Ogni riferimento a fatti o persone dei nostri giorni è del tutto casuale.

L'8 agosto del 117 lasciò questo mondo, per essere subito divinizzato dai suoi sudditi, l'Optimus Princeps per eccellenza, cioè l'Imperatore Marco Ulpio Traiano, che ancora oggi viene universalmente annoverato fra i migliori leader politici mai apparsi sul palcoscenico della grande Storia mondiale. Insieme ai suoi immediati successori Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio, consentì all'Impero Romano di toccare il suo apogeo non solo come estensione territoriale, ma soprattutto come centro irradiatore di civiltà, benessere, modernità. Diventato imperatore alla morte del saggio Nerva, che ne aveva intuito le straordinarie qualità adottandolo come figlio ed associandolo al potere, Traiano fece del concetto di "Iustitia" il suo programma di governo. Moderazione, saggezza, temperanza, tolleranza, progresso sociale, innovazione, rispetto...queste furono le stelle polari cui ispirò il suo operato nei quasi vent’anni in cui rimase al potere e durante i quali la sua azione riformatrice pervase tutti i campi della vita pubblica e privata romana. Costruì opere pubbliche essenziali quali strade, porti, acquedotti, fognature, ma anche templi, circhi ed il famoso "foro Traianeo". Condonò i debiti fiscali pregressi. Contro la pratica del latifondo istituì quella del "colonato" (consistente nella fornitura gratuita di terre ed attrezzi ai contadini, in cambio del versamento di una parte del loro raccolto) così contribuendo a rendere l'Italia un giardino coltivato. Attingendo anche ai propri fondi personali attivò la "Institutio Alimentaria", una sorta di fondazione che reinvestiva gli interessi del denaro che prestava nell'assistenza della gioventù disagiata, soprattutto di sesso femminile. Rimosse i funzionari corrotti o incapaci, sostituendoli con una nuova classe dirigente scelta non in base al blasone, all'adulazione o peggio ancora alle raccomandazioni, ma unicamente sulla base di criteri meritocratici. Riformò il sistema giudiziario, rendendolo più snello ed efficiente con la proibizione delle esecrabili denunzie anonime, tanto in voga sino ad allora. Condusse anche in prima persona numerose campagne militari, tutte con esiti trionfali, le più famose delle quali furono quelle in Mesopotamia, nella Penisola Arabica ed in Dacia (l’odierna Transilvania), dalle cui miniere arrivò a Roma un fiume d'oro, impiegato per finanziare importanti opere pubbliche. La splendida Colonna Traianea, uno dei i “pezzi forti” del Foro Imperiale di Roma, si staglia ancora oggi fino a 40 metri d'altezza per celebrarne le gesta gloriose. Il suo nome, a quasi due millenni dalla scomparsa, resta scritto a caratteri indelebili nel bel libro della Storia, meritando ammirazione incondizionata.


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