Quanto è ampia la nostra "comfort zone"? Accettare il cambiamento significa uscirne o ampliarne i confini? Resistere è una debolezza o un rischio?

Quanto è ampia la nostra "comfort zone"? Accettare il cambiamento significa uscirne o ampliarne i confini? Resistere è una debolezza o un rischio?

"Per rimanere dove si è arrivati si deve comunque correre, come su un tapis roulant, e per cambiare si deve andare al doppio della velocità".

Capitolo 1 "In che mondo viviamo?"   Golf Experience: il Manager e la Persona, i 7 passi verso una #ConsapevoleEvoluzione

L'attitudine e i comportamenti delle persone sono fortemente influenzati dai fattori che determinano l'evoluzione o il semplice cambiamento del nostro mondo.

La digitalizzazione, la ricerca dell'efficienza, la transizione generazionale, la crescente spinta verso la socialità, il consolidamento, i flussi migratori sono i principali DRIVERS di SVILUPPO su cui molti osservatori del nostro tempo si soffermano.

L'effetto di questi drivers dipende dalla reazione del singolo.

Da un lato c'è chi continua a stampare le fotografie, chi rifiuta gli acquisti online, chi critica aprioristicamente le nuove generazioni o chi considera i social network un'invasione della privacy.

Dall'altro chi (e non solo nativi digitali) pianifica la spesa al supermercato con la domotica, chi vive il "fare di più con meno" come un'opportunità, chi organizza l'azienda seguendo i modelli della "Industry 4.0", chi nell'HR, investe in Reverse Mentoring o chi ha bisogno di twittare un commento durante il programma televisivo preferito.

Per qualcuno questi driver comprimono la zona di comfort, per altri la espandono; si deve comunque sottolineare che la capacità di gestire la reazione è "acquisibile" e non dipende solo da caratteristiche genetiche.

Inconfutabile, invece, che la compressione generi insofferenza quindi sprigioni energie negative, mentre la espansione generi apertura, quindi sprigioni energie positive.

In sintesi, l'investimento sulla propria capacità di gestire le reazioni innescate dai driver di sviluppo, è esso stesso fattore di influenza del cambiamento affinché esso sia nella direzione della #ConsapevoleEvoluzione.

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Paola Lazzarini

Head of CSR at Cegos Italia; Management Consultant and Trainer at Cegos Italia; F.Covey Certified Trainer; Vice President Ambarabaciccicoccò Onlus; Author

9 anni

Nella nostra società "Social" il tema delle relazioni e della loro gestione è sempre suggestivo. Il trade off fra l'old style e il nativo digitale a breve non avrà nemmeno più significato. Poiché non ci sarà da riflettere se convenga essere social o meno. Saremo tutti social perché sarà la società a determinarlo. La questione portante è chiedersi quanto le opportunità di progresso attraverso questi mezzi siano frutto di consapevolezza o meno. Quanto la nostra capacità di sfruttare le nuove frontiere ci può avvantaggiare. Diversamente, il rischio è quello di diventare vittime di "ignocrazia" ovvero di quella dittatura dell'ignoranza che ci porta a pronunciarci su determinati topic perché è quel guru a dirlo, perché la solidarietà morale alla "Bataclan" è pervasiva, perché se non rispondi "social" rischi di essere fuori. Talento e buon senso devono invece essere i driver di crescita. Saldati, quello certamente, a innovazione e progresso.

Emanuela Pignataro

Head of Execution - Head of Business Transformation

9 anni

Mi piace molto la metafora delle barche, che al porto sono al sicuro ma non sono state progettate per stare ormeggiate in banchina. E la trovo tanto più evocativa se penso alla "liquidità" in cui "navighiamo" tutti noi oggi, anche nella formazione. Poter scegliere tra tante opportunità di apprendimento, sia formale che informale, significa anche uscire dalla propria comfort-zone e diventare padroni della propria crescita professionale, anche e soprattutto in "acque" poco familiari

Luca Gelmetti

Stream training Leader e Practice Manager Digital Transformation at Festo Consulting & Academy Italia

9 anni

Nella Industry 4.0 le aziende sono costrette a cercare nuove soluzioni oltre a quelle già praticate nel passato per una semplice esigenza di sopravvivenza. Ci saranno aziende che possiedono già questa caraterestica nel proprio DNA quindi saranno avvantaggiate, mentre tutte le altre proveranno a resistere nel loro primordiale guscio protettivo e nella maggior parte dei casi soccomberanno: questo elemento Darwin lo chiamava selezione naturale, quel qualcosa che non sappiamo ancora gestire ma che ci permette di sopravvivere.

Fabrizio Brandi

Marketing Director EMEA @Lectra

9 anni

“Le barche nel porto sono al sicuro, ma non per questo sono state costruite“.

Davide Visentin

Amministratore presso Cartotecnica LPE

9 anni

sono d'accordo con gianluca; secondo me la questione, più che stare dentro o fuori la propria zona di comfort, sta nel riuscire ad allargarla o a crearne di nuove; uscirne semplicemente e starne fuori porta solo stress e improduttività. i fattori esterni sono solo uno dei driver che ci possono fornire un input verso il cambiamento e l'allargamento dei confini della zona di comfort; il resto lo fa la voglia che ognuno ha di evolvere in maniera consapevole

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