Olga Medrano : una compagna di vita e di viaggio
Olga Medrano è una giovane donna messicana, dopo aver incontrato Claudio Giovenzana, si sono innamorati e hanno deciso di viaggiare e lavorare insieme come Nomadi digitali. Viaggiano da parecchi anni, hanno visitato prima il Messico e poi tutto il Centro America e ora stanno discendendo il Sud America, in sella a una vecchia Moto Guzzi. Olga e Claudio condividono la sella della loro moto, e vivono e lavorano sulle strade del mondo. In questa intervista cercheremo di conoscere meglio il punto di vista di Olga.
La passione per i viaggi è scaturita dall'aver incontrato Claudio o sei sempre stata appassionata di viaggi? Pensi che questa passione in comune sia uno dei leganti del vostro rapporto?
Si, ti spiego, quando ho conosciuto Claudio stavo già lavorando da un anno in un caffè piccolo come “un garage”. In questo minuscolo spazio avevo i miei turni di lavoro ogni settimana. Sono stata barista, cameriera e “consigliera per pene d' amore”. Costantemente ascoltavo storie di viaggiatori che rapidamente si trasformavano da clienti del bar in amici. Prima di questo lavoro avevo lasciato per un anno l'università con l'intenzione di viaggiare e raggiungere mia sorella che vive in Francia, credo che proprio da lì sia nato tutto.
Da quel momento ho iniziato a prestare più attenzione a tutte le parole dei viaggiatori che trasportavano dentro il piccolo bar magiche atmosfere e profumo di avventura e terre lontane. Claudio è stato uno dei più convincenti con la sua ricerca della felicità. Sono stata contagiata. Quindi la risposta è sì, se non fossi stata appassionata di viaggi io e Claudio non saremmo durati neanche la metà di tutto il tempo che stiamo passando assieme. Sicuramente il viaggiare è uno dei piaceri che condividiamo nella nostra relazione.
Come vivi la tua condizione di passeggerà? Ti piacerebbe poter avere una tua moto per poter essere più partecipe all'azione o preferisci fare la passeggera? E perchè?
Condizione di passeggera? Meglio definirla come compagna di viaggio. L’idea che sono dietro Claudio mentre guida la moto non mi riduce a una passeggera. Questo succede solo quando incontriamo i classici motociclisti che mi escludono dall'avventura perché non posseggo/guido la moto e cercano di mandarmi con le loro mogli a chiacchierare immaginandosi che in questo viaggio sto dietro tranquilla a guardare e basta. È una visione molto macista. Al contrario di quello che molti credono, sono capace con Claudio di mettere le mani sulla motocicletta per risolvere i suoi problemi di vecchiaia, Non è un obbligo e sono orgogliosa di dire che mi piace molto. Non mi dispiace macchiarmi le mani di grasso per imparare come funziona un motore che mi ha portato dove sono fino ad ora.
Mi piacerebbe molto avere una moto mia solo che in questo viaggio è molto complicato. Potremmo progettare un viaggio con due moto in altri paesi, soprattutto dove non dovrò nascondere a Claudio la quantità di vestiti che mi porto dietro… per il momento con una sola moto risparmiamo carburante spazio spese e preoccupazioni.
Sei Messicana, qual'è il tuo rapporto con la tua terra natia? So che hai viaggiato parecchio anche in Messico, questi viaggi hanno rafforzato il tuo legame con le tue origini o ti hanno mostrato dei lati che preferivi non conoscere? Come è cambiato il tuo legame con questo grande paese?
Come ogni cittadina ho una relazione di amore odio con il mio paese, per molte cose lo amo, lo adoro lo metto su un piedistallo: la sua natura la cultura la biodiversità, la musica, la gente, il contatto umano e la gastronomia… non ho la necessità di uscire dalla mia terra se voglio conoscere i caraibi, la giungla, l'alta montagna, le foreste e i siti archeologici con le nostre radici ancestrali.
Sfortunatamente stiamo vivendo in una epoca oscura, sono tempi che vorremmo che passassero rapidamente senza mai fare ritorno, la cosa più triste è che la gente si abitua alla insicurezza, alla violenza, alla corruzione, alla paura del cambiamento e preferisce il conformismo questo in particolare odio del mio paese della mia gente.
Ho definitivamente rotto la bolla di sapone nella quale vivevo quando sono uscita da Guanajuato, la mia città. Uscire dal Messico mi ha aperto gli occhi facendomi capire cosa avevo sempre avuto sotto il mio stesso naso e non ho saputo apprezzare fino a che non mi sono scontrata con altre realtà. Il viaggio in centro America mi ha permesso di dare un'altra visione a tutto ciò che ho avuto e al quale non ho mai dato il giusto valore.
Il semplice fatto che viaggiare svela l'orizzonte, anche quello che ho avuto sempre davanti, mi ha fatto riflettere molto, Mi ha resa più vicina alla mia cultura e più lontana dalla vergogna nazionale, dalla corruzione dei politici mai puniti, dal narcotraffico che sta prendendo le redini del paese silenziando la stampa.
Il Messico è stato un paese insicuro, ma era un' insicurezza di quelle che sono sempre state in tutte le grandi città del mondo Dove ti rubano la macchina fotografica o il portafogli quando cammini di notte per strade oscure. Il grave problema di oggi è che non c'è più una distinzione così chiara che permette di capire dove accade la violenza: succede ovunque, in tutto il paese, in tutte le ore. Siamo tutti con paura, in “stato di allerta”. Questo non è vivere. Non puoi girarti e far finta di non vedere quando qualcosa di terribile ti sta succedendo proprio davanti agli occhi.
Per noi del vecchio continente, il Latino America è come se fosse un continente a parte sia per una lingua in comune sia a livello storico. Da messicana come vivi la scoperta del Latino America? Spiegami dal tuo punto di vista se è vero che siete davvero una grande famiglia, o se le diversità tra uno stato e l'altro sono molto marcate?
Condividiamo il linguaggio e alcuni tratti culturali e storici come la tendenza a dimenticare, il pessimo governo, le rivoluzioni il golpe e le dittature, il sollevamento in armi di popoli sottomessi, lo sfruttamento e la depredazione di tutte le ricchezze ad opera dei potenti di turno. Da quando Cristoforo Colombo è arrivato nel 1492 siamo stati conquistati e colonizzati, la struttura che si è sviluppata è stata quella di un monopolio che ha cambiato faccia anno dopo anno e che ancora oggi ci mostra come tanta ricchezza possa stare in così poche mani, le stesse mani che ci addomesticano.
L'America dopo il secolo diciannovesimo in cui sono state proclamate tante"Indipendenze" ha pagato il prezzo con mezzo secolo di guerre civili che ci hanno portato e ci mantengono in una instabilità politica ed economica: la terra più fertile dove i monopoli possono stabilirsi in modo ancora più fermo.
Questo lungo, viaggio/stile di vita cosa ha cambiato in te? Come pensi di essere cresciuta? Pensi di essere una donna più forte e indipendente? Se si come?
Tante cose. La mia personalità è cambiata, la mia visione le mie idee, la mia percezione. Mi considero più umile, semplice, affabile, indipendente, ostinata però allo stesso tempo riflessiva rispetto ai nuovi contesti in cui vivo il viaggio. I miei averi si riducono al minimo, durante questo viaggio mi sono imposta il proposito di ridurre ancora di più il mio guardaroba, se così si può chiamare,. Ho il presentimento che in questo modo sarò più felice.
Quello che prende “in cambio” sopportando le limitazioni di stabilità e continuità nel mio stile di vita nomade è la magnificenza della nostra terra, coronata dalla bellezza delle montagne, dei laghi, delle notti interminabili dove puoi testimoniare l'infinità del cosmo. La gioia di essere adottata da famiglie che mi permettono di sentire l'amore e l’accoglienza che ancora possono esistere tra " stranieri“. Tutto questo mi dà dosi di felicità per continuare il progetto di vita-viaggio-avventura-lavoro e coppia.
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Stare tanto in viaggio cambia gli orizzonti, come vivi il rapporto con le persone care che sono rimaste a casa sia amici che parenti? E da quando hai iniziato a viaggiare sei riuscite a stabilire un nuovo rapporto di amicizia profondo nonostante la distanza?
Male!! Ah ah!! Le persone che rimangono “A casa" credono che contano sono le relazioni con chi sta intorno. Quando tu per viaggiare ti allontani e ti sforzi per mantenere un contatto distanza non sempre sei pienamente corrisposto. I miei amici non comprendono che quando me ne vado a migliaia di chilometri da loro mi tocca dipendere dalla tecnologia per mantenere un contatto. Purtroppo spesso questo contatto scompare man mano che avanzo nel viaggio. Mi piacerebbe avere almeno un minimo di interesse da parte loro per quello che sto facendo, mi aiuterebbe quando devo affrontando alcune sfide da sola.
Almeno questa è la mia esperienza. Cerco di far sapere ai mi amici che questa "lontananza” appartiene a me come a loro. È un ostacolo che si può superare ma quando non c'è partecipazione reciproca preferisco onestamente mollare e lasciare che le relazioni si dissolvano. La mia famiglia per me è molto importante, una distanza dagli occhi ma non dal cuore. Cerco di stare bene con tutti, con mia madre e con i miei fratelli e sorella, cerco di comprendere quali sono i loro problemi E come cercano di risolverli.
Da quando ho iniziato a viaggiare ho sviluppato relazioni decisamente profonde che hanno significato molto per me. Ho Incontrato “nuove” mamme fratelli nipoti e grandi amici.
Se potessi incontrare te stessa di 10 anni fa (o una donna che deve farsi ancora strada nel mondo) che cosa le consiglieresti di fare? Come vorresti aiutarla?
Credo che parleremo per giorni, non le vorrei dare molti consigli mi piacerebbe raccontarle della mia vita di adesso, delle mie idee della mia visione e delle mie esperienze come dei miei grandi cambiamenti avvenuti. Immagino che solo ascoltando la mia storia possa capire meglio che cosa fare del suo futuro. Di solito non viaggio dando consigli alle persone. Certo in alcuni casi lo faccio ma di solito quando vengono esplicitamente richiesti altrimenti preferisco lasciare che gli altri seguono la loro strada e il loro discorso.
Mi pare eccessivo che quando viaggi per un poco, o per tanto, automaticamente ti converti in uno di quelli che si credono “guru” o “travel-illuminati”. L'esperienza di ognuno è completamente differente, le circostanze cambiano, quello che è servito a me può essere che non serva a nessun altro. La mia migliore opzione è raccontare la mia storia. Se questo è di aiuto a qualcuno il piacere è soltanto mio.
Tu e Claudio avete un legame molto forte, pensi che il vostro rapporto sia stato forgiato dall'aver condiviso tanta strada insieme? Come hai vissuto l'enorme tempo a stretto contatto con lui?
Una grande parte della nostra intesa reciproca è stata forgiata con il tempo speso viaggiando. Non posso dire che quando l'ho visto per la prima volta camminare di fronte al caffè avevo già il desiderio di essere fotografata, videomaker, di viaggiare in moto fino a diventare nomade. Sarebbe una menzogna. La nostra vita uniti ha conosciuto molti inciampi e trionfi. Mi sento molto fortunata ad avere una relazione che è durata per tanto tempo in una vita mobile così intensa. La convivenza ventiquattr'ore al giorno sette giorni su sette è una grande sfida. Ancora di più quando lavoriamo insieme, nonostante lui sia “il boss” è stato tanto paziente come un buon mentore.
Non è tanto facile incontrare l'equilibrio durante una discussione di lavoro che automaticamente diventa discussione di coppia portandosi appresso altre dinamiche delicate…sono competenze che si acquisiscono con il tempo. L'ho conosciuto tre mesi dopo che è iniziato il suo viaggio nel 2008, fresco come una foglia di insalata e pronto per mangiarsi tutto il latino America anche se con veramente poche risorse economiche e poca esperienza di viaggiatore. Era innocente e puro!!
Abbiamo vissuto alti e bassi, non abbiamo mai deciso come coppia di viaggiare assieme, non abbiamo mai deciso di vivere assieme e di lavorare assieme… non abbiamo preso direzioni seguendo alcun tipo di convenzione oppure moda/aspettativa altrui. Viviamo come ci piace e cambiamo le condizioni quando vogliamo. Abbiamo una complicità formidabile, alcune volte credo che interagiamo come una coppia che si è appena conosciuta, Ridiamo come stupidi, giochiamo, chiacchieriamo, litighiamo… eccome se litighiamo! Non è certo un colore rosa quello della nostra relazione, è un colore “realtà”.
Mi azzardo a dire con certezza che la mia relazione è meglio di quella di alcune coppie sposate che si vedono solo a colazione/cena e cercano di farmi sentire nel torto perché ho deciso di non sposarmi. Come se, senza la cerimonia del matrimonio, questi nove anni di vita passati insieme giorno e notte, dovessero in qualche modo valere di meno. Posso dire che sto in una relazione felice con il mio compagno da nove anni, posso dire che sono molto rilassata quando sono in Messico e anche lui quando è in Italia lontano da me. Il riposo ogni tanto è fondamentale, non è solo dal viaggio ma anche della nostra unione perenne. È il respiro della nostra individualità.
Voi due siete dei Nomadi digitali lavorate tramite le possibilità che il web offre. Come vivi questa condizione, certe volte ti pesa non avere una stabilità geografica? Come vedi il tuo futuro lavorativamente parlando?
Stabilità geografica? mmmm… non lo so, non sono sicura che desidero al 100% il tipo più convenzionale di stabilità geografica. Dopo un riposo adeguato comincia a venirmi il prurito della strada e della partenza.
Quando non abbiamo una buona connessione Internet, In un intero paese, di certo il nostro lavoro ne soffre. Siamo tossicomani da Wi-Fi, dopo qualche giorno off line avvertiamo l’astinenza che corre nel nostro corpo però siamo anche nomadi e quando abbiamo bisogno sia per lavoro sia per i contatti sociali di un collegamento Internet possiamo sempre spostarci. Claudio ha sempre la lamentela in punta di lingua da sbattere in faccia a chi sta in reception se l'hotel ci promette una connessione poi ci lascia con il sedere per terra. Cerchiamo di utilizzare delle tattiche amabili perché possano venire onorate le promesse da parte dell'amministrazione senza finire per diventare i classici ospiti rompicoglioni e indesiderati.
Intervista di Settembre 2017