Policy aziendale, privacy, controlli sui dipendenti

Policy aziendale, privacy, controlli sui dipendenti

La recente pronuncia della Corte di Cassazione, la n. 18302/2016, richiamata oggi da molte testate giornalistiche, ha dichiarato illegittimi i controlli a tappeto su computers, posta elettronica e telefoni da parte del datore di lavoro nei confronti dei propri dipendenti.

Il tema potrebbe esaurirsi così, invece, l’argomento rappresenta nuovamente l’occasione per una breve analisi su ciò che l’azienda deve fare per eseguire i controlli nel rispetto dei diritti dei propri dipendenti.

Aspetto quest’ultimo che, molto spesso, non viene tenuto in debita considerazione dalle imprese italiane, sia che esse siano di piccole, medie o grandi dimensioni.

Ricordo che è legittima l’istallazione di apparecchi e software che consentono i controlli della casella di posta elettronica, delle telefonate e della navigazione internet su tutti i devices forniti dall’azienda, a patto che, da parte del datore di lavoro, ci sia stata preventivamente l’autorizzazione ex art. 4 dello Statuto dei Lavoratori e il rispetto degli adempimenti previsti dall'art. 13 del codice privacy

Quindi?

Una modalità efficace per garantire la corretta e consapevole gestione della struttura aziendale da parte del datore di lavoro, anche in relazione all’utilizzo dei social network e software di messaggistica istantanea, è quella di definire e redigere preventivamente delle policies aziendali chiare e, soprattutto, adoperarsi anche con corsi di formazione interna per renderle conoscibili e fruibili dai propri dipendenti/collaboratori.

Antonio Viñal Menéndez-Ponte

Partner in the Spanish Law Firm AVCO Legal. Head of its Lisbon office.

8 anni

Certo Giulio. Anche in Portogallo si può gestire così, ma il Garante ha stabilito limiti specifici non sempre rispettate dalle imprese.

Giulio Graziani

Aiuto a gestire la compliance integrata e i rischi ESG delle imprese e degli enti del terzo settore |⚡Esperto in diritto societario e ESG | ⚡Pioniere @freebly la 1° STA benefit in Italia | ℹ️ in DM

8 anni

Grazie Francesco per il tuo contributo. Ho visto la tua realtà che è veramente un'eccellenza e i recenti premi lo dimostrano. Il bilanciamento degli interessi tra datore e lavoratore sono sempre molto complicati e il tema del controllo certamente è un aspetto particolarmente delicato anche alla luce delle nuove tecnologie e modalità di comunicazioni social. Penso però, che una informazione completa e precisa nei contenuti da parte dell'azienda potrebbe agevolare lo stesso lavoratore nel percorso di "consapevolezza" di cosa può fare e non fare con gli strumenti che l'impresa gli mette a disposizione.

Francesco Cavallo

NSEO New Solution Engineering & Operating Manager

8 anni

Ciao Giulio, Tema caldo e condivido totalmente la tua proposta. Mentre leggevo il tuo articolo, ripensavo a tutto l'impianto documentale che ho dovuto mettere in piedi per delle telecamere istallate in azienda al solo scopo aziendale di garantire adeguati livelli di sicurezza ... è mi è venuto da sorridere. Sorridevo perché fortunatamente nella mia azienda non avevamo e non abbiamo rappresentanze sindacali a cui dare spiegazioni ed è bastato un accordo scritto tra titolare e lavoratori per risolvere la questione... altrimenti, io credo, che oggi starei ancora riscrivendo le policy e le informative rivolte al lavoratore. Il vero punto è proprio l'ex art. 4 dello Statuto dei Lavoratori ... Sia chiaro, i principi e i valori fondanti questa regolamentazione sono da apprezzare moltissimo perché tutelano e difendono il lavoratore ... ma poi ci sono le "rappresentanze sindacali" che oggi, ritengo, siano più attente a curare i propri interessi e le proprie poltrone che non a difendere i diritti del lavoratore e a cooperare con le aziende, contribuendo allo sviluppo senza ostacolare il lavoro.

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