Quando il tuo rapporto non si evolve...
Se vi trovate in questa sezione ritenete che la vostra relazione non stia realmente sperimentando una crisi, ma allo stesso tempo avvertite una mancanza di “slancio”, che qualcosa potrebbe e dovrebbe migliorare.
Sentite che la scintilla iniziale della passione si è ormai affievolita (come accade fisiologicamente in ogni rapporto) e avete probabilmente l’impressione che la vostra relazione si stia svolgendo all’interno di una routine quotidiana, ormai priva del trasporto e dell’entusiasmo originari. In parole povere, che si stia “portando avanti da sé”.
Ovvero, il vostro rapporto sta andando avanti, ma non si sta evolvendo.
Potreste forse obiettare che la vostra relazione, seppure non più caratterizzata dall’entusiasmo iniziale, in fondo “vada bene così”, dal momento che non è presente una vera e propria conflittualità tra voi e il vostro partner. La vostra vita di coppia si svolge “normalmente”, guidata da una serie di abitudini consolidate.
Eccoci al nodo della questione: l’abitudine.
È proprio in quest’ultima parola, apparentemente innocua, che può annidarsi il peggior nemico del vostro Amore e della vostra Felicità.
Il lavoro, i figli, i pranzi in famiglia, le (sempre più rare) cene con gli amici, le faccende domestiche, il rientro a casa tardi, la stanchezza della giornata sulle spalle; quella stanchezza che non vi fa venire voglia di organizzare qualcosa di “speciale”, o anche solo di dedicarvi un attimo per raccontarvi le rispettive giornate, ma piuttosto di starvene seduti in silenzio davanti al televisore o al computer, fino al momento di andare a letto… ricominciando poi tutto da capo il mattino successivo.
Attenzione, non stiamo affermando che l’esistenza dell’abitudine all’interno della coppia sia qualcosa di dannoso in sé, anzi, è molto bello e importante che esistano delle “ritualità” proprie di quella relazione, che la rendano specifica, caratterizzata, unica.
È necessario però fare attenzione ed evitare che l’abitudine si trasformi in un meccanismo negativo, con conseguenze dannose per il rapporto di coppia, come ad esempio:
1) Noia (senso di routine, staticità, assenza di novità, svogliatezza)
2) Reiterazione di schemi sempre uguali (ripetitività nei dialoghi e nelle azioni quotidiane)
3) Assenza di comunicazione (incapacità di ascolto dell’altro, chiusura, incomprensione, rigidità nelle posizioni reciproche)
Il rischio è quello di finire per considerare queste dinamiche come parte integrante della vostra relazione, qualcosa su cui non è possibile intervenire.
Ogni relazione umana, non soltanto di coppia, è contraddistinta da dinamiche.
Se ci si sofferma sul significato di questo termine, ci si accorge che il vocabolo “dinamico” racchiude in sé il senso del movimento, del mutamento. Una “dinamica” relazionale non è dunque qualcosa di statico, di già dato e immodificabile. È piuttosto un processo che si instaura e si consolida nel tempo… se glielo lasciamo fare.
È necessario comprendere che quando non siamo noi a compiere attivamente delle scelte, stiamo automaticamente concedendo a qualcun altro, o a qualcos’altro, di scegliere al posto nostro.
Può trattarsi di un’abitudine di uno dei due partner, che non viene mai messa in discussione e che può finire per creare contrasti all’interno della coppia (il famoso “io sono fatto così, non posso cambiare”); ma anche di modelli culturali dati per scontati, che non vengono riconosciuti come tali e che possono inserirsi “subdolamente” nella relazione.
Si pensi, ad esempio, a quel detto comune in cui si afferma che “l’amore non è bello se non è litigarello”… siamo proprio sicuri che sia così? Alcune coppie potrebbero convincersi che “trattarsi male” a vicenda, di tanto in tanto, possa essere una cosa sana per il rapporto, finché non ci si rende conto che esso si è deteriorato proprio a causa dei continui diverbi, della mancanza di ascolto e rispetto reciproco.
Quali soluzioni adottare?
Una o più dinamiche negative, adottate come abitudine, o peggio, come “caratteristiche della coppia”, se non individuate e affrontate in tempo, possono condurre al lento ma inesorabile sgretolamento del rapporto. Non di rado accade, infatti che quei segnali rimasti ignorati per tanto tempo – vuoi per noncuranza, vuoi per pigrizia – si rivelino in tutta la loro devastante portata solo alla fine, quando risulta troppo tardi per recuperare una relazione ormai giunta al capolinea.
La fine di un amore, così come la sua costruzione, non avviene da un giorno all’altro, ma progressivamente, un passo alla volta.
Sarà perciò importante prendersi cura della propria relazione di coppia in maniera costante; impegnandosi a conservare il contatto, la presenza, la considerazione verso l’altro e mantenendo l’attenzione nei confronti di eventuali segnali di crisi, per poterli identificare in tempo.
Soffermatevi a guardare l’altro negli occhi e provate insieme a recuperare lo slancio iniziale; cercate nella vostra memoria i momenti in cui vi siete sentiti veramente uniti; ricordate che cos’è che vi ha fatto innamorare l’uno dell’altro e riscoprite insieme quel “qualcosa” che fa la differenza nel vostro rapporto e che lo differenzia da tutti gli altri.
Non abbiate paura di introdurre nuovi schemi; non eliminate le abitudini, ma createne di nuove. Sorprendete il vostro partner con piccoli gesti inaspettati, trasformate le vostre azioni quotidiane in dedica.
Infine, regalatevi reciprocamente un momento del vostro tempo, durante la giornata, per parlare, confrontarvi; non permettete che la stanchezza o la voglia di fare altro prevalgano.
Il vostro amore necessita di nutrimento e attenzioni, altrimenti appassirà, come una pianta che è stata troppo a lungo trascurata. Perché il vostro rapporto sarà caratterizzato da ciò che, insieme, deciderete di fare di esso, giorno per giorno.
“Se pensi che l’avventura sia pericolosa, prova la monotonia. È letale”.(Anonimo)