Perché Twitter dovrebbe piacerti di più: due riflessioni

Perché Twitter dovrebbe piacerti di più: due riflessioni

Uno degli argomenti più presenti nei dialoghi di chi opera nel web marketing e nei post di siti dedicati, è il continuo e (sembra) inarrestabile calo di utenti attivi su Twitter. 
Inizialmente si parlava anche di una scarsa "presa" che il social di scrittura avesse generato durante il suo impatto sul mercato, che ancora oggi sembra non aver modificato il suo andamento.

In questo post vorrei rendere noti alcuni pensieri che mi portano a credere come l'utente medio non utilizzi correttamente questo social, o in alcuni casi non lo utlizzi affatto poiché troppo "complicato".

In primo luogo, quando chiedo alle persone se sono presenti su Twitter le risposte che ricevo possono essere suddivise secondo queste percentuali:

50% non ho Twitter
40% ho Twitter ma non lo uso
5% ho Twitter ma non ricordo la password (è ancora possibile?)
5% si, ma ci sei anche tu?

Spero di essere una persona molto sfortunata, ma vi assicuro che sebbene abbia decretato le cifre a caso, le risposte ricevute sono così.
Analizzando più tecnicamente questo fatto posso dire che l'utilizzo di Twitter è qualcosa di meno popolare rispetto a Facebook. La scrittura è qualcosa di importante ma non tutti la vedono come tale. Chi è solito condividere litigi fra gattini o scherzi di amici probabilmente preferirà continuare a farlo sulla stessa piattaforma che ha usato finora, dove il testo non è nemmeno necessario.
Twitter è una forma di pensiero e quest'ultimo viene condiviso secondo argomenti a un numero molto ampio di utenti. La sua composizione (140 caratteri) rende il tutto più complesso.
Il primo fattore è quindi la "complessità" di utilizzo che non si trova nella piattaforma in sé, ma bensì risiede nel processo di creazione del contenuto esterno al social: idea - valore - testo in 140 caratteri.

In secondo luogo penso che l'utilizzo di Twitter come di tutti gli altri social sia estremamente influenzato dall'audience che decidiamo di seguire. Come ben sappiamo, ognuno di noi inizia a utilizzare Twitter dopo aver scelto di ricevere le news su alcuni personaggi suggeriti dallo stesso social, per poi ampliare i following in maniera indipendente. 
Non sempre questo è un aspetto positivo, e in più è un'attività che possiamo svolgere anche su Facebook.
"Si, ma su Twitter c'è un contatto diretto" sento spesso rispondere. Con tutta la buona volontà non credo che Katy Perry leggerà personalmente la tua mention, nonostante sia concorde che per determinati personaggi la distanza fra utente e figura sia più ridotta.
Il punto importante è che su Twitter conta molto di più seguire gli influencer dei settori o delle passioni che personalmente abbiamo. Intendo seguire quei profili personali o non, che sono in grado di darci news, spunti, idee ogni volta che apriamo Twitter. Non sto dicendo che sia inutile seguire Katy Perry o Rihanna, ma penso che si stia perdendo di vista il reale utilizzo che possiamo fare del social, poiché lo stesso è nato per informare, discutere, aggiornare.

In più ritengo assolutamente importante crearsi un audience basato sul reale gradimento dei tweet pubblicati.
Se sto guardando Quarto Grado, Quinta Colonna, un film o una partita di calcio e nel topic di ricerca noto un profilo i cui contenuti reputo di valore, deciderò in primis di dare un'occhiata ad alcuni tweet precedenti e successivamente di seguire. Probabilmente quell'utente, sebbene sia sconosciuto, alla prossima occasione saprà pubblicare un altro contenuto interessante che retweetterò, e a quel punto potrebbe decidere di seguirmi se riterrà interessanti i miei cinguettii.
Contenuti di valore e un Follower in più.

 

In conclusione penso, a discapito dei fatturati dell'azienda, che sia giusto che Twitter abbia una presa minore sull'audience. La struttura in sé del social è la prima causa di questa differenza con Facebook per esempio.
A meno che la popolazione non si svegli con un immenso interesse per la scrittura in 140 caratteri e la condivisione dei propri pensieri, credo che la situazione resterà invariata per diverso tempo.

Ps. Gli hashtag su Facebook sono uno dei più grandi fallimenti del social di Zuckerberg!

Alessio Zoboli

Consulente Tributario presso TuttoImpresa SCARL

9 anni

Completamente d'accordo su tutto!

Andrea Torti

Scrivere e Condividere | Content Writer

9 anni

Sfida accettata, sto per lanciarmi su Twitter (e magari Katy Perry mi noterà!). Buon lavoro (e buone ferie) :)

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