Per una ripresa “quasi” normale dell’attività lavorativa

Per una ripresa “quasi” normale dell’attività lavorativa

Paura di tornare a quella che consideravamo la normalità?

La sensazione di sicurezza che abbiamo respirato tra le mura domestiche, rischia di rimandare la nostra riapertura al mondo.

Questa dimensione emotiva, in psicologia, è definita come “Sindrome della Capanna”; non si tratta di un disturbo psicologico, ma di una reazione naturale alla condizione di isolamento a cui siamo stati costretti. Ci siamo “semplicemente” allenati a questo nuovo spazio di certezza, che ci ha difeso dai rischi esterni.

Ora dobbiamo però implementare una strategia che ci consenta, lentamente, di riprendere una routine giornaliera, che sia sana e funzionale al raggiungimento dei nostri obiettivi personali e professionali.

Il nostro cervello ha bisogno di pianificazione per gestire il tempo, sentirsi al sicuro e non dare troppo spazio al pensiero irrazionale. Per ridurre gli effetti della sindrome della capanna, provate a ridurre il tempo del riposo, evitando di abbandonarvi alla letargia, sintomo tipico di questa fase.

Potreste sperimentare una sensazione mista di paura e di insicurezza, di tristezza o ansia per il cambiamento, questo perché abbiamo costruito una nuova comfort zone, che limita però le nostre risorse.

Quindi, stabilite un programma di azione e seguitelo, a piccoli passi, nel rispetto delle accortezze necessarie e riallenatevi, dopo il social distancing, al social connecting.

E’ importante ribadire quindi che chi soffre della “sindrome della capanna” non è malato, ma ha spesso solo bisogno di adottare un pensiero positivo e di fiducia verso il prossimo, non rifuggire la compagnia e il confronto con i colleghi e le persone a noi care.

Se sei interessato ad un approfondimento, ad un confronto, commenta con #helpskills, ti risponderemo per darti “due dritte” su come ritrovare la forza di riprenderti e riguadagnare la fiducia di scommettere su te stesso.

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