Ottimizzare le perdite su crediti
LA DEDUZIONE FISCALE DELLE PERDITE SU CREDITI
La gestione ottimale del recupero crediti aziendale prevede una valutazione attenta non solo della solvibilità dei debitori, ma anche delle implicazioni fiscali relative alle perdite su crediti. Quest'ultimo aspetto è di fondamentale importanza, perché consente alle imprese di non gravare ulteriormente sul proprio bilancio a seguito di azioni giudiziali di recupero spesso inefficaci.
Normativa di riferimento
L'articolo 101, comma 5, del D.P.R. n. 917/1986 (TUIR) stabilisce che le imprese possono dedurre dalle imposte sui redditi le perdite su crediti commerciali, ma solo a condizione che:
1. Esistenza di elementi certi e precisi: Le perdite devono risultare da evidenze documentali chiare.
2. Saldo di procedure concorsuali: La deduzione è automatica se il debitore è assoggettato a procedure concorsuali, come il fallimento, e si verifica nell'anno in cui la procedura viene dichiarata.
In questo secondo caso, eventuali recuperi successivi da parte del liquidatore comporteranno una registrazione come sopravvenienza attiva.
Deduzione delle perdite in mancanza di procedure concorsuali
Quando il debitore non è in fallimento, la situazione diventa più complessa. La norma fiscale mira ad evitare la deduzione di perdite che, di fatto, non siano concrete. Ma come si può dimostrare che una perdita è certa?
1. Accordo transattivo: Se l’impresa raggiunge un accordo per ridurre il credito a fronte di un pagamento parziale, la perdita risultante è deducibile come sopravvenienza passiva o minor ricavo.
2. Casi di deduzione automatica: In alcuni casi specifici, è possibile dedurre automaticamente le perdite senza necessità di esperire tutta l’attività di recupero. Questi includono:
- Crediti inferiori a 2.500 Euro, scaduti da oltre 6 mesi.
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- Per le imprese con ricavi superiori a 100 milioni di Euro, crediti inferiori a 5.000 Euro scaduti da oltre 6 mesi.
- Crediti prescritti, indipendentemente dall'ammontare (ad esempio, dopo 10 anni senza messa in mora).
Valutazioni preventive
Prima di intraprendere azioni legali, l'analisi di solvibilità del debitore è cruciale. Se risulta improbabile il recupero, è più efficiente ottenere il beneficio fiscale anziché sostenere costi legali inutili. La documentazione necessaria in tal caso comprende un report informativo e un parere legale che attestino l'improbabilità di soddisfacimento del credito.
Va notato che, per crediti di importo elevato, l'Amministrazione Finanziaria si aspetta che venga tentato il recupero giudiziale, a meno che non ci siano prove evidenti della impossibilità di soddisfare il credito.
Ottimizzare le perdite su crediti
La chiave per gestire appropriatamente le perdite su crediti è una pianificazione attenta. È consigliabile evitare azioni legali quando risulta che il costo del recupero possa eguagliare o superare il credito stesso.
E’ pertanto opportuno rivolgersi ad un legale che fornisca un preventivo dettagliato. Se ritiene di non essere in grado di farlo, cambiate legale.
Questi passaggi possono aiutare le aziende a ottenere il massimo beneficio fiscale da situazioni che altrimenti si tradurrebbero in costi inutili.
Conclusione
La deduzione fiscale delle perdite su crediti richiede una pianificazione strategica e una valutazione accurata delle probabilità di recupero. Un legale esperto, in collaborazione con il commercialista, può guidare l'impresa verso decisioni che ottimizzano i benefici fiscali, riducendo l'impatto economico negativo delle perdite.