OLTRE L’E-COMMERCE: GOLIVE RENDE IL NEGOZIO DAVVERO DIGITALE E PRONTO PER IL FUTURO GRAZIE ALL’ADVANCED STREAM COMMERCE.
Alzi la mano chi non ha mai visto una televendita. Un format protagonista indiscusso degli anni ’80, dove spopolava soprattutto nelle tv locali, raggiungendo picchi spesso superiori al resto del palinsesto. Talvolta l’oggetto offerto non era nemmeno d’interesse, ma la spettacolarizzazione dell’evento, unita alla bravura di chi presentava, catturava l’attenzione delle persone. E non di rado si finiva per acquistare anche cose che non si pensava di aver bisogno, grazie ad una semplice telefonata.
Una prima forma di vendita a distanza, la quale oggi fa rima quasi esclusivamente con e-commerce. Che di fatto, dagli inizi del nuovo millennio, ha dato uno scossone al retail, tanto che le vendite online sono cresciute sempre di più, per raggiungere un punto di non ritorno proprio a causa della pandemia da coronavirus. Nel frattempo, il Web, dopo l’avvento del commercio elettronico, ha visto la nascita e l’ascesa dei social network. Così per il retail sta per arrivare un’altra svolta, che mescola la vendita su Internet alle dinamiche dei luoghi di aggregazione virtuale, tenendo centrale il ruolo del negozio.
Già, proprio il negozio. Un’attività che sta vivendo il momento più duro della sua storia, ma non demorde. Qualcuno l’aveva già data per spacciata con il boom del commercio elettronico, eppure durante i lockdown i consumatori hanno riscoperto la bellezza (e i vantaggi) dei negozi sotto casa, ad esempio. Una realtà che si rivela fondamentale per quella parte legata all’esperienza e ai servizi offerti direttamente in store, a patto che si evolva, adottando un approccio in cui e-commerce e tecnologie digitali facciano parte di quel continuum qual è la relazione con il cliente, ormai da inquadrare necessariamente in una strategia omnicanale.
Il Live Stream Shopping è quella nuova frontiera del commercio che crea un binomio perfetto tra le potenzialità del negozio e quelle del digitale. Una forma ibrida tra realtà fisica e online, che fonde il social commerce – ossia l’e-commerce potenziato dalle interazioni tra utenti tipiche dei social network – con la metodologia del punto vendita, finendo per essere un’evoluzione naturale della televendita, nell’epoca dello streaming sul Web.
Un fenomeno in realtà già presente dal 2018, quando in Cina generava vendite per 4,4 miliardi di dollari, ma se ne stimano circa 16 per il 2020. Con la pandemia il trend ha accelerato anche ad Ovest, dunque i tempi sembrano maturi per una consacrazione definitiva, che permetterà ai negozi di entrare nella sfera digitale da un’altra prospettiva. Andando oltre il puro e-commerce, che di fatto resta un canale distributivo alternativo ma che spesso non riesce a raccogliere a fattor comune i punti di forza del negozio e, più in generale, quella componente relazionale in grado di fare la differenza. Insieme alla possibilità di spettacolarizzare l’evento di vendita, che si trasforma in uno show, dando ulteriore valore aggiunto al processo.
RADICALBIT E LA SFIDA DEL RETAIL CONTEMPORANEO
L’Italia questa volta si affaccia alla nuova sfida tempestivamente, cavalcando da subito l’onda. Anzi, come spesso accaduto in passato, l’innovazione riguarda sia il prodotto che il processo. Ed ecco che il concetto di Live Stream Shopping lascia il posto a quello di Advanced Stream Commerce, unendo alle potenzialità del live show digitale orientato alla vendita gli analytics in tempo reale, che forniscono preziose informazioni sul comportamento degli spettatori, al punto da poterli considerare veri e propri Customer Behavioural Analytics.
