Quanti sono i veri decessi da Covid-19? I primi dati del 2020

Quanti sono i veri decessi da Covid-19? I primi dati del 2020

Quanti sono i veri decessi da Covid-19? I primi dati del 2020

In un precedente articolo (https://bit.ly/3ayXvOi) vi avevamo già parlato dei dubbi sull’attendibilità dei dati ufficiali sul Covid-19 espressi dai fisici Luca Foresti e Claudio Cancelli, che è anche il sindaco della città lombarda di Nembro. In sostanza, se tra gennaio e marzo negli ultimi 5 anni nel comune di Nembro si erano registrati 35 decessi in media, quest’anno si sono verificate 158 morti, di cui più di 130 solo nell’ultimo mese [1].

Parallelamente, 243 comuni bergamaschi hanno condotto un’analisi simile a quella svolta a Nembro, dalla quale è emerso che, da una media di 45 decessi a settimana negli ultimi dieci anni, si è arrivati a 313 decessi, registrando così un’impennata di quasi 7 volte tanto tra il 15 e il 21 marzo [2].

Si potrebbe, a ragione, sostenere che queste differenze siano dovute all’attuale pandemia se non fosse che i morti dai bollettini ufficiali della Protezione Civile risultano molto più bassi, solo 31 nel caso del comune di Nembro. Una fluttuazione statistica di tale grandezza sembra poco probabile, quindi siamo portati a pensare che i dati ufficiali siano largamente sottostimati.

A riprova di queste indagini, è stato pubblicato nei giorni scorsi lo studio effettuato dal Sistema di Sorveglianza della Mortalitá Giornaliera (SiSMG), riguardante l’undicesima settimana del 2020, quella che va dall’8 al 14 marzo [3].

Il SiSMG, con cadenza settimanale, produce una stima giornaliera della mortalità della popolazione anziana, cioè della popolazione da 65 anni in su. Lo studio si basa su un campione di 19 città (Aosta, Bolzano, Trento, Trieste, Torino, Milano, Brescia, Verona, Venezia, Bologna, Genova, Perugia, Civitavecchia, Roma, Frosinone, Bari, Potenza, Messina, Palermo). Il valore atteso, cioè il valore di mortalità della popolazione anziana che ci aspettiamo di registrare, viene calcolato come media settimanale sui dati dei 5 anni precedenti relativi alla mortalità giornaliera. Questa media viene poi pesata sulla popolazione residente, per tener conto dell’incremento della popolazione anziana negli anni più recenti.

Il dipartimento di epidemiologia e prevenzione della Regione Lazio Asl Roma 1 ha ulteriormente ampliato l’analisi del SiSMG ponendo i dati in relazione all’epidemia di Covid-19 e fornendoci un maggiore dettaglio sugli andamenti delle singole città nel campione per il periodo dal 1° febbraio al 21 marzo [4].

Ma chiariamo meglio questi dati.

LO STUDIO SI BASA SU UN CAMPIONE DI CITTÀ

In molti hanno notato che Bergamo, ma anche Pesaro, entrambe città che hanno visto un numero molto alto di morti rispetto alle altre città italiane, non vengono incluse nello studio del SiSMG. Perchè? L’obiettivo primario del SiSMG è indagare la mortalità anziana in Italia indipendentemente dalle sue cause e in tempi abbastanza veloci. A tal fine, le analisi si basano su un campione ‘rappresentativo’ della situazione italiana [3], cosicchè il valore dato della mortalità anziana in Italia non può essere considerato uguale al valore reale osservato nel 2020. Questo valore deve invece essere inteso come una stima della mortalità anziana nazionale reale, a cui dovrebbe essere associato il suo intervallo di confidenza, ossia l’incertezza dovuta al fatto che tale numero è ottenuto osservando solo una parte della nazione.

Il calcolo di un intervallo di confidenza è possibile solo se il campione è ottenuto con metodi probabilistici. Se, invece, il campione è ottenuto con metodi non probabilistici, mirati a rappresentare la situazione nazionale "in miniatura", l’intervallo di confidenza non può essere fornito. In questo caso, però, è bene notare che la scelta delle città è finalizzata alla descrizione della mortalità italiana anziana in situazioni "normali" e non può essere estesa alla straordinaria situazione che stiamo vivendo oggi.

In ogni caso, l’intervallo di confidenza non viene fornito nel report del SiSMG.

COSA CI DICE QUESTO STUDIO

Il risultato calcolato per la settimana dell’8 al 14 marzo del 2020 è in linea con la tesi discussa da Foresti e Cancelli [1] e dall’Eco di Bergamo [2]. La mortalità anziana giornaliera stimata in questa settimana è significativamente superiore al valore atteso. Dall’analisi si conclude, dunque, che in questa settimana si è registrato un forte aumento anomalo delle morti, a livello nazionale, rispetto agli anni precedenti (Figure 1 e 2). Nulla di inaspettato. Ricordiamoci che è proprio nell’undicesima settimana di marzo che abbiamo iniziato a registrare morti giornaliere superiori al centinaio nel bollettino della Protezione Civile. Non è difficile immaginare che questo trend proseguirà nelle prossime settimane e che la differenza tra il valore atteso e quello stimato aumenterà sempre di più.

