Prima siamo e poi facciamo

Prima siamo e poi facciamo

"Il bello è ciò che, senza concetto, è riconosciuto come oggetto di un piacere necessario"
Si apre con questa citazione di Kant il sito di Eredi Corazza, storico marchio di scarpe Made in Italy. Poco dopo, la nuova campagna advertising per Facebook del marchio, che, volontariamente non condivido, non solo nel senso social del termine: una donna, semi spogliata, gettata a terra, visibilmente violentata. Ma con le zeppe di Eredi Corazza.
Continuando con le citazioni si potrebbe riprendere Wilde e il suo "Parlate pure male di me purché ne parliate". Questa sembra essere la filosofia dell'azienda. O forse non c'erano arrivati.
Interroghiamoci su questa campagna e ricordiamoci che prima di qualsiasi professione vengono i valori, il rispetto e la dignità umana. Come può un'azienda aver pensato ad una campagna di marketing del genere? Può aver davvero messo davanti al profondo concetto di persona, l'obiettivo di far parlare di sé? No. Penso che la cosa sia molto più inconsapevole. E mi spaventa ancora di più perché significa che ancora non si è pienamente arrivati a comprendere fino in fondo il potere e la forza delle immagini.
Mi sento offesa come donna, lesa come persona, ferita e derisa della mia intelligenza femminile.
E mi ripeto nella testa, ancora più sconvolta, la citazione che, aprendo il sito di Eredi Corazza, sembra accompagnare, come valore, la mission dell'azienda (attenzione perché tutto all'interno di un sito parla di noi, anche la posizione delle parole): Il bello è ciò che, senza concetto, è riconosciuto come oggetto di un piacere necessario. Il bello: ciò che piace. Senza concetto: la violenza animale. L'oggetto: la donna. Un piacere necessario: il sesso.
Ricordiamoci che dobbiamo "essere" e non "fare" una professione: in ciò che facciamo, qualunque cosa sia, ci siam prima di tutto noi come persone e poi come professionisti. Questa è la carta che deve essere giocata. Almeno, io ho prima di tutto quella. Poi, arriva tutto il resto.

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