Passaggio generazionale, istruzioni per l'uso: capitolo tre

Passaggio generazionale, istruzioni per l'uso: capitolo tre

È un pezzo importante del nostro lavoro. Noi di Palestra d'Impresa, spesso, supportiamo gli Imprenditori delle P.M.I. nel passaggio generazionale.

Ecco il terzo articolo sul passaggio generazionale. Sono articoli brevi, ognuno di questi tratterà uno dei punti nell'elenco che vedi qui sotto, l'incipit iniziale sarà sempre lo stesso ma tratterò un punto per volta.

Perchè un punto per volta?

Perchè il passaggio generazionale è il momento più complicato, difficile ma affascinante e importante della vita di un'azienda e va maneggiato con molta cura, pena disastri, fisici ed economici.

Il passaggio generazionale, secondo me, si riesce a realizzare senza tragedie se...

  • se si programma per tempo (questo è stato il primo articolo, leggilo qui)
  • se si riesce a lasciare la famiglia a casa, perchè la Ditta non è la famiglia, e nemmeno una famiglia. (questo è stato il secondo articolo, leggilo qui)
  • se ci rendiamo conto che la Ditta ha permesso a tutti, soprattutto ai junior, la vita e i privilegi che hanno. Si junior questo punto lo scrivo per te: sei un privilegiato e devi meritarti il privilegio che hai avuto senza dover faticare. (questo è il terzo articolo)
  • se noi senior non vogliamo imporre la nostra "leggenda personale" a chi, dopo di noi, deve poter fare le sue scelte. Abbiamo bisogno di imprenditori che ci succedano, non di cloni che facciano esattamente quello che abbiamo fatto noi. Lo so, senior, sono d'accordo con il tuo dissenso e tormento interiore, è anche il mio, ma è così.

Oggi trattiamo il “Se ci rendiamo conto che la Ditta ha permesso a tutti, soprattutto ai junior, la vita e i privilegi che hanno. Si junior questo punto lo scrivo per te: sei un privilegiato e devi meritarti il privilegio che hai avuto senza dover faticare”.

Proprio così, mio giovane virgulto: la Ditta, che è molto probabilmente la tua sorella maggiore, ti ha permesso di avere le cose che hai, nel bene e nel male, ma generalmente, se sei figlio di un imprenditore hai molte più possibilità della maggior parte dei tuoi coetanei, è un fatto statistico.

Hai un vantaggio enorme rispetto a tutti i tuoi amici: se lavori nell’azienda di famiglia non sai cosa significhi inviare centinaia di curriculum senza ricevere una risposta.

Non sai cosa significa fare colloqui per posti ridicoli in cui si vuole avere degli scienziati nucleari pagandoli con due noccioline ammuffite.

Non sai cosa significa essere frustrati nella ricerca di un lavoro e non avere la possibilità di costruirsi una vita perché si è ancora precari a 30 anni o più.

Non lo sai perché tu il posto di lavoro non l’hai sudato e, al giorno d’oggi, è un privilegio enorme ed è grazie al lavoro dei tuoi genitori che hai questa fortuna. Ricordatelo sempre.

Non sei d’accordo che è un grande privilegio? Prova, prova a cercarti un lavoro fuori dalla ditta di famiglia, da solo, e poi ne riparliamo.

Fatti questa semplice domanda:”Ma io, se dovessi cercarmi un lavoro come devono fare tutti i miei amici, avrei agevolmente mercato?”. Rispondi onestamente a te stesso.

Sei un privilegiato e devi meritarti questo privilegio: non significa subire passivamente tutto quello che ti viene chiesto dal tuo titolare che, incidentalmente, è anche tuo papà o tua mamma, significa però che devi avere una marcia in più, devi essere proattivo e devi dimostrare a te stesso e a tutte le persone che pensano che sei in ditta solo perché sei il figlio dei tuoi genitori, che vali.

Devi dimostrare che vali non per diritto divino ma perché sei in gamba.

È molto semplice da comprendere, molto più difficile da mettere in pratica, ma si può fare.

La ricetta per riuscirci è:

  1. Umiltà
  2. Rispetto dei ruoli
  3. Curiosità
  4. Spirito di adattamento
  5. Orgoglio di far parte di un progetto in cui potrai essere il protagonista

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