OVERUNDERTOURISM
E’ questa la nuova categoria del turismo di oggi: fino a poco tempo fa avevamo l’over tourism che invadeva le coste del belpaese e sopportava code anche per un ghiacciolo in spiaggia; l’under tourism batteva percorsi più “intimistici” mal sopportando orde di vacanzieri chiassosi.
Oggi abbiamo questa terza categoria popolata e alimentata da molti ma molti guru della sostenibilità: sono sedicenti "operatori turistici" (fisici e virtuali) improvvisati che si adoperano per trasformare l’under in over negandone l’evidenza. Portano interi pullman di ignari turisti “mordi e fuggi” nei nostri borghi con l’unico scopo di rendere sostenibile il loro portafogli.
I primi effetti si possono leggere nell’ Alto Adige che istituisce il numero chiuso; a seguire le politiche nazionali e locali che, sotto la pressione dei grandi gruppi alberghieri, imputano all’extra alberghiero ogni responsabilità della tensione abitativa, facendo finta di ignorare che il problema arriva da ben più lontano.
Negli Stati Uniti post-covid ci si adopera per trasformare gli spazi terziari, non più utilizzati perché sostituiti dallo smart-working, in residenze a basso costo.
Da noi c’è stata una politica dell’edilizia convenzionata e dell’edilizia pubblica, che oramai è dimenticata: la politica di depauperamento è iniziata negli anni ’80 quando, contraddicendo un antico detto lombardo “ “Piutost' che nient' l'è mej piutost”, le nuove avanguardie politiche dell’ultimo decennio del secolo scorso (che sono le stesse che governano oggi) hanno adottato la soluzione del “nient” .
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A un problema complesso non può che corrispondere una risposta articolata; le scorciatoie sono solo demagogia e servono a tarare gli effetti sulla lunghezza dei mandati elettorali: il resto si vedrà.
Ritornando al turismo c’è una buona notizia: oggi ogni proposta è sostenibile; fai esattamente le stesse cose di prima ma gli dai una mano di verde e tutti sono contenti; i turistifici e la politica si promuovono ritenendo di attuare la oramai vituperata “sostenibilità” ripetendosi e ripetendo "mantra" fine a se stessi.
Il concetto è spiegabile con una citazione del “Gattopardo” del buon Tomasi di Lampedusa: “tutto cambia perché nulla cambi” .
In questa “battaglia” ci sono anche coloro che ci hanno creduto e che saranno, purtroppo, gli unici che cadranno sul campo; il paradosso sarà che la maggior parte di loro perirà per il cosiddetto “fuoco amico”.