Prevenzione: quando il saggio indica la luna...
Stiamo facendo abbastanza per la prevenzione sanitaria?
Onestamente mi sembra di no. Mi sembra tutto molto fiacco, poco incisivo.
A me, per esempio, non è arrivata la lettera d’invito per lo screening gratuito del cancro del collo dell’utero, in programma per quest’anno.
Avendo io ben chiari lo scopo e l’importanza capitale di questo screening, l’ho prenotato da me. Ma quanti, non ricevendo la lettera, saltano questo prezioso appuntamento, pagandone magari le conseguenze anni dopo?
Possibile che con tutta la tecnologia che abbiamo a disposizione, non si riescano a calendarizzare in maniera seria e capillare gli screening sanitari, inviando delle notifiche sul cellulare, per esempio?
Perché nella Regione Emilia-Romagna, tanto per dirne una, gli screening sono compresi nel Fascicolo Sanitario elettronico, e nella Regione Lazio aspettiamo ancora la missiva cartacea col piccione?
Poi il piccione viene assalito da un gabbiano e niente, lo screening salta.
Magari qualche connazionale residente in altre regioni riceve l’invito allo screening col segnale di fumo? Non mi stupirebbe.
C’è qualcosa che non va.
La pandemia ci ha insegnato che si può digitalizzare in fretta, se si vuole. Perché non si vuole, e quanto costa questa indolenza? Perché ci ostiniamo a tenere lo sguardo sul dito, ignorando la luna?
Soprattutto, mancano nella popolazione le nozioni essenziali di educazione sanitaria, che nel mio caso hanno fatto la differenza e mi hanno spinta a prenotare da me lo screening, rimediando a una falla nel sistema che è sempre possibile.
Se poi parliamo di oculistica, la situazione è veramente triste.
Ancora oggi, nel 2023, abbiamo ciechi da glaucoma.
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Ancora oggi, tanti diabetici neanche sanno di dover fare regolarmente l’esame del fondo oculare.
Ancora oggi, tanti bambini non sono stati visitati in tempo utile per prevenire l’ambliopia.
Ancora oggi, tante persone confondono l’ottico con l’oculista, e di fatto non hanno mai fatto una visita.
Ancora oggi, lavoratori a rischio per trauma oculare non indossano le dovute protezioni.
Ancora oggi, i pazienti intasano i pronto soccorsi per un’innocua emorragia sottocongiuntivale o per la presbiopia incipiente, e magari ignorano fosfeni persistenti.
Tutte queste persone hanno o possono subire menomazioni visive che avrebbero potuto essere evitate. Ignorano i rischi perché non sono informate (a netto di quella parte della popolazione che pur correttamente informata, rifiuta la prevenzione).
Se le persone non sanno nulla delle patologie che vogliamo prevenire, non sanno cosa deve destare preoccupazione e cosa no, come pensiamo di poter essere efficaci?
Abbiamo una popolazione eterogenea e confusa, che intasa gli ospedali per cose banali e ignora le situazioni preoccupanti. Persone che per non fare un esame del sangue occulto fecale si ritrovano a dover rimuovere mezzo intestino, e per non aver mai misurato la pressione oculare si ritrovano con il bastone bianco.
Evitare esami di pochi minuti, economici e non invasivi può significare dover pagare un prezzo altissimo, in termini di qualità di vita per i pazienti e di costi per il Sistema Sanitario e quello Previdenziale.
Va fatta educazione sanitaria nelle scuole, bisogna parlare di più di salute, coinvolgere la popolazione, educarla e responsabilizzarla, perché non è più pensabile che il personale sanitario sia l’unico attore di un processo di cura che interviene quando la frittata è fatta.
Digitalizzazione ed educazione sanitaria, questo ci vorrebbe.
Sarebbe uno sforzo organizzativo iniziale che però ripagherebbe negli anni, permettendo di evitare tante sofferenze individuali e tanto dispendio di denaro pubblico per chi la prevenzione non l’ha fatta.
Sarebbe ora di spostare lo sguardo dal dito, alla luna.
Condivido tutto Valeria. Brava
medico chirurgo oculista, libero professionista
11 mesiBrava, non avresti potuto spiegarlo meglio!!
Professore Ordinario Oculista
11 mesiValeria sono pensieri condivisibili e corretti. Ma temo un po’ utopici. Lasciamo perdere la digitalizzazione che meriterebbe un discorso a parte. La prevenzione: ti sei mai chiesta se da domani tutta la popolazione laziale volesse fare prevenzione cosa succederebbe alle nostre povere strutture pubbliche e a noi che ci lavoriamo? Il collasso totale. Non è la popolazione che non fa screening (o non solo) ma soprattutto l’impossibilità di fare quello che si vorrebbe. Quindi si va dal medico per l’emergenza che, per legge, va trattata immediatamente. Ora come ora la prevenzione è un lusso. Triste a dirsi però è così