Piede Piatto: Quando È Patologia?
Il #piede_piatto non è necessariamente una condizione patologica. Non è difficile per un ortopedico che abbia una super-specializzazione nella chirurgia del piede e della caviglia fare diagnosi di piede piatto.
È però fondamentale visitare con attenzione il paziente e questo vuol anche dire fare le domande giuste, per indagare la sintomatologia del paziente.
Il dolore è una importantissima discriminante, ma non l’unico parametro da tenere in considerazione. In primis bisogna sapere qual è la condizione di normalità.
Per esempio, il piede piatto è una condizione normale nei bambini fino agli 8-10 anni e non sempre crea problemi quando lo sviluppo fisiologico del piede non lo porta a normalizzarsi.
Nello stesso modo un piede piatto non è per forza chirurgico in un adulto: valutare la sintomatologia e programmare controlli negli anni può essere un’ottima strategia.
Altrettanto importante è saper riconoscere quei casi in cui, pur non essendo la sintomatologia presente in modo continuo e invalidante, l’anatomia del piede evidenzia una condizione instabile e tendente al progressivo peggioramento.
In questi casi è bene avvisare il paziente del possibile rapido progredire della deformità, che potrebbe esporlo ad una chirurgia molto più importante, se non effettuata nei tempi corretti.
Il piede piatto [o piede pronato] è una condizione nella quale l’arco plantare, la struttura anatomica formata dalle ossa del piede, dai legamenti e dai tendini che la sostengono, tende a cedere verso l’interno, portando verso l’esterno, come per compenso, il calcagno.
Si tratta di una condizione congenita, potenziale causa di sintomi dolorosi e di squilibri non solo a livello del piede, ma più in generale nella conformazione delle articolazioni dell’arto che ne è interessato.
Questa condizione si riconosce facilmente analizzando un’impronta lasciata dal piede stesso nel terreno ed è questo solitamente a preoccupare le mamme quando osservano queste caratteristiche nell’impronta del loro bimbo.
In realtà bisogna distinguere tra condizioni patologiche e quindi di anormalità e situazioni in cui, invece, avere il piede piatto è quasi una semplice caratteristica.
Come ho detto, il piede piatto non produce necessariamente sintomi, ma nel caso in cui la deformità sia accentuata, raramente è asintomatico.
In ogni caso, quando è sintomatico, il dolore può essere continuo o intermittente e si manifesta solitamente dopo uno sforzo continuato [dopo l’attività sportiva, ma anche dopo una semplice camminata]. Talvolta anche a riposo però il paziente non trova pace tormentato dai crampi, spesso notturni, che sono collegati alla contrazione del muscolo tricipite surale [polpaccio]. Il dolore sicuramente più tipico è però quello lungo il tendine tibiale posteriore che i pazienti stessi si trovano ad indicare nel suo decorso, proprio mimando “la strada” di percorrenza del dolore che tipicamente li colpisce. In questi casi parliamo di piede piatto flessibile.
In alcuni pazienti si riscontra inoltre la presenza di una piccola sporgenza ossea sul piede a livello mediale: è l’os tibialis.