Sicuramente i risultati aggregati possono esserci utili per avere un’idea della situazione nazionale, ma, preso atto delle limitazioni dovute all’assenza di un intervallo di confidenza per le stime fornite dal SiSMG, risultati più validi possono essere ottenuti basandoci sui dati specifici per città. Notiamo che in questo caso si parla infatti di dati reali e non stimati.

Nei grafici in allegato, l’andamento della mortalità giornaliera (linea nera) e mortalità attesa (linea tratteggiata) sono mostrati dal 1° febbraio 2020 per ogni città. Viene inoltre indicata la prima segnalazione di Covid-19, registrata a livello provinciale. Come ci si poteva aspettare, gli incrementi più elevati, tra le città campionate, sono registrati per Milano (Figura 3), Brescia (Figura 4) e Genova (Figura 5). Anche a Torino (6) e a Bologna (7) possiamo osservare un incremento della mortalità anziana rispetto agli anni precedenti, seppure di minore entità. Nelle città del centro e sud Italia si osservano dei leggeri aumenti di mortalità giornaliera anziana verso metà marzo, una settimana dopo rispetto agli incrementi registrati nel nord (Figure 8-10). Gli incrementi registrati nelle città del centro e sud Italia non sembrano, almeno per ora, definire un trend e, se il lockdown è stato efficace, non dovremmo registrare forti incrementi nelle settimane successive per questi comuni.

CONCLUSIONI

Conoscere la differenza tra il numero di decessi attesi e quelli effettivi sembra una misura essenziale per capire la reale mortalità da Covid-19 in Italia. Tale valore potrebbe darci informazioni sul reale numero di casi, includendo contagi non ufficialmente registrati, per esempio le situazioni che si verificano quando il deceduto non è riuscito ad arrivare in tempo in ospedale e non è stato sottoposto a tampone. Un’analisi del genere andrebbe condotta per regione e possibilmente per comune, ponendo attenzione alle differenze territoriali e alle differenze demografiche relative all’età dei deceduti.

Inoltre, tale analisi ci permetterebbe di stimare il numero di decessi da Covid-19 rispetto ai normali decessi dovuti all’influenza stagionale. Infatti, come si vede in Figura 11, l’incidenza delle sindromi influenzali nell’anno in corso non sembra essere molto diversa rispetto agli anni precedenti [5], pertanto la differenza tra i valori attesi e i dati registrati sarebbe con un alto livello di certezza unicamente attribuibile all’attuale pandemia.

Avere una stima del numero effettivo di decessi sarebbe un primo passo per poter calcolare l’effettiva letalità del virus, espressa come rapporto tra il numero di contagiati e il numero di decessi, sicuramente a oggi sovrastimata dai dati ufficiali (intorno al 10%). Il problema rimarrebbe in ogni caso quello di riuscire a stimare il numero effettivo dei contagi. In questa direzione si sono mossi gli ex-presidenti dell’ISTAT che hanno proposto al ministro Speranza di realizzare un' indagine a campione con tamponi fra i sintomatici e gli asintomatici [6].

Attualmente i dati forniti dal SiSMG sono gli unici disponibili sul reale numero di decessi in Italia e vengono aggiornati ogni settimana. Un insegnamento che possiamo trarre da questa situazione è che mancano dati chiari e tempestivi da parte della comunità degli epidemiologi e delle istituzioni statistiche, dati che potrebbero, invece, fornirci una dimensione realistica della tragedia che stiamo vivendo.

Martina Patone, PhD in Statistica

Fonti

[1] “Coronavirus, studio su Nembro: «Il numero vero di morti è almeno 4 volte quello ufficiale»” , Cancelli C. e Foresti F., Corriere della Sera. Disponibile al link: https://www.corriere.it/politica/20_marzo_25/numero-vero-morti-covid-19-almeno-4-volte-quello-ufficiale-eebbe3ae-6eb8-11ea-925b-a0c3cdbe1130.shtml

[2] “A Bergamo decessi 4 volte oltre la media L’Eco lancia un’indagine nei Comuni”, Invernizzi I., L’Eco di Bergamo. Disponibile al link: https://www.ecodibergamo.it/stories/bergamo-citta/a-bergamo-decessi-4-volte-oltre-la-medialeco-lancia-unindagine-nei-comuni_1346651_11/

[3] Sistema di Sorveglianza della mortalità giornaliera, popolazione 65+ anni - Disponibile al link: http://www.salute.gov.it/portale/caldo/sismg/SISMG_sintesi_2020w11.pdf

[4] Dipartimento di epidemiologia e prevenzione della Regione Lazio e da Asl Roma 1, Report 1 Febbraio - 21 Marzo. Disponibile al link http://www.epiprev.it/sites/default/files/SISMG_COVID19_28032020.pdf

[5] Istituto superiore di sanità, sistema di sorveglianza integrato dell’influenza InfluNet. Disponibile al link https://www.epicentro.iss.it/influenza/stagione-2019-2020-primo-bilancio

[6] Proposta di un’indagine a campione per una stima affidabile dei parametri fondamentali della epidemia da SARS-CoV-2, Alleva G., Arbia G., Farlorsi P.D., Pellegrini G., Zuliani A.. Disponibile al link https://web.uniroma1.it/memotef/sites/default/files/Proposta.pdf

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