Quanto è resiliente la vostra logistica?
Gli impatti del Coronavirus sulle supply chain di tutto il mondo stanno nuovamente portando alla ribalta il tema della gestione del rischio nelle catene logistiche internazionali.
La riduzione dei voli aerei verso la Cina in conseguenza del minor numero di viaggiatori ha drammaticamente ridotto la quantità di merce trasportata via aerea con i “Belly Cargo”, di gran lunga prevalenti rispetto ai voli All Cargo. Analogamente, a causa della riduzione dei lavoratori nelle aree portuali, l’immenso flusso di container in uscita dai porti cinesi ha colpito le compagnie marittime di trasporto dei container, con merci bloccate nei porti e costi in aumento.
La Cina, come noto, è un attore chiave nel settore dei container: la più grande linea di container al mondo, Maersk, ha annunciato che questa crisi peserà notevolmente sul bilancio di quest'anno, aumentando la pressione su un settore già colpito dalle guerre commerciali e dal rallentamento dell'economia.
A causa della globalizzazione delle catene di fornitura, buona parte dei prodotti che quotidianamente acquistiamo o dei componenti che servono alla loro produzione sta subendo un problema di “shortage”. Anche se la produzione o l’assemblaggio finale avviene in Europa o in Italia, la carenza di rifornimenti alternativi sta mettendo in ginocchio le supply chain di molte aziende. In primis quelle farmaceutiche, che si avvalgono di principi attivi e ingredienti provenienti dalla Cina.
Nella confinante Corea del Sud la Hyundai è stata costrette a chiudere diverse fabbriche a causa della mancanza di componentistica prodotta in Cina e, analogamente, in Giappone la Toyota ha sospeso l’approvvigionamento di materiali dal vicino porto di Taijin.
Il caso più eclatante è stato forse la Apple: il suo contract manufacturer taiwanese Foxconn ha dovuto chiudere numerose fabbriche in Cina. Anche se la società ha spostato parte delle produzioni nei propri impianti in Messico, India e Sud Est asiatico, la fornitura mondiale di prodotti Apple, soprattutto iPhone, è messa a grave rischio e la produzione non è recuperabile neanche attraverso il ricorso sistematico a straordinari.
Ma l’effetto non si ha solo sui flussi di import, bensì anche per il nostro export. Basti pensare al vino, che è il prodotto tricolore più esportato in Cina. I vincoli ai trasporti per cercare di contenere il contagio si stanno riflettendo in ritardi di consegna che impattano sugli scambi commerciali.
Al di là delle conseguenze nello scenario geo-politico che questa epidemia sta portando e porterà negli anni a venire, occorre chiedersi ancora una volta, come lo è stato in occasioni di altri fenomeni naturali o accidentali, quali precauzioni prendere a fronte delle diverse tipologie di rischio.
Aver creato delle catene logistiche lunghe diffuse globalmente avrà forse limato qualche euro nei costi, ma nei momenti di crisi rischia di rivelarsi un colossale boomerang. Invece di concentrarsi esclusivamente sulla riduzione dei costi le società avrebbero dovuto anche considerare di mettere in sicurezza le forniture a fronte di eventi eccezionali.
Come ? Beh, in primis attivando una vera e propria funzione di Supply Chain Risk Management, che monitora costantemente i potenziali rischi che possono mettere in crisi il modello logistico attuale e valutarne l’impatto in termini economici, ricercando al contempo piani alternativi (contingency plan). Come ad esempio, ricercare fornitori alternativi dei componenti chiave o dei terzisti in località diverse, al fine di prevenire future interruzioni nel processo di approvvigionamento. Oppure innalzando le scorte dei componenti più critici, il cui extra costo fa parte della corretta gestione del rischio nella supply chain. Avendo sempre in mente, in casi come questi, il famoso detto: “Hope for the best – prepare for the worst”
Prof. Fabrizio Dallari
Centro sulla Logistica e il Supply Chain Management
LIUC Università Cattaneo
Entrepreneur and Investor
4 anniMolto interessante. Penso che le ns aziende, anche quelle medio-piccole, abbiano bisogno di una visione come quella proposta.
Executive MBA and Alumnus Ambassador GSoM Polimi - Vice President CSCMP Italy RoundTable - Executive Board Suppy Chain & Logistic Club Polimi - Observatory Digital Innovation - Supply Chain Manager Carrefour Italy
4 anniOttime riflessioni!