Patto per l'export : coraggio e onestà
"Più di 4 miliardi di euro già stanziati grazie al Patto per l’Export firmato al MAECI . Questa è una risposta senza precedenti per sostenere e rilanciare le nostre aziende, motore della nostra economia” Lo dichiara il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, con un post di ieri che condividiamo con piacere.
Prosegue il Ministro : "Il patto per l' Export si basa su sei pilastri: comunicazione, formazione e informazione, commercio digitale, sistema fieristico, promozione integrata e finanza agevolata messi a disposizione delle piccole e medie imprese italiane per indirizzarle verso un percorso di esportazione del Made in Italy”.
“Nei prossimi mesi - spingeremo sempre più sulla digitalizzazione, incoraggiando le PMI ad investire con adeguati incentivi e agevolazioni attraverso un “bonus export digitale”.
"Bisogna avere una visione e dare gli strumenti ai nostri imprenditori per ripartire rilanciando le nostre eccellenze e il nostro Made in Italy nel mondo. Questa è la strada da percorrere, facciamolo con coraggio”.
Fin qui la dichiarazione e ha tutto il nostro plauso la buona volontà del Ministro e del Governo che hanno indicato la strada e messo a disposizione lo strumento per percorrerla.
In pratica l'export italiano ha a disposizione una Ferrari, peccato che il volante sia scollegato dalle ruote: la governance del Patto per l'export con le misure attuate finora ci ha portato in direzione completamente opposta a quella dichiarata del Ministro, e qualcuno bisogna che glielo dica e noi lo facciamo con coraggio e con ONESTA' .
Su 4 miliardi il 95% è finora andato ai grandi esportatori (vietato sapere chi, perchè c'è la privacy ) , alle fiere e alle imprese grandi e grandissime, agli apparati, alle agenzie. Smettiamola di dire che c'è stato sostegno alle piccole e micro imprese esportatrici. Non c'è stato e non era questo il Patto per l'export.
I risultati ce li dice l’Istat: dopo questo gigantesco sforzo il numero di aziende esportatrici è diminuito di 20mila unità.
20 mila esportatori in meno rispetto al 2014, con risorse impegnate 10 volte superiori.
Bisogna avere il coraggio e l'onestà di confrontarsi con questi numeri e, se si vuole stare ai patti, di ammettere i risultati non soddisfacenti e impostare nuove azioni correttive.
Azioni correttive che non possono limitarsi alla evocazione magica del "digitale" , nè aspettare i miracoli dei corsetti piu' o meno accademici, o i dare i bollini dei corsi teorici, nè regalare soldi alle piattaforme digitali internazionali, e nemmeno promuovere il madeinitaly a tutto beneficio dei di produttori fake italian sounding a tutto danno delle imprese italiane non sostenute nell'esportare e distribuire il prodotto italiano autentico.
Non è una critica al patto per l’export, che come associazione Uniexportmanager abbiamo volentieri sottoscritto e riteniamo una delle policy più illuminate dei governi negli ultimi 10 anni
Come ho scritto in un recente articolo l’export è cuore dello sviluppo del paese, le PMI cuore dell’export, le competenze export cuore delle aziende.
Non è una critica, crediamo nell'export come strada maestra per risanare la nostra economia e crediamo di interpretare il pensiero autentico del Governo e del Ministro Di Maio quando diciamo che bisogna investire sull'export delle piccole aziende come risorsa e non come assistenzialismo o pretesto per finanziare lobby e apparati.
E’ questo il pensiero condiviso "Exportitalia2030" , e ci auguriamo che sia fatto proprio e condiviso anche dal Ministro con coraggio e onestà.
L'export italiano è Ferrari messa sulla buona ma ha le ruote sgonfie, il volante scollegato, benzina insufficiente per il vero motore che sono le piccole imprese esportatrici . E i piloti: che sono le competenze degli exportmanager che dovrebbero essere presnti in tutte le aziende esportatrici.
Servono almeno 20mila exportmanager per riportare in numero di aziende esportatrici al livello del 2014.
Le nuove misure questo devono sostenere, con l'obiettivo di raddoppiare entro il 2030 il numero di aziende italiane esportatrici. Abbiamo il coraggio e l'onestà di misurarci su questo obiettivo?
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CONSULENTE STRATEGIA AZIENDALE PER INTERNAZIONALIZZAZIONE PER GIAPPONE E COREA DEL SUD
3 annicondivido tutto e vorrei condividere anche l'articolo.. come faccio?
Supporting companies in their internationalization & innovation projects
3 annisì Giuseppe! Servono molto più ExportManager! MESSAGGIO FORTE E CHIARO 😎
Export Manager at Perlino Spa
3 anniAncora una volta, risorse messe a servizio dei grandi e nessuna idea di come far sviluppare le PMI che sono il cuore pulsante del nostro splendido Made in Italy!
International Business Development Consultant | Trainer in international trade procedures and promotion | Accredited trainer at Promos Italia-NIBI | Accredited tutor at ITA (Italian Trade Agency)
3 anniOttima analisi, le criticità esposte sono ancora più evidenti nel Meridione.