Prima serata di Sanremo da applausi?
Eccomi, dunque, a parlare di #Sanremo e di questa 70^ edizione partita tra tante polemiche ma che, stando ai dati auditel, è stata veramente un successone nella sua prima serata, con il 52,2% di share e più di 10 milioni di spettatori, per la felicità dell'Ad Salini e di Mamma Rai.
Cercherò di non essere lungo, ma per farvi partecipi della mia disamina farò un percorso (il mio da spettatore) partito con #Fiorello vestito da prete e terminato con il monologo di #RulaJebreal, evidenziando le cose più importanti e sulle quali discutere.
1) Partiamo da #Fiorello. Devo dire che mi sarei aspettato molto di più dal primo, uno showman di grandissime abilità. Ma, sicuramente, la sua partenza da prete e le sue incursioni molteplici durante la serata sono state divertenti. Puntare sull'autoironia, sulla battuta a sostegno dell'imbarazzo da esordio di #Amadeus è stata una scelta buona, ma sicuramente si poteva fare molto di più. Proprio Ama, poi, è partito in sordina ma poi si è sciolto (soprattutto grazie a Fiorello) e ha diretto egregiamente la serata, anche se non ho apprezzato la solita presentazione: "E' bella" quando è arrivata Diletta Leotta. Inoltre non ho apprezzato il fatto di dover aspettare quasi un'ora per vedere le co-conduttrici apparire sul palco. Non il massimo dopo le polemiche pre-festival.
2) #DilettaLeotta è stata sicuramente una bella novità, all'inizio. Bella (indubbiamente), spigliata, ha dimostrato di essere una grande professionista, ma il suo sermone sulla bellezza e soprattutto la dichiarazione "la bellezza capita, non è un merito" (e inquadratura flash sul fratello chirurgo plastico) non le ho apprezzate. Cito il parere della giornalista Monica #Leofreddi: "che la bellezza come valore debba essere rappresentata da una che a 28 anni si è rifatta tutta non mi sembra il massimo". Partenza buona, insomma ma alla fine il crash. Rimandata.
3) #RulaJebreal. Voto negativo per la giornalista e scrittrice palestinese. Allora, il monologo sulla violenza sulle donne e sull'esperienza della tragedia vissuta dalla mamma morta suicida dopo aver subito violenze è stato senza dubbio emozionante e commovente. Ma mi è sembrato molto artificioso, messo li senza particolare nesso con la trasmissione, e peraltro da una persona che, in precedenza ha sparato a zero contro gli Italiani. Ora però 25mila euro di soldi italiani per 5 minuti di monologo non gli fanno schifo. Contro la violenza sulle donne sempre e ovunque, ma Rula non mi ha convinto. La cosa che ho apprezzato è stata la stoccata ad Ama sul "passo avanti" dopo la frase sessista del presentatore in pre-festival.
Andiamo ora alla cosa fondamentale, la musica (naturalmente quella che ho sentito).
4) Promuovo, senza dubbio, #IreneGrandi che ha aperto la serata dei Big. Che grinta per la cantante fiorentina. Un pieno di vibrazioni che ha avvolto l'Ariston, grazie alla sua carica travolgente. E poi testo fantastico (firmato Vasco Rossi).
Promuovo #Elodie. Un mix di voce e sensualità, con la mano di Mahmood nel testo. Tre elementi che le permettono di volare verso un voto strapositivo. Bene bene.
Promuovo assolutamente #Diodato e #Anastasio. Il "Fai rumore" del primo è una canzone vera e che regala emozioni. Una ballata delicata. Mentre "Rosso di rabbia" del secondo ha tanta sostanza e penso che sarà molto apprezzata a livello radioficonico.
Do la sufficienza per la storia e per la grande carriera a #RitaPavone, tornata 47 anni dopo sul palco di Sanremo. Non aggiungo altro su di lei.
Boccio #Masini, le #Vibrazioni (con una nota positiva però che spiegherò a breve) e #Riki. Un minestrone (con qualche stecca) per il primo, una canzone "sanza infamia e sanza lode" per la band (ma bella la cosa del linguaggio dei segni, storica al festival), per il terzo, beh, piacerà solo ai fan. E ai parenti, immagino.
5) L'ultimo post lo dedico ad #AchilleLauro. Allora, è indubbio che ha spaccato con il suo "me ne frego" e, soprattutto, con l'entrata in scena con la cappa di velluto nero a ricami e fiocchi d’oro da Edward Cullen di Twilight che porta poi alla trasformazione nel francescano che si spoglia, di giottiana memoria. Sul palco resta con una tutina strass color carne e si scatena nel suo pezzo, troppo simile però a Rolls Royce. A me personalmente, giudicando la canzone, non è piaciuto, sul resto sappiamo tutti che è un personaggio. Mai banale, mai scontato. però lasciamo perdere con i paragoni importanti, ne deve mangiare di "pagnotte".
Chiudo con un giudizio in toto e il mio voto è 5,5.
E' stata, a mio avviso, una serata del pressapochismo, del tutto e più senza prestare attenzione a niente, e soprattutto ai particolari.
E sempre al riguardo di monologhi riguardanti stupro e femminicidio, anche Franca Rame, in un Fantastico, fu protagonista di un monologo sullo stupro da lei subito anni prima. Fu un pugno nello stomaco. Vibrante e davvero emozionante.
Fu un gran momento di televisione impegnata e di vita, altro che quello di Rula.
E chiudo definitivamente con Jessica Notaro che ha cantato una canzone contro la violenza sulle donne scritta da Ermal Meta ma di lei non si è ricordato nessuno. Due pesi e due misure?
Buon #Sanremo2020 a tutti!