"Polveri e Striscioni"

"Polveri e Striscioni"



Siamo nel 1991, molte erbe sono state in mostra, verdi, secche, con un aspetto materico relativo alle condizioni ambientali, in alcuni casi provo la rigenerazione, è possibile. Distribuendo in modo indiscriminato nuovi semi essi germogliano solo nelle zone dove esiste la prima generazione mentre non si manifestano sulla nuda plastica. Ma perché rigenerarli? Ora il problema più urgente è continuare a visualizzare l’interazione nei suoi diversi intrecci. Con le palline abbiamo visto azioni che compiute in passato modificano un percorso presente, con i semi azioni che innescano un processo che si trasforma ma non si esaurisce, adesso mi chiedo se sia possibile visualizzare una presenza anche dopo la sua sparizione fisica. C’è un’immagine che mi intriga, abitavo al 7° piano e la piazza sottostante era piena di parcheggi, le auto da quell’altezza sembravano moduli di una composizione ma le giornate piovviginose producevano uno scarto, la sagoma asciutta come un’isola nel bagnato raccontava della passata presenza di un’auto, poco conta non poterne percepire più il colore o la marca, quella forma era stata determinata dalla passata reale presenza. E poi, quante volte abbiamo toccato una sedia e abbiamo potuto dedurre dal calore che fino a poco prima qualcuno vi era seduto… forse tutte le azioni lasciano una traccia che va al di là della presenza fisica, possiamo anche prescindere dall’oggetto, ne rimane sempre una memoria verificabile. Mi chiedo anche se situazioni finali siano relative ad un processo avvenuto. Spesso la mattina riguardo il tavolo dove la sera prima è stata consumata una cena tra amici e trovo una forte corrispondenza tra l’assetto finale e il tipo di atmosfera che aveva colorito la cena. Voglio coniugare queste due esperienze. Se gli ultimi oggetti rimasti sul tavolo, le sedie scomposte, raccontano anche degli oggetti non più presenti deve essere possibile visualizzare l’evento anche al di là di questi. Certo non posso come per il parcheggio aspettare che piova, tantomeno annaffiare i tavoli con acqua, farina o altro, sarebbe banale no semplice.


"Polvere" Cento Giovani

Ma la semplicità degli eventi naturali è preziosa, ricordo che Sherlock Holmes riconosceva i suoi documenti dalla polvere depositata… ecco, non bisogna agire ma aspettare. Preparo delle lastre di vetro annerite sul retro (il vetro è il materiale più indicato sia per stare su di un tavolo sia per accogliere e visualizzare la polvere). Colloco  questi piani su tavoli di bar, ristoranti, sale d’aspetto ed incollo sotto i piedi delle relative sedie i tacchelli di gomma nera antiscivolo, tutto l’ambiente viene rivestito di moquette nera e attendo le azioni normali dell’uso de bar. A fine giornata incollo alla moquette i gommini antiscivolo staccandolo dalle sedie (rimangono a 4 a 4 a raccontare la disposizione delle sedie) e aspetto che la polvere si depositi sugli oggetti e sul piano del tavolo, quando tolgo gli oggetti, ne rimangono le sagome. Certo non sappiamo se nei bicchieri c’era un residuo di acqua o di vino, ma sicuramente la situazione non è casuale per cui quell’assetto risulta tale anche in funzione di cosa si è consumato.

"Erba ponte Sant'Eufemia"

Siamo agli inizi del 1992. Le erbe sono sempre più secche anche se i contorni sono bel definiti. Mi sento molto simile a loro, è un momento di stallo e tutto intorno partecipa a questo momento. A volte penso che non solo arte e vita non siano separate ma che la vita stessa sia un’opera d’arte. Dobbiamo però materializzare altrimenti rimane un concetto. Bisogna procedere per gradi. Il solo fatto di esserci, su questa terra, occupa uno spazio, esercita una pressione, sprigiona un’energia, non solo quando vengono compiute azioni eclatanti, sempre! Sono a Londra, fa freddo e batto i piedi camminando, le mie scarpe non sono col la suola molto doppia e sotto di me sento la differenza delle varie matrici, il tombino, il lastricato, quante altre persone hanno occupato questo preciso punto della terra, questo si vede, sul tombino parte della scritta a rilievo è consumata, questa matrice ha su di se tutto il carico del vissuto quotidiano, storico, sociale, la scritta POST OFFICE e l’usura delle ultime due lettere sono le coordinate di un punto preciso sia geografico che storico, i miei sessanta kilogrammi lo percepiscono. Cerchiamo di utilizzare questa energia visualizzatrice. La tecnica della stampa mi può aiutare. Preparo un telo nero che protetto da una sottile plastica andrà a contatto con la matrice, subito sopra un tampone imbevuto di colore bianco abbastanza denso, sopra ancora, a vista una pedana tappeto a bolle come se ne trovano nel circuito urbano. Potenzialmente ogni punto può essere stampato ma solo là dove il flusso del via vai quotidiano esercita una pressione viene visualizzata la realtà sottostante. La macchia di colore bianco può avere la forma del piede ma non è solo la sua impronta, all’interno è descritta una situazione preesistente, la matrice. Non abbiamo più un’azione che visualizza se stessa e neanche innesca un processo, ora siamo all’incontro di due azioni, l’una da un infinito passato crea la matrice, i suoli stradali sono come la pelle di una persona, con cicatrici, rughe, lifting, raccontano esperienze, ceto sociale, qualità della vita… l’altra, il camminamento visualizza il sottostante solo là dove sei, dove qualcuno passa o staziona. Impiego due anni a risolvere tecnicamente questo lavoro e solo nel 1994 nascono i primi pezzi.

Forse è giunto il momento di fare il punto, rivedere tutti i lavori insieme, un meeting dove ogni opera racconti la propria esperienza. Ecco, in questa occasione possiamo rigenerare le erbe, solo quelle che hanno un collezionista che se ne prenda cura, lui stesso, come me la prima volta, lancerà nuovi semi sul pezzo, in modo indiscriminato tanto nasceranno solo dove c’è la prima generazione, quei contorni sono indelebili. Chi deve rigenerare è entusiasta, alcuni pentiti rivorrebbero il pezzo di cui si sono disfatti. Sicuramente l’opera verrà mantenuta verde per un po’, poi la vita porterà a trascurare il pezzo che seccherà trasformandosi fino al prossimo entusiasmo. Non è un dramma, è la vita!

Salvatore Falci

#ArteeVita #Polveri #Striscioni #Erba

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