Perché i titoli tecnologici soffrono nonostante l'imminente taglio dei tassi e la loro reputazione anticiclica?

Negli ultimi anni, il settore tecnologico è stato spesso considerato un porto sicuro, anticiclico e resiliente alle turbolenze economiche. Tuttavia, la situazione attuale sembra contraddire questa narrativa, con molte aziende tech che registrano performance deboli o stagnanti. Ma perché sta accadendo proprio ora, in un momento in cui i mercati si aspettano un imminente taglio dei tassi di interesse, tradizionalmente positivo per le aziende del settore?

1. Prospettive di recessione

Nonostante le speranze di un allentamento della politica monetaria, le preoccupazioni per una recessione incombente rimangono forti. La crescita economica globale è sotto pressione a causa dell'incertezza geopolitica, dell'inflazione elevata e della riduzione della domanda. Anche il settore tecnologico, che in passato ha mostrato resilienza durante i cicli recessivi, sta sentendo il peso di queste dinamiche. Gli investitori si interrogano sulla sostenibilità di alti tassi di crescita, soprattutto per le aziende che hanno visto una crescita esplosiva durante la pandemia.

E' proprio il tasso di crescita di tali aziende ad impattare sulle loro performance, di fatti, una riduzione di quest'ultimo potrebbe ridurre le aspettative sui titoli del settore, che tradizionalmente pesano per buona parte della loro performance, rispetto ai titoli value, valutati più sillabare die multipli di bilancio.

2. Cambiamento nelle priorità di spesa aziendale

In un contesto di rallentamento economico, le aziende stanno rivedendo le loro priorità di spesa, con tagli nei budget IT e nelle iniziative di digitalizzazione per far fronte agli ingenti investimenti nel settore AI, che potrebbe impattare la crescita futura a breve termine.

3. Valutazioni elevate e pressioni sui margini

Negli ultimi anni, i titoli tecnologici hanno goduto di valutazioni estremamente elevate grazie alle aspettative di una crescita continua e robusta. Tuttavia, con il rallentamento dell'economia e l'aumento dei costi operativi (in parte dovuti all'inflazione e al trend dell'AI), molti investitori sono diventati più cauti. In periodi di incertezza economica, la liquidità viene spesso riallocata verso settori più difensivi o verso asset considerati meno volatili, il che può causare un deprezzamento anche dei titoli tecnologici.

4. La fine dell'era dei tassi bassi

Sebbene l’imminente taglio dei tassi possa sembrare una notizia positiva, non dobbiamo dimenticare che il contesto più ampio è cambiato radicalmente rispetto a qualche anno fa. I tassi d’interesse, anche se in discesa, rimangono più alti rispetto ai minimi storici raggiunti durante la fase pandemica. Questo colpisce direttamente le aziende tech, che spesso dipendono da grandi capitali per finanziare la propria espansione. Tassi più alti implicano costi di finanziamento maggiori e, quindi, un impatto negativo sui profitti futuri.

5. Rallentamento della domanda dei consumatori

Il rallentamento economico non riguarda solo le imprese ma anche i consumatori. Le aziende tecnologiche che dipendono dal consumo di massa, come quelle di e-commerce, dispositivi elettronici e servizi di streaming, stanno subendo un calo della domanda. I consumatori, preoccupati per l'aumento del costo della vita e la possibilità di una recessione, stanno riducendo la spesa discrezionale.

In conclusione, anche se i titoli tecnologici hanno goduto di una lunga fase di crescita esponenziale e sono stati spesso visti come settori anticiclici, le attuali condizioni economiche stanno mettendo in discussione questa percezione. L'incertezza macroeconomica, il cambiamento nelle priorità di spesa aziendale e le valutazioni elevate stanno esercitando una pressione significativa su questo comparto. Il taglio dei tassi potrebbe fornire un sollievo temporaneo, ma non basta da solo a dissipare i venti contrari che attualmente gravano sui titoli tech. Il futuro delle aziende tecnologiche dipenderà dalla loro capacità di adattarsi a un contesto economico profondamente diverso da quello del recente passato.

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Autore: Matteo Fonti

Esperto di Investimenti e Gestione del Portafoglio

Consulente finanziario certificato EFPA livello EFA ed ESG

Iscritto albo Consob/OCF

iscritto registro intermediari RUI

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