PMI: un Eurozona a due velocità
Gli indici PMI evidenziano ancora maggiori difficoltà lato manifattura. Di contro, i servizi continuano ed esprimere resilienza ad un contesto economico complicato
L’indice PMI, considerato uno dei principali termometri dello stato di salute dell’economia, conferma una condizione di ristagno in Eurozona, anche per il 2024.
Dallo scorso giugno l’indice composito, media ponderata calcolata tra PMI manifatturiero e servizi, si muove in territorio di contrazione. I numeri, per quanto negativi, presentano valori poco inferiori alla soglia della neutralità, posta a 50 punti, confermando un outlook economico di prolungata debolezza.
A gravare primariamente continua ad essere il comparto manifatturiero, costantemente in territorio di contrazione da luglio 2022. La componente dei servizi, dopo aver manifestato a lungo resilienza a un contesto economico particolarmente sfavorevole, si muove poco al di sotto della soglia della neutralità sin dalla fine dell’estate, senza mai versare eccessivamente in territorio negativo.
Tale scenario, messo in evidenza dai PMI, sembra non toccare in egual misura tutte le economie. Spagna e Italia, ad oggi, presentano un indice composito positivo, sostenuto largamente dai servizi, in area di espansione. Per la Spagna la congiuntura pare essere decisamente più tonica. Il PMI dei servizi si muove in territorio di espansione pressoché da novembre 2022, registrando una sola mensilità sotto soglia 50 punti, in agosto 2023.
Possiamo dunque prevedere un avvio d’anno complessivamente debole.
I tre fattori che caratterizzeranno la prima parte del 2024 saranno una congiuntura internazionale complessivamente ancora fragile, effetti negativi della politica monetaria fortemente restrittiva e domanda interna ancora deficitaria.