
“ok, allora perché non un’Audi o una BMW?. Non si sforzi, provo ad ipotizzare io perché. Lei è un uomo di mezza età, con famiglia, figli, che è diventato il “classico” imprenditore dal nulla, con sudore e sacrificio. Il 90% della sua vita è rivolta al lavoro, anche per questo è tendenzialmente sedentario. Non è propenso all’innovazione, la sua azienda lo dimostra, quindi l’Audi, rivolta a persone dinamiche e che amano la tecnologia, non fa per Lei. Nemmeno la BMW, che da sempre punta sulla sportività, sul brivido della guida, fa per lei.
Io penso che lei sia stato scelto da quella particolare auto, perché semplicemente la rappresenta. Il suo bisogno non è quello di spostarsi, bensì quello di sentirsi realizzato, di essere stimato, rispettato e riconosciuto. Vuole imporre al mondo il suo status sociale attraverso un’auto elegante, adatta ad un uomo di mezza età che ha raggiunto il successo, per questo non poteva assolutamente acquistare la Panda o affini che è riconducibile ad altri target sociali. Vede, bisogna scavare a fondo nelle cose per capirne la natura. Ed il marketing fa proprio questo. Scombina l’ovvio per creare il caos e lo ricombina sotto altre prospettive”