PARLIAMO DI CARTA (parte ottava)
La macchina in tondo
Ovviamente le carte che trovate in commercio raramente sono fatte a mano! Esistono macchine per carta con tecnologie all'avanguardia che ci permettono di produrre quntità davvero enormi di carta ogni giorno. Queste macchine sono essenzialmente di due tipi:
la manomacchina o macchina in tondo
La macchina in piano o a tavola piana
si differenziano essenzialmente per il metodo di formazione della carta e dalla velocità di esercizio. la macchina in tondo è molto più lenta della macchina in piano e per questo motivo è utilizzata per produrre carte di alto pregio. La macchina in piano è invece adatta a fabbricare carte di minor pregio ma in grandi quantità. oggi parliamo della macchina in tondo.
La macchina in tondo è detta anche “manomacchina” questo nome deriva dal fatto che le sue caratteristiche permettono la produzione di carte di alta qualità e quindi paragonabili a quelle fabbricate a mano. Va ricordato però che, anche se di qualità elevata, la produzione a macchina non può raggiungere lo standard qualitativo delle carte a mano. Un esempio su tutti è proprio la filigrana artistica, di cui parleremo in dettaglio in un altro articolo, e che non è possibile fabbricare con la manomacchina. È invece possibile realizzare carte per banconote con filigrane in chiaroscuro. L’alta qualità delle carte prodotte con macchina in tondo dipende dal sistema di formazione del foglio. Un cilindro creatore è immerso in una vasca in cui viene immesso l’impasto di cellulosa raffinato. Il cilindro creatore è uno strumento complesso in cui delle tele di bronzo fosforoso vengono tensionate su uno struttura portante e, nelle tele, possono essere presenti sia filigrane in chiaro che in chiaroscuro. Il cilindro ruota all'interno della vasca e contemporaneamente si muove trasversalmente con movimenti simili a quelli impressi dal modulo di lavorazione dal “Lavorente” nella fabbricazione della carta a mano. Questo determina un certo intreccio delle fibre migliorando la resistenza trasversale e la formazione del foglio, le fibre però sono sempre prevalentemente disposte nel verso di macchina. Sulla superficie del cilindro si forma quindi uno strato di cellulosa che viene staccato da un feltro detto “Pick Up” o feltro ponitore, anche qui troviamo similitudini con la lavorazione a mano. Il feltro ponitore accompagna la carta dentro una sezione presse, solitamente tre che schiacciano la carta in maniera progressiva togliendo l’acqua in eccesso. Alla fine della sezione presse è possibile marcare la superficie del foglio con una pressa marcante dotata di appositi feltri, per creare la “grana” voluta. La carta ora ha sufficiente resistenza per proseguire il suo percorso senza l’ausilio di feltri e viene introdotta nella prima batteria di essiccatori. Dei cilindri tenuti a temperatura dal vapore asciugano la carta fino al raggiungimento del 5% di acqua contenuta. È importante che l’asciugamento non sia repentino ma graduale, i primi essiccatori sono quindi tenuti a temperature inferiori rispetto a quelli nella zona centrale, gli ultimi cilindri sono nuovamente tenuti a temperatura più bassa. Uscita dalla prima seccheria detta anche pre seccheria, la carta può subire un trattamento superficiale con differenti prodotti atti ad esaltare resistenza, collatura, liscio ecc. Passa quindi all'interno di una pressa collante detta Size Press, ricordo che in lingua inglese la collatura si traduce in “sizing”, da qui il nome della pressa. Una volta bagnata dalla size press, la carta deve essere asciugata nuovamente, passa quindi in un’altra batteria asciugatrice detta post seccheria. Siamo quasi al termine del processo produttivo, la carta viene condizionata affinché mantenga le caratteristiche volute, possiamo poi decidere se lisciare la superficie oppure passare direttamente all'arrotolatore per formare la bobina di carta. le bobine così ottenute saranno poi tagliate con apposite macchine per ottenere i fogli finiti. Tutto il processo è monitorato da sofisticati strumenti che misurano costantemente tutte le caratteristiche della carta e possono modificarle in maniera automatica per non avere differenze nella produzione. Qui sotto riporto uno schema esplicativo gentilmente concesso dalla Cartiera Fedrigoni.