Quale futuro per la popolazione italiana? Le nuove sfide del paese.
Il calo demografico dell’Italia è ormai all’ordine del giorno anche sulla stampa internazionale (Le Figaro).
I numeri parlano chiaro e confermano un trend negativo che riguarda in primis il nostro Paese, ma anche altri europei come Spagna, Portogallo o Polonia e paesi più lontani come il Giappone, la Cina, la Corea e l’India.
Studiare la demografia vuol dire comprendere lo stato di salute del Paese e interpretare nel tempo le dinamiche della popolazione dal punto di vista sociale ed economico.
Riflettere profondamente su questi temi è pertanto indispensabile.
Gli ultimi dati ISTAT confermano l’inverno demografico con circa 393 mila nuovi nati nel 2022, l’1,7% in meno rispetto al 2021 e quasi un terzo in meno rispetto al 2008, l’anno in cui si è registrato il numero più alto di nascite degli anni Duemila.
Il tasso di natalità italiano è tra i più bassi in Europa, e sebbene si tratti di una tendenza globale dei paesi industrializzati, dobbiamo seriamente interrogarci sulle motivazioni sottostanti.
Perché gli italiani non fanno più figli?
Sono molte e complesse le ragioni che contribuiscono a spiegare il fenomeno, a cominciare da un deficit di strutture e di aiuti pubblici rispetto a quelle di altri paesi europei. Prendiamo ad esempio l'Italia e la vicina Francia: entrambi i paesi hanno il record UE di spesa sociale in proporzione al PIL, ma l’Italia ne dedica a famiglia e infanzia meno della metà di quella francese¹.
Ci sono poi i fattori socioculturali: l’uscita posticipata dalla casa dei genitori dei nostri giovani (30 anni vs 26,5 media UE e 24 Francia¹), la crescente precarietà del lavoro che si traduce in incertezza e mancanza di prospettive e il divario tra donne e uomini rispetto al lavoro di cura che pesa ancora oggi quasi esclusivamente sulle donne. Nel 2021 il 73% delle dimissioni di donne italiane è stato legato all’impossibilità di conciliare vita privata e vita lavorativa²... e questo è un vero fallimento del nostro sistema.
Il numero medio dei componenti delle famiglie si va riducendo: entro il 2041 una famiglia su 5 invece non avrà figli³.
Questo comporta un evidente impatto sul tasso di crescita che andrà di pari passo con un invecchiamento della popolazione, e quindi con una forte pressione su servizi pubblici, assistenza sanitaria e previdenza sociale. Il rapporto pensionati/attivi andrà crescendo mentre il minor numero di abitanti (-2,5 Mln entro il 2040³) porterà una diminuzione della domanda interna e della capacità produttiva. Un numero sempre più ridotto di persone attive dovrà sostenere i sistemi di protezione sociale, in un paese in cui l’aspettativa di vita alla nascita è tra le più alte in Europa (82,4 anni¹), e la longevità in una continua crescita.
I flussi migratori, d’altra parte, possono avere un impatto positivo sulla dinamica demografica, e vanno sicuramente gestiti elaborando politiche inclusive, ma non saranno comunque sufficienti a bilanciare il saldo della popolazione.
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Il contesto è ulteriormente aggravato da due altri fenomeni: la fuga dei cervelli all’estero e la proporzione dei giovani NEET, alias giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in alcun percorso di formazione (1,67 milioni nel 2022 in Italia¹). Questi dati devono farci reagire perché si tratta di una vera ipoteca sul futuro.
Per fare fronte a tutto ciò occorre prepararsi e tutelare il capitale sociale dell’intero Paese: dobbiamo incrementare la produttività puntando in modo intelligente sull’automazione, la robotica e l’intelligenza artificiale.
Malgrado tutto, il desiderio degli italiani è comunque di avere più figli: ne hanno mediamente 0,8 in meno di quanti ne vorrebbero.
Il 45% di donne in età fertile non ha un figlio, ma solo il 5% non ne vuole. E questa è una constatazione incoraggiante¹.
In che direzione muoversi per incidere e modificare la situazione attuale?
È indispensabile attivare progettualità concrete integrate:
Il nostro Paese ha numerosissime risorse e potenzialità, ma dobbiamo reinventarci e mettere concretamente in essere azioni efficaci per correggere la deriva demografica attuale, anche mutuando le numerose misure già poste in essere in altri Paesi. Dobbiamo intervenire con mosse intelligenti e risolute per salvare il futuro e la crescita dei nostri giovani e delle generazioni a venire.
¹ Fonte Eurostat
² Fonte Ispettorato nazionale del lavoro
³ Fonte Istat
⁴ Fonte Ocse
Consulente legale - consulente aziendale
11 mesiPochi posti di lavoro, mal pagati, spesso precari, nessuna vera certezza anche in caso di indeterminato, discriminazione soprattutto per età, ma anche per sesso, se si cerca un lavoro (possono essere discriminati anche gli uomini, dipende dal settore), un costo della vita che aumenta costantemente in modo esponenziale, oltre a paure che derivano dall'applicazione di norme appartenenti al diritto di famiglia, che, in caso di figli, possono trasformare la fine di un'unione in un vero incubo. In un quadro simile, le persone ci pensano molte volte prima di scegliere di mettere al mondo un figlio.
Consulente presso Finanziatutti S.r.l
11 mesiSintetizzo molto perché gli aspetti sono infiniti : posti di lavoro scarsi , stipendi da fame, orari di lavoro assurdi con l'aggiunta di trasferimento per arrivare sul posto di lavoro di almeno un ora a viaggio , politiche sociali assenti... Potrei scrivere ore ed ore.... La verità è che negli ultimi 30 anni le classi politiche hanno fatto ben poco per migliorare la qualità della vita italiana. Quindi la colpa è un po' di tutti... Per comprendere meglio la situazione e domandarsi come mai in Italia non si fanno figli bisognerebbe uscire dal proprio orticello e guardare profondamente e nei lati più nascosti. Solamente in quel momento troverete molte delle risposte mancanti
Consulente per gli investimenti CREDIT AGRICOLE ITALIA
11 mesiGià le differenze delle politiche sociali fra Italia e Francia ci dicono qualcosa: non vi è un destino ineluttabile, vi sono decisioni che vanno prese. Purtroppo nel nostro paese si ragiona troppo spesso sul potere come fine a sè stesso, e non come potere di servizio; come politica "elettorale", e non come implementazione di programmi a lungo termine (quasi sempre impopolari, ma che sarebbero la salvezza della nazione).
Sales Manager Industrial Automation
11 mesiFotografia praticamente perfetta del presente e del futuro dell’Italia che conferma la necessità di un vero cambiamento culturale e di approccio a tutti i livelli. Condivido sia per esperienza personale che professionale. Rendiamoci protagonisti di questo cambiamento!