Questa evoluzione è merito di Radicalbit, realtà innovativa italiana già riferimento globale nel panorama dei Big Data e dell’Intelligenza Artificiale, che per prima vuole affermare il paradigma del made in Italy per il made in Italy nel campo delle tecnologie all’avanguardia per il retail. Così pochi mesi fa ha siglato una partnership con il fashion brand Motivi, per il lancio della nuova piattaforma denominata GoLive. Si tratta di una soluzione che consente al marchio di moda del gruppo Miroglio di diventare pioniera dell’Advanced Stream Commerce in Europa, coinvolgendo la propria clientela in una shopping experience totalmente differente da quella attuale. L’azienda ha già messo in campo diversi eventi, tra i quali uno con la nota attrice nonché conduttrice Diana Del Bufalo. In questo modo la consulenza dettagliata sui capi della nuova collezione – indossati durante l’evento – confluisce in una piacevole forma di intrattenimento, dove le consumatrici possono interagire con la chat e allo stesso tempo navigare sull’e-commerce del brand, cliccando sui riquadri dei vestiti in sovrimpressione, senza mai abbandonare la diretta.
Le potenzialità di questo strumento sono grandi, così come numerose sono le possibilità per i retailer di impostare le sessioni live, attivando leve diverse a seconda dei casi. Oltre l’aumento delle vendite c’è ben altro, grazie alla raccolta e all’analisi dei dati generati dalla clientela durante gli eventi. Infatti, GoLive è realizzato e completamente integrato sulla piattaforma RNA (Radicalbit Natural Analytics) che, grazie all’integrazione con tecnologie di Advanced Analytics e all’uso di Intelligenza Artificiale e Machine Learning, è in grado di elaborare i dati ad un livello avanzato, ottimizzandone l’interpretazione e svolgendo analisi predittive in tempo reale.
In tutto ciò c’è un altro aspetto da non sottovalutare: la proprietà del dato resta saldamente in mano al retailer, che può sfruttarlo come meglio crede. Attraverso GoLive, ad esempio, può accedere ad una serie di dashboard per comprendere quale sia il sentiment dell’audience in tempo reale o quali siano le parole più utilizzate nella chat e i temi di maggiore interesse, oltre naturalmente alle canoniche informazioni descrittive, come la provenienza geografica degli utenti e quant’altro. Insomma, uno strumento che arricchisce notevolmente la conoscenza del proprio target.
Nel corso del tempo la piattaforma è stata affinata per rispondere al meglio alle sfide contemporanee, tanto che oggi può essere definita un pilastro di quella Continuous Intelligence destinata a trasformare radicalmente ogni forma di business. D’altronde l’avvento della pandemia non solo rappresenta il classico cigno nero, ma non esistendo un precedente di tale portata, ha finito per disorientare chiunque, rendendo ogni previsione socioeconomia particolarmente difficile. Quello che valeva ieri, oggi è solo storia. Per il domani, in pratica non c’è letteratura. Avere strumenti come GoLive o piattaforme come RNA, consente di intercettare, percepire e analizzare in real time trend e comportamenti del target di riferimento, aspetto ormai fondamentale.
Quindi anche per il retail è strategico e prioritario fin da ora integrare, trasformare e analizzare dati provenienti da fonti diverse, sia online che in negozio. In questo senso, l’Advanced Stream Commerce offrirà al retailer un’opportunità in più per conoscere a fondo i suoi clienti, ottenendo una visione completa e centralizzata, utile per identificarli e tracciarli in tutti i touchpoint, ma anche per costruire una strategia di marketing efficace. Inoltre, questo nuovo avamposto del commercio avrà implicazioni aldilà dell’ambito dei dati, in primis per il layout stesso dei negozi e per il ruolo degli addetti alla vendita, la cui mansione potrà estendersi ed essere arricchita da nuove competenze.
Infatti, da una parte, la tendenza dei singoli store sarà quella di ridurre gli spazi e di conseguenza gli assortimenti, rendendoli più in linea con il mercato, puntando maggiormente sull’esperienza offerta, sui servizi e sulla personalizzazione. In questo scenario le aree espositive verranno riorganizzate e predisposte per sessioni formative o proprio per esibizioni da trasmettere online. Dall’altra parte anche il personale dei negozi si troverà coinvolto nell’apprendimento di nuove tecniche di vendita, che mettono in gioco abilità di comunicazione, creatività e confidenza con i tool digitali.
Pertanto, si delinea uno scenario differente, in cui la chiave di volta sarà la digitalizzazione dei punti vendita fisici, che dovrà necessariamente crescere per supportare le nuove strategie, in modo tale che la cosiddetta omnicanalità possa davvero essere implementata a pieno su tutti i perimetri della distribuzione.
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