PA digitale, come farla davvero

PA digitale, come farla davvero

PA digitale. Si può fare?

L’Italia, grazie al percorso di digitalizzazione intrapreso, è in grado oggi di erogare  parte dei servizi pubblici in linea con la media dei Paesi Europei. Tuttavia, sono ancora troppi gli ostacoli che rallentano l’evoluzione della nostra Pubblica amministrazione e che collocano la maggior parte delle regioni italiane tra le “moderate innovator” dell’Europa: solo il 21% delle famiglie ha accesso a una connessione internet veloce, solo il 59% degli utenti (una delle percentuali più basse dell'UE) usa abitualmente internet, solo il 5,1% delle PMI utilizza l'e-commerce.

L’articolo di ottobre “Le criticità dell’agenda digitale italiana” sottolineava l’importanza di attivarsi sull’efficientamento della pubblica amministrazione, la più grande industria del paese: oltre 15.000 enti, più di tre milioni dí dipendenti, un "fatturato" pari al 50% del nostro PIL come ricordato qualche mese fa.

Oggi EY ha voluto dare un segnale concreto, che all’analisi – essenziale per una qualsiasi pianificazione strategica sostenibile nel lungo periodo - affianca una serie linee guida per la reale implementazione di una PA Digitale per lavorare efficacemente sulle seguenti aree di sviluppo:

  • realizzazione delle infrastrutture e della rete di connettività, necessaria per la penetrazione della banda ultralarga e per la completa connessione delle amministrazioni al SPC, Sistema Pubblico di Connettività;
  • anagrafe unica, che ha come obiettivo la realizzazione di un'unica base dati anagrafica per tutto il territorio nazionale, prerequisito per la realizzazione di progetti di Identità e Domicilio Digitale;
  • SPID, Sistema Pubblico per la gestione dell'Identità Digitale di cittadini e imprese, progetto strategico per il passaggio dallo sportello fisico a quello digitale;
  • fatturazione elettronica, volano per i processi di digitalizzazione e archiviazione documentale digitale.

Non si può prescindere da una visione strategica della PA digitale a partire dalla revisione del percorso di digitalizzazione intrapreso - basato sui pillar dell’Agenda Digitale Italiana - secondo una logica customer-centrica in cui il modello di servizio, costruito a partire dalla citizen experience, abilita un circolo virtuoso dell’Economia Digitale tra domanda e offerta;  inoltre è evidente l’esigenza di un nuovo Modello di Governance della PA Digitale, che preveda una leadership chiara a livello centrale e locale con l’obiettivo di consentire, in maniera pragmatica, da un lato la realizzazione delle iniziative sul territorio supportate da logiche di Business Planning e dall’altro, l’adozione di processi End-To-End atti a promuovere l’interoperabilità di organizzazioni e sistemi.

Dall’analisi - presentata qualche giorno fa in Senato – emerge chiara la necessità di nuove riforme al Codice e il bisogno di un'attenzione crescente su tematiche di governance con la prospettiva di istituire un organo dirigenziale, con competenze tecnologiche e manageriali, che stabilisca la vision di medio-lungo termine e governi le attività di realizzazione dei progetti di digitalizzazione a livello centrale e locale. Come si legge in questi giorni il governo varerà a breve il primo decreto per rendere operativo il Piano strategico per la banda larga. I segnali ci sono, bisogna valorizzare il momento.

È necessario partire da una convinzione: le debolezze possono essere superate e l’infrastruttura digitale è strategica per il paese. Di questo siamo certi e l’impegno comune deve essere volto a raccogliere tutti gli stimoli positivi di vari attori oggi attivi a livello nazionale che possono contribuire alla crescita sociale ed economica dell’Italia a partire da cittadini e imprese. Ritornando alla domanda iniziale, la risposta è certamente sì.

@DonatoIacovone

 

 

 

Annamaria Arcese

Partner Lutech Next - Most Powerful Women Fortune 50 2023

9 anni

Forse dovremmo parlare di digitalizzazione dei processi cross-dipartimentali superando il concetto di IT divisionale, altrimenti le anagrafiche uniche e l'identità digitale saranno sempre informazioni "private" di un ministero/ente, o di un data center afferente ad un'organizzazione che non sa e non vuole integrarsi con le fonti informative. La fatturazione elettronica mi sembra un concetto trito e ritrito, qualcosa di nuovo? Un superamento dei concetto di dato "ministeriale" con i big data in geatione presso Consip?

Nicolò Boggian

Working at the intersection between Tech, Operations and HR, managing organizational frameworks, recruiting, employees engagement, compensation, business development and labour market trends.

9 anni

Senza meritocrazia sarà' difficile andare avanti velocemente sui temi della digitalizzazione. Con più digitale ( trasparenza e innovazione) si aumenta la possibilità perché vi sia meritocrazia

Pasquale Tarallo

Esperto indipendente del tavolo tecnico su tecnologie innovative presso Istituto Superiore di Sanità

9 anni

forse si potrebbe partire dalla sanità, non pensi ? Qui tutti parlano di dematerializzazione o di percorsi digitali, ma ancora vedo file agli sportelli, in farmacia, nei pronto soccorso, etc. etc. Eppure le risorse tecnologiche ed economiche non mancano !

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