Siamo tutti contadini
Senza l’autorizzazione delle nuove condizioni d’uso dall’8 febbraio non potrai più utilizzare WhatsApp.
Barbara Lavitola: Perché allarmarci, bene che chiedano il nostro consenso!
Con questa autorizzazione, la società sta semplicemente chiedendo ai propri clienti di accettare la condivisione di informazioni relative al proprio account con Facebook, di cui fa parte, per ricevere pubblicità personalizzata su questo social network.
Barbara Lavitola: Una cosa normale, visto che Facebook comprò WhatsApp nel 2014.
Si cederanno a Facebook attraverso WhatsApp le informazioni quali la registrazione dell’account (come il tuo numero di telefono), i dati delle transazioni, informazioni relative ai servizi, informazioni su come interagisci con gli altri utenti (comprese le aziende) quando utilizzi i servizi di WhatsApp, informazioni sul tuo dispositivo mobile e sul tuo indirizzo IP.
Barbara Lavitola: Tutte cose che già “doniamo” con i cookie che siamo obbligati ad accettare quando li visitiamo.
L’esperienza WhatsApp dell’utente verrà condivisa anche con aziende affilitate di Facebook per migliorare le inserzioni e l’esperienza dell’utente relativa ai prodotti facenti parte dei Prodotti di un’azienda di Facebook.
Per cui, non è né magia né coincidenza se dall’8 febbraio ci si ritroverà tra gli annunci su Facebook, le pubblicità di ciò di cui si è discusso nelle chat su WhatsApp.
Barbara Lavitola: Idem con quello che succede con i cookie. Ma stai tranquillo/a, Facebook non userà automaticamente i tuoi messaggi per influenzare le inserzioni che vedrai.
Per concludere: dirai ancora che WhatsApp è “GRATIS”? Se immaginiamo la piattaforma di WhatsApp come un campo verde (colore del logo), noi siamo tutti contadini che stiamo lavorando GRATIS, seminando, giorno per giorno, miliardi di informazioni che arricchiscono il proprietario del terreno: Facebook.
Quante altre app ti scarichi “gratis”?
To be or not to be?
To use or not to use… questo è il dilemma!
Barbara Beatrice Lavitola