PAROLA CHIAVE: TRAUMA
E'questo, il trauma. L'evento sta sempre accadendo ora, nel presente, per la prima volta. P.McGRATH -TRAUMA-
“ Che lei se ne renda conto o meno, ha passato la vita aspettandosi che gli uomini se la spupazzassero. Sul serio, anche adesso, mummificata nella sua pelle raggrinzita, Eva è ancora una bambina di otto anni. In trappola”.
C.PALAHNIUK -SOFFOCARE-
Tutti noi, per il semplice fatto di vivere, siamo esposti all’eventualità di sperimentare traumi psicologici (dal greco “ferite dell’anima”). Esistono traumi che si possono definire “con la T maiuscola”, ovvero esperienze traumatiche che minacciano la nostra integrità come calamità naturali, incidenti stradali, aggressioni, stupri, omicidi, suicidi di persone care, diagnosi infauste, e poi vi sono i cosiddetti traumi “con la T minuscola”, ovvero esperienze che sembrano oggettivamente poco rilevanti ma che possono assumere un peso soprattutto se ripetute nel tempo o subite in momenti di particolare vulnerabilità o nell’infanzia.
E' proprio nella delicatissima fase dell’infanzia, che umiliazioni, abbandoni, trascuratezza e paure possono lasciare il segno modificando non solo i nostri atteggiamenti, le emozioni e le relazioni con gli altri nel corso della vita ma, questa è la novità scientifica, imprimendosi anche in specifiche aree del cervello, come hanno dimostrato studi all’avanguardia nel campo della neurobiologia. Ciò vale sia per i traumi con la “T maiuscola” che per quelli con la “T minuscola”.
Ci sono ferite quindi che continuano a sanguinare anche a distanza di anni, il trauma in questi casi è sempre presente, le sensazioni sono vive, e sembra che l’evento sia successo poche ore prima anche se risale a mesi o anni addietro. La sofferenza psicologica dei traumi “con la T minuscola” può essere di minore impatto ma ugualmente invalidante: sensazioni di insicurezza, mancanza di autostima, colpevolizzazioni, attacchi di panico, ansie sono gli strascichi più frequenti. Quando un trauma rimane irrisolto diventa parte di un circolo vizioso di pensieri, emozioni e sensazioni corporee disturbanti.
Si è visto che i ricordi traumatici sono immagazzinati nel cervello in modo differente dai ricordi non traumatici. I primi si collocano soprattutto nell’emisfero destro, separati dai ricordi positivi come se fossero congelati in uno spazio e tempo diversi dal resto dei nostri vissuti. Qui continuano ad agire ma queste cicatrici sono in realtà il ricordo di ciò che è successo. Per guarire, la nostra mente mette in campo le proprie risorse. Perché, così come siamo dotati di un sistema immunitario che provvede a guarire le ferite fisiche, vi è anche un sistema di riparazione delle ferite della psiche. Gli eventi traumatici, in questi casi, non vengono cancellati ma rielaborati in modo adattivo, permettendoci di andare avanti spesso con risorse aggiuntive che ci serviranno per affrontare altre difficoltà. Il passato, in questi casi, resta nel passato.
Quando un trauma rimane irrisolto, invece, diventa parte di un circolo vizioso di pensieri, emozioni e sensazioni corporee disturbanti.
In questo caso occorre un intervento psicoterapeutico che permetta una rielaborazione dell’esperienza traumatica favorendo una risoluzione adattiva.
Ad oggi, la psicoterapia EMDR è ritenuta una delle forme più efficaci di intervento, sia per i traumi con la “T maiuscola” che per quelli con la “T minuscola